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Ettore1

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Reputazione Forum

  1. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    MI DISPIACE DAVVERO !!! - Come mai....??? - (...sono esterrefatto !! ) Buon Anno anche a te, alla tua famiglia e a tutti i lettori di questo Forum ! Ettore Cercando nell'archivio di Willy ho capito perchè è stato bannato ! (...e mi sembra più che giusto, perchè è estremamente deleterio accusare di crimini delle persone molto conosciute ed importanti se non si hanno delle prove assolutamente certe e dimostrabili sulle loro "nefandezze" !! - Sappilo !! - Caro Willy ! ) Però mi piacerebbe assai che Willy potesse essere riammesso su questo eccellente Forum per poter continuare ad illustrarci, come ha fatto fino ad adesso, sulle meraviglie dell' Universo e non solo !! Comunque....! Ettore COMUNQUE SIA vedete un po' voi, cari Moderatori !
  2. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    Caro..."Collega" Willy, Se vuoi farti quattro risate, vai a leggere qua: http://astronomia.altervista.org/forum/ind...=592&st=375 Ciao e Buon Anno a te e famiglia! (...e continua a tenerci aggiornati! - Grazie!! ) Ettore
  3. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    Che cosa ne dici caro Willy della interessante..."Teoria" che ha appena proposto Temperatura ? Oppsss......!!!! BUON NATALE A TUUTTIIII..........!!!!!!
  4. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    Grazie caro Willy per l'esauriente delucidazione !! Ciao !
  5. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    MAH...!!! Vediamo come la pensa Willy !!
  6. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    E questa....? http://forum.panorama.it/viewtopic.php?id=16481 ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- niouri Utente Registrato: 10-11-2008 Messaggi: 129 Critiche alla teoria quantisticaHo inteso riportare la teoria quantistica come esposta da Tiziano Cantalupi, per la sua chiarezza ed essendo priva di formule matematiche che potrebbero risultare ostiche o incomprensibili alla maggior parte dei lettori. Ma prima di tutto vorrei riportare la formula relativistica di Einstein, ed i presupposti della teoria di Marco Todeschini, che a differenza di Einstein prevede uno spazio dotato di una densità minima Formula di Einstein: Velocità limite: E=mc² Un oggetto provvisto di massa non può superare o eguagliare la velocità della luce, questo per il risultato dell'equazione E=mc² (E=Energia, m=massa, c=costante, o velocità della luce), che definisce l'uguaglianza tra massa ed energia. Presupposto della teoria di Marco Todeschini: 1. Lo spazio universale non è vuoto, come riteneva Newton, bensì un’estensione tridimensionale sostanziata in ogni suo punto di una densità costante 9.20 elevato alla 20 potenza minore dell’acqua. LA TEORIA QUANTISTICA : UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO di Tiziano Cantalupi Le grandi rivoluzioni della scienza sono spesso seguite da sconvolgimenti in campo filosofico e sociale. Le tesi di Copernico, ad esempio, il quale sostenne che la Terra non occupava il centro dell’universo, innescarono un processo di sgretolamento di dogmi religiosi e filosofici che cambiarono profondamente la società europea degli inizi del Rinascimento. La teoria evoluzionistica di Darwin (secoli dopo), con la distruzione della credenza in uno stato biologico speciale degli esseri umani, produsse effetti simili. Le teorie di Einstein infine, con l’affermazione che "tutto è relativo", diedero una spallata definitiva ad un certo modo, "assolutistico", di intendere la scienza e la vita. Con questi presupposti, desta notevole stupore che la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi sia passata per lo più inosservata agli occhi del grosso pubblico. E questo non già perché le sue implicazioni abbiano scarso interesse, ma perché queste implicazioni sono talmente sconvolgenti da risultare quasi incredibili persino per gli stessi scienziati che le concepirono. La rivoluzione di cui si sta parlando si è consumata, nella sua fase più "cruenta", durante i primi trenta anni del ventesimo secolo ed è conosciuta col nome di Teoria Quantistica o Meccanica Quantistica. Nata come tentativo di spiegare la fisica delle particelle elementari, la Teoria Quantistica in seguito crebbe sino ad incorporare gran parte della microfisica e parte della macrofisica. Oggi fra alterne vicende può dirsi (nella sua versione ortodossa) universalmente accettata. Sebbene attualmente nessuno dubiti della sua efficacia pratica ci sono ancora ampie schiere di studiosi che ne mettono in discussione le conseguenze, specie quando queste conseguenze vengono estese alla natura della realtà. Fondamenti della meccanica quantistica : - Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta creata dalle "osservazioni" dell’uomo. Perfettamente in linea con quanto affermato da Marco Todeschini - Le dinamiche fondamentali del micromondo sono caratterizzate dall'acausalità. [/b]Perfettamente in disaccordo con quanto affermato da Marco Todeschini e dallo stesso Einstein “Dio non gioca a dadi”[/b] - E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare a distanza" o possa "scaturire" dal nulla. Perfettamente in accordo con quanto affermato dalla teoria spiritistica di Allan Kardek (ci si legga pure il libro degli spiriti) - Lo stato oggettivo della materia, è caratterizzato da una sovrapposizione di più stati. Come sopra[/] La conclusione più sconvolgente che si può trarre da quanto sino ad ora affermato è senza dubbio quella che asserisce che la realtà è tale solo se è presente l’uomo con le sue "osservazioni" ; con i suoi esperimenti. A differenza delle precedenti rivoluzioni scientifiche, le quali avevano confinato l’umanità ai margini dell’universo, la Teoria Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena. Alcuni eminenti scienziati si sono spinti a ipotizzare che la Teoria dei Quanti abbia perfino risolto l’enigma del rapporto tra Mente e Materia, asserendo che l’introduzione nei processi di misura quantistica dell’osservazione umana è un passo fondamentale per il costruirsi della realtà. Si avvicina moltissimo ad un concetto spiritistico filosofico; infatti il mondo esterno è costituito semplicemente da onde e corpuscoli che colpendo i nostri organi di senso evocano a livello del sistema nervoso una determinata immagine della realtà. Così si può dire che la realtà che io vedo non è quella che vede un gatto, o un cane[/] UN GRANDE DIBATTITO Seppur fortemente avversata sin dal suo apparire (Einstein per manifestare la sua contrarietà arrivò a coniare la frase "Dio non gioca a dadi") la Meccanica Quantistica, è oggi universalmente accettata. Essa, oltre spiegare processi a livello microscopico come la stabilità dell’atomo o processi macroscopici come la superconduttività, ha ottenuto recenti eclatanti conferme sperimentali : si pensi alla diseguaglianza di Bell. L'articolo di Bell del 1965 era intitolato "Sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen". Il Paradosso Einstein-Podolsky-Rosen presume il realismo locale, ossia le nozioni intuitive che gli attributi delle particelle abbiano valori definiti indipendentemente dall'atto di osservazione, e che gli effetti fisici abbiano una velocità di propagazione finita. Bell ha dimostrato che il realismo locale impone delle restrizioni su certi fenomeni, che non sono richieste dalla meccanica quantistica. Queste restrizioni sono chiamate disuguaglianze di Bell. Ciononostante il grado di diffidenza nei confronti di questa materia - sempre in bilico tra Fisica e Metafisica - è rimasto (come si diceva anche dianzi) alto. I suoi assunti, al limite dell’assurdo, mettono a dura prova le menti più aperte. Anche nell’era dei computer superveloci, la Teoria Quantistica più che una scienza "accettata" si caratterizza per una scienza "subita". E sono soprattutto gli studiosi di microfisica, i quali ogni giorno hanno a che fare con i suoi assunti filosofici e con il suo formalismo matematico, che più soffrono questo stato di cose. Recentemente però, una agguerrita schiera di fisici, la cui punta di diamante è rappresentata dall’inglese S.Hawking, è riuscita a rovesciare la situazione, volgendo a loro favore proprio quelle "conseguenze" della Meccanica Quantistica che maggiormente rendevano perplessi i fisici atomici. In questo contesto Hawking crea una vera e propria disciplina scientifica ; la Cosmologia Quantistica, attraverso la quale molti misteri dell’universo trovano una razionale spiegazione. E questo, come detto, partendo proprio dagli assunti quantistici più "rivoluzionari". In questa nuova prospettiva trova coerente giustificazione la nascita della materia dal nulla. La Fisica del Quanti, in effetti, prevede che in determinate condizioni la materia possa scaturire dal nulla. Questa è una delle cose più paradossali della teoria quantistica. Che cosa potrebbe scaturire dal nulla? Una materia con una densità definita, o una forza priva di qualsiasi densità? Sembra che a questa domanda gli scienziati abbiano rinunciato a rispondere! Questa non è fantascienza, ma scienza nel senso più alto del termine. E qui tornano alla mente le profetiche parole del grande W.Heisenberg quando affermava : "La più strana esperienza di quegli anni [1920 – 1930] fu che i paradossi della Teoria Quantistica non sparirono durante il processo di chiarificazione; al contrario, essi divennero ancora più marcati e più eccitanti ... ". Sì, "eccitanti", è la parola giusta per definire il ventaglio di possibilità che allora si dischiudeva e che anche oggi può dischiudersi affrontando senza condizionamenti la Teoria dei Quanti. Una nuova interpretazione del principio quantistico denominato "Probabilismo", ad esempio, deporrebbe a favore del libero arbitrio. Una lettura a trecentosessanta gradi della diseguaglianza di Bell (diseguaglianza che dimostra la possibilità di azioni a distanza) prova che l’universo non può più essere considerato una mera collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante, nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto. Questo concetto è antecedente alla teoria quantistica, e risale addirittura a Niuton, dal momento che se ammettiamo che qualsiasi corpo dell’universo esercita la sua forza gravitica in qualsiasi punto, anche a miliardi di anni luce, ricalchiamo in sostanza il concetto quantistico. IL PROBABILISMO E L’ACAUSALITA’ All’inizio del ventesimo secolo, i fisici ritenevano che tutti i processi dell’universo fossero perfettamente calcolabili purché si avessero a disposizione dati di partenza sufficientemente precisi. Questa filosofia deterministica aveva preso le mosse due secoli prima quando Newton, con la sua legge di gravitazione universale, era riuscito a descrivere le orbite dei pianeti. In un sol colpo lo scienziato inglese aveva dimostrato che una mela che cade da un albero e un corpo celeste che si muove nello spazio, sono governati dalla stessa legge : l’universo ticchettava come un gigantesco orologio perfettamente regolato. Ma in concomitanza con la fine dell’epoca vittoriana, quella presuntuosa sicurezza svanì ; avvenne nel momento in cui i fisici tentarono di applicare quelle leggi meccanicistiche al comportamento del mondo atomico. In quel minuscolo regno, gli eventi non fluiscono armonicamente e gradualmente con il tempo, ma si modificano in modo brusco e discontinuo. Gli atomi riescono ad assorbire o liberare energia solo in forma di pacchetti discreti chiamati Quanti (da qui il termine Meccanica Quantistica). A questo livello la natura non funziona più come una macchina, ma come un gioco di probabilità. Nei primi decenni del nostro secolo lo scienziato danese Niels Bohr scoprì che le particelle atomiche si comportavano in modo molto meno prevedibile che non gli oggetti ordinari come le matite o le palle da tennis. Le parole "sempre" e "mai", di cui si faceva largo uso per i processi del mondo macroscopico, dovettero essere rimpiazzate dai termini "spesso" e "raramente". Non si poteva dare più nulla per scontato. Questo brano è completamente in disaccordo con il concetto casuale di Marco Todeschini che dirà: 11. L’affinità chimica che permette l’unione di atomi nella maniera più intima in modo da formare un composto (molecola) che ha caratteristiche proprie del tutto diverse dagli atomi componenti, se è una proprietà accertata sperimentalmente da più di un secolo, tuttavia è sempre restata un mistero, sia nella sua essenza, che nella sua meccanica. Essa trova ora nella mia teoria che considera il sistema atomico un campo sferico di fluido centro-mosso, una chiara, esauriente e convincente spiegazione. Infatti se supponiamo che la molecola di un composto chimico sia costituita di due atomi che ruotano in senso contrario, come i loro campi fluidi concentrici, ciascuno di tali atomi essendo una massa ruotante in senso contrario, immersa nel campo dell’altro atomo ruotante nel senso opposto, risentirà per effetto Magnus una forza che lo spinge verso l’altro. Tale forza avente lo stesso ufficio di quella di affinità che attrae e lega gli atomi tra di loro, ci dice che anche la forza di attrazione tra gli atomi non è affatto di natura chimica, ma è di natura fluidodinamica e si effettua solamente tra atomi ruotanti in senso opposto. Ne consegue che anche la forza chimica di affinità non esiste, poichè essa ha per corrispondente solamente delle decelerazioni (degli urti) del fluido del campo atomico contro la massa, cioè l’urto tra queste due masse. Questa scoperta ha una formidabile portata, perché consente di chiarire che nessuna azione chimica si svolge nel corpo umano, ma esclusivamente avvengono successioni di urti tra atomi ed elettroni in corsa. Elementi come le orbite percorse dagli elettroni attorno al nucleo, non potevano più essere definite con precisione. Anche il "quid" che ad un certo punto induceva l’atomo radioattivo alla disintegrazione doveva sottostare alle leggi della probabilità. Il fisico italiano Franco Selleri nel suo libro "La Causalità Impossibile" spiega bene la situazione e le conseguenze delle idee introdotte dalla Teoria dei Quanti. Egli scrive : "Il problema che risulta molto naturale porsi è quello di capire le cause che determinano le differenti vite individuali dei neutroni [liberi]. Lo stesso problema si pone per ogni tipo di sistema instabile come atomi eccitati [...]. L’interpretazione di Copenhagen [quella della Meccanica Quantistica ortodossa] della teoria dei quanti non solo non fornisce alcuna conoscenza di queste cause, ma accetta esplicitamente una filosofia acausale secondo la quale ogni processo di disintegrazione di un sistema instabile ha una natura assolutamente spontanea che non ammette una spiegazione in termini causali. Secondo tale linea di pensiero il problema delle diverse vite individuali dei sistemi instabili dovrebbe necessariamente restare privo di risposta e dovrebbe anzi essere considerato un problema non scientifico". IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE E LE FLUTTUAZIONI NEL VUOTO Nel 1927 il fisico tedesco Werner Heisenberg scoprì che la natura probabilistica delle leggi della Meccanica Quantistica poneva grossi limiti al nostro grado di conoscenza di un sistema atomico. Normalmente ci si aspetta che lo stato di una microparticella in movimento (consideriamo ad esempio un elettrone in rotazione attorno al nucleo) sia caratterizzata completamente ricorrendo a due parametri : velocità e posizione. Heisenberg postulò invece, che a un certo livello queste quantità sarebbero dovute rimanere sempre indefinite. Tale limitazione prese il nome di Principio di Indeterminazione. Questo principio afferma che maggiore è l’accuratezza nel determinare la posizione di un particella, minore è la precisione con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. Quando si pensa all’apparecchiatura necessaria per eseguire le misurazioni, questa indeterminazione risulta intuitiva. I dispositivi di rilevazione sono così grandi rispetto alle dimensioni di una particella che la misurazione di un parametro come la posizione è destinato a modificare anche la velocità. Occorre sottolineare però che le limitazioni in parola, non derivano solo dalla interazione tra mondo microscopico e mondo macroscopico, ma sono proprietà intrinseche della materia. In nessun senso si può ritenere che una microparticella possieda in un dato istante una posizione e una velocità. Questo è estremamente grave perché priva l’elettrone di qualsiasi traiettoria. In sostanza un elettrone può trovarsi contemporaneamente in qualsiasi punto del campo atomico. Ma in tal modo si rinuncia alla spiegazione del perché gli atomi stessi, nelle strutture cristalline e nelle molecole si posizionino secondo determinate traiettorie. Se accettassimo all’indeterminazione casuale dei quanti, dovremmo rinunciare alla spiegazione dei cristalli e delle molecole Queste sono, seguendo Heisenberg, caratteristiche incompatibili; quale delle due si manifesti con maggior precisione dipende solo dal tipo di misurazione che lo sperimentatore ("l’osservatore") decide di effettuare. E qui ci si imbatte nella più straordinaria novità introdotta dalla Fisica Quantistica ; ovvero la dipendenza della realtà obiettiva del mondo atomico (mondo che, non dimentichiamolo, è alla base di ogni cosa nell’universo) rispetto alle "scelte" effettuate da colui che si trova davanti all’apparecchiatura di misura. Se lo sperimentatore decide di rilevare la posizione di una particella questa cesserà (letteralmente) di "esistere" nella dimensione "velocità" e viceversa. Qui travalichiamo letteralmente nella metafisica. Si legga il libro degli Spiriti secondo Allan Kardek, per ritrovare simili concetti. Per gli scienziati adusi a concepire l’universo oggettivo della materia indipendentemente dall’uomo, oppure abituati a calcolare contemporaneamente e con precisione millimetrica velocità e posizioni dei più disparati oggetti, queste nuove idee rappresentano una vera e propria rivoluzione. Oltre alla posizione e alla velocità delle particelle, il Principio di Indeterminazione di Heisenberg pone limiti anche alla misura simultanea di parametri come l’energia e il tempo. Questo comporta che per periodi brevissimi la legge di conservazione dell’energia subisce una sospensione. Nel mondo di tutti i giorni, materia ed energia non si creano e non si distruggono cambiano solo di stato. La benzina non si materializza nei nostri serbatoi, e quando si brucia un litro di carburante si finisce per ottenere una quantità di "energia" e di scorie che equivalgono esattamente a un litro di benzina. Ma su scala atomica, le cose non vanno così. Il piccolissimo grado di indeterminazione esistente tra i vari livelli di energia e tempo, provoca (per intervalli brevissimi), fluttuazioni nell’energia del sistema. Per tempi che si aggirano intorno al miliardesimo di trilionesimo di secondo un elettrone ed il suo compagno di antimateria - il positrone - possono emergere improvvisamente dal nulla, congiungersi e quindi svanire. Questa è più di una semplice ipotesi; gli effetti di questi comportamenti spontanei di creazione e annullamento sono stati misurati in laboratorio in preciso accordo col Principio di Indeterminazione. E non si creda che la fugace vita di queste particelle non abbia senso o conduca a nulla. Durante la loro breve esistenza questi singolari enti possono compiere una bella dose di lavoro ; si pensi all’attrazione e alla repulsione elettrica, ai processi legati alle le varie forme di magnetismo, ecc. Anche qui abbiamo particelle (consistenti o di semplice energia?) che si creano dal nulla al di la di qualsiasi logica. Ma se la materia può crearsi dal nulla, sia pure per brevissimi periodi di tempo, significa che la materia stessa è costituita di nulla. Ma a questo punto possiamo anche presupporre che pure l’intero universo sia scaturito dal nulla, dal momento che il calcolo del tempo che sia di miliardesimi di secondo o di miliardi di anni diventa del tutto una considerazione soggettiva. Questi inusuali eventi subatomici diedero ai fisici una nuova prospettiva per comprendere lo spazio vuoto. Per Heinz Pagels della Rockfeller University, il vuoto assomiglia alla superficie dell’oceano : "Immaginate di sorvolare l’oceano con un jet. Da quel punto di osservazione ottimale, la superficie sembra perfettamente uniforme e vuota. Ma voi sapete che se foste su una barca, vedreste enormi onde tutt’attorno. Così si comporta il vuoto. Su grandi distanze - ovvero le distanze che noi sperimentiamo come esseri umani - lo spazio ci appare completamente vuoto. Ma se potessimo analizzarlo da molto vicino vedremmo tutte le particelle quantistiche entrare e uscire dal nulla ". Le particelle quantistiche escono ed entrano dal nulla. Anche questo è uno dei maggiori paradossi della fisica moderna, dal momento che quando si parla di nulla si presuppone un quid privo di qualsiasi attributo, ma soprattutto ci si pone necessariamente la domanda di cosa intenda la fisica quantistica per nulla. Dal momento che il nulla è in grado di creare delle particelle deve essere necessariamente un qualcosa. E non mi si venga a dire che sono concetti difficili, dal momento che sono accessibili anche ad un bambino delle elementari I fisici chiamano queste particelle "fluttuazioni nel vuoto". Il concetto sembra sfidare il buonsenso ma è perfettamente valido nell’ambito della Meccanica Quantistica. "Non c’è punto più fondamentale di questo", ha scritto John Wheeler, "lo spazio vuoto non è vuoto. In realtà è la regione dove avvengono i fenomeni fisici più violenti". Ma se lo spazio vuoto non è vuoto deve essere necessariamente un pieno. Si da pertanto necessariamente ragione a Marco Todeschini, solo che mentre quest’ultimo è riuscito a determinare con precisione la densità di questo vuoto, o meglio pieno, la fisica quantistica preferisce muoversi tuttora nella nebbia LA DISEGUAGLIANZA DI BELL E LE "AZIONI A DISTANZA" La diseguaglianza di Bell è una formulazione moderna di un famoso paradosso escogitato dai fisici Einstein-Podolsky-Rosen per dimostrare che la meccanica quantistica non poteva essere considerata una teoria esatta o quantomeno completa. Sia il paradosso di Einstein e compagni (elaborato nel 1935) che la diseguaglianza di Bell (formulata nel 1965), non poterono essere verificati sperimentalmente prima del 1982. Fu a partire da quell'anno infatti che Alain Aspect dell'Università di Parigi, approntò una serie di esperimenti i quali permisero di seguire l'evoluzione spazio-temporale di coppie di particelle emesse da un'unica sorgente e dirette verso rivelatori lontani. Non è questa la sede per entrare in dettagli tecnici, qui basterà sottolineare che i risultati degli esperimenti del prof. Aspect provarono una notevolissima violazione della diseguaglianza di Bell e quindi indirettamente confermarono le tesi sostenute dai fisici quantistici. Per spiegare la diseguaglianza di Bell occorre partire dalla definizione fisica di "localismo" o "realismo locale" ; è infatti sulla convinzione che il localismo non possa essere in alcun modo violato che, prima Einstein-Podolsky-Rosen, poi Bell, fondano i loro teoremi. Si ha "localismo" quando due oggetti separati da grande distanza, esistono indipendentemente l'uno dall'altro, nel senso che l'azione compiuta su uno di essi non modifica in modo sensibile le proprietà oggettive dell'altro. Ora, la fisica classica, così come la relatività einsteiniana, non contempla violazioni del "realismo locale" ; la meccanica quantistica invece, prevede ampie "deroghe" alla possibilità di influenze a distanza. Al riguardo leggiamo quanto scritto, mezzo secolo fa, da Niels Bohr : "Tra due particelle [correlate] che si allontanano l'una all'altra nello spazio, esiste una forma di azione-comunicazione permanente. [...] Anche se due fotoni si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente ..." Anche qui si travalica nello spiritismo. Infatti su che base due particelle, che avevano precedentemente comunicato fra loro (e per comunicare intendo azioni di attrazione o repulsione), dovrebbero continuare a formare un ente unico anche se si trovano a grande distanza. Pare che i fisici abbiano rinunciato a dare spiegazioni esaurienti. Questa "azione-comunicazione" permanente tra le due microparticelle faceva infuriare Einstein. Chi non ricorda come uno degli assunti fondamentali delle sue teorie, oltre al localismo, prevedesse l'impossibilità di viaggiare o comunicare a velocità superiore quella della luce. Nel caso della coppia di particelle emesse da un'unica sorgente dell'esperimento di Aspect, la comunicazione risultava addirittura istantanea. Per le sue dirompenti conseguenze, la diseguaglianza di Bell, per giudizio unanime di fisici ed epistemologi, rappresenta una delle tappe più inquietanti nell'intera storia del pensiero scientifico. Ci credo quando si travalica troppo nella filosofia L'EFFETTO TUNNEL QUANTISTICO Una interessante conseguenza del Principio di Indeterminazione di Heisenberg è il cosiddetto Effetto Tunnel. Classicamente una particella può oltrepassare un ostacolo (o una barriera di potenziale) soltanto se possiede sufficiente energia. In campo umano una situazione simile può essere immaginata pensando ad un atleta impegnato in un salto in alto. Se dopo adeguata rincorsa, il nostro atleta sarà in grado di esprimere sufficiente energia, riuscirà ad oltrepassare l'asticella che fissa il limite superiore del salto, viceversa rovinerà contro di essa. La situazione appena descritta non è vera in meccanica quantistica. Il piccolissimo grado di indeterminazione esistente tra i vari livelli di energia e tempo, si traduce in rapidissime fluttuazioni dei sistemi microfisici. Per tempi che si aggirano intorno al miliardesimo di trilionesimo di secondo, un gruppo di elettroni può prendere a prestito dal "nulla" sufficiente energia il nulla qundi è pieno di energia e oltrepassare una barriera di potenziale altrimenti insuperabile. Il Principio di Indeterminazione vincola però la realizzazione di una tale transizione alla rapidissima restituzione dell'energia utilizzata nel prestito. L'Effetto Tunnel quantistico ha validità universale ed è alla base di fenomeni quali il "tunneling elettronico" e la radioattività. Il nucleo di un atomo è normalmente circondato da una "altissima barriera" che non permette ai neutroni e ai protoni di allontanarsi da esso. Nonostante ciò (specialmente nei minerali di Uranio e Radio) in seguito all'Effetto Tunnel, gli inquilini del nucleo, possono "scavarsi ampie gallerie" e lasciarsi alle spalle le barriere di potenziale rappresentate dall'attrazione nucleare, dando così vita al fenomeno della radioattività. Einstein fu profondamente turbato da questo aspetto della nuova fisica. "Dio non gioca a dadi" disse una volta, e affermò che il Principio di Indeterminazione anche se utile nella pratica, non poteva rappresentare il rapporto fondamentale tra i livelli di conoscenza della realtà fisica. Come scrisse al fisico Max Born : "Le teorie di Bohr sulla radiazione mi interessano moltissimo, tuttavia non vorrei essere costretto ad abbandonare la causalità stretta senza difenderla più tenacemente di quanto abbia fatto finora. Trovo assolutamente intollerabile l'idea che un elettrone esposto a radiazione scelga di sua spontanea volontà non soltanto il momento di "saltare", ma anche la direzione del "salto". In questo caso preferirei fare il croupier di casinò piuttosto che il fisico" ---------------------------------------------------------------------------------------- Altre..."chicche" le troverete qua ! http://forum.panorama.it/viewforum.php?id=9 Ciao a tutti da Ettore e BUONE FESTE !! - (...un po' anticipate ma fa lo stesso ! )
  7. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    niouri Utente Registrato: 10-11-2008 Messaggi: 125 Problemi aperti in cosmologiaProblemi aperti in cosmologia Intervista a halton arp* *Halton Arp, nato a New York, laureatosi con lode ad Harvard nel 1949, prese la specializzazione in astrofisica presso il Caltech nel 1953, con un lavoro sulla frequenza di stelle novae nella galassia di Andromeda. Per quasi trent'anni ha fatto parte dello staff di astronomi degli osservatori di Monte Palomar e Wilson studiando in particolare, con metodi fotografici, le galassie con forma anomala e irregolare. Da queste osservazioni costruì il famoso Atlas of peculiar galaxies, una rassegna di 338 tra le galassie più strane che si conoscano. Dopo la scoperta dei quasar, Arp osservò che essi sembravano concentrarsi nei dintorni di alcune delle sue galassie peculiari. Forse la più famosa delle sue "associazioni" riguarda la galassia spirale barrata NGC 1073 a basso redshift, all'interno delle cui braccia Arp ha scoperto ben tre quasar ad alto redshift. Dopo il 1984, anno in cui gli fu negato l'utilizzo dei telescopi di Palomar e Wilson, Arp lasciò gli Stati Uniti per "emigrare" in Europa aggregandosi allo staff dell'ESO (European Southern Observatory) presso il Max Planck Institute di Garching, in Germania. Nel 1988 Arp ha presentato gli esiti della sua ricerca nel famoso libro Quasar, redshift and controversies, pubblicato in lingua italiana dall'editrice Jaca Book con il titolo La contesa sulle distanze cosmiche e le quasar. Da allora ha proseguito i suoi studi individuando, in questi anni, esempi di redshift anomali ancora più eclatanti. Introduzione di Francesco Bertola** **Francesco Bertola è Ordinario di Astrofisica all'Università di Padova e accademico dei Lincei. É autore di numerose pubblicazioni sulla struttura dinamica e sull'evoluzione delle galassie. Nel 1989 ha vinto il Premio Presidente della Repubblica. Nel 1963 l'astronomo Maarten Schmidt riuscì a interpretare lo spettro di una sorgente astronomica di dodicesima grandezza, dimostrando che l'oggetto si allontanava da noi con una velocità di cinquantamila chilometri al secondo. Se si pensa che le galassie di pari brillanza sono caratterizzate da una velocità di recessione, dovuta all'espansione dell'universo, di appena qualche migliaio di chilometri al secondo, ci si rende conto dell'eccezionalità della scoperta dello Schmidt. Il ritrovamento di altri oggetti simili portò subito alla conclusione che esisteva una classe di oggetti celesti superluminosi, che furono chiamati quasar, la cui velocità di recessione era da attribuire al fenomeno dell'espansione dell'universo. Halton Arp, che a quell'epoca lavorava a Pasadena, gomito a gomito con Maarten Schmidt, non accettò per nulla l'idea che la natura dello spostamento verso il rosso delle righe spettrali dei quasar fosse cosmologica, cioè dovuta all'espansione dell'universo. E da quasi quarant'anni questo scienziato, che negli anni Cinquanta aveva prodotto brillanti ricerche su temi classici come quello degli ammassi globulari e delle stelle novae, si sta battendo con tutte le sue forze per dimostrare la natura non cosmologica del redshift. Uno dei suoi approcci più noti è quello di voler dimostrare la vicinanza fisica di galassie brillanti e di deboli quasar che, a giudicare dalle grandi differenze dei loro redshift dovrebbero trovarsi a distanze da noi molto diverse secondo la cosmologia convenzionale. Il punto di partenza di Arp mina alla base il modello cosmologico del Big Bang, che prevede che le galassie (e i quasar, che sono considerati nuclei di galassie in una fase particolarmente attiva) siano tanto più giovani quanto sono più lontani. Concetto di origine dell'universo e scenari evolutivi tipici del modello del Big Bang non hanno più valore per Halton Arp. Nei primi anni Sessanta c'era ancora posto per teorie cosmologiche rivali e a quell'epoca si dibatteva molto tra la teoria dello stato stazionario e quella del Big Bang ma, a partire dal 1965, con la scoperta della radiazione di fondo, quest'ultimo modello ha avuto il sopravvento e ben pochi oggi pensano che ci possa essere un'alternativa valida. Nonostante l'immane sforzo di quasi una vita Arp non è riuscito a convincere. Ritengo tuttavia che la sua opera non sia stata vana perché una voce di dissenso è sempre opportuna, stimola il senso critico e induce a riflessioni più approfondite. Specialmente quando, assieme ad Arp, si cimentano scienziati del calibro di Fred Hoyle, Geoffrey Burbridge e Jayannt V. Narlikar. Questi ultimi tre hanno appena pubblicato un libro presso la Cambridge University Press intitolato A Different Approach to Cosmology. From a Static Universe through the Big Bang towards Reality, che chiarisce la attuale situazione della critica al modello del Big Bang. In quest'opera vengono passate in rassegna tutte le osservazioni astronomiche di significato cosmologico degli ultimi cinquant'anni e vengono criticate molte interpretazioni "convenzionali". Il punto di vista espresso è che la dipendenza dal modello del Big Bang ha portato a un ingiustificato abbandono di modelli alternativi. Molte delle argomentazioni sono basate sulle osservazioni di Arp. Francesco Bertola Ci può spiegare brevemente le implicazioni cosmologiche delle sue osservazioni sui redshift e in particolare se davvero gettano qualche dubbio sulla teoria del Big Bang e perché? Per cominciare, penso che le osservazioni sui redshift contraddicano la teoria del Big Bang. Per questa teoria infatti il punto centrale è che l'universo è in espansione e quindi i redshift delle galassie sono conseguenza della loro velocità, mentre le osservazioni dicono che essi non rappresentano velocità. Quindi questa è, in un certo senso, una prova diretta che l'universo non è in espansione. Veniamo alle implicazioni cosmologiche. Prima di tutto: in realtà non conosciamo molto dell'universo, c'è molto che ancora non conosciamo. Sappiamo che qualcosa è esploso e qualcosa si è aggregato; ci sono galassie che hanno quindici miliardi di anni, altre che sono più vecchie e altre molto più giovani; le più giovani sembrano di meno e le più vecchie di più. Questo mi sembra importante: si vede il ciclo di vita e morte di nuove galassie, di nuova materia, un ciclo di cui naturalmente fa parte anche l'essere umano. Il modo in cui l'universo funziona è molto simile al modo in cui funziona il mondo biologico: prende la materia, la riforma, cresce qualcosa, si moltiplica e poi ricresce, in un ciclo di nascita e di rinascita. Non c'è quindi un inizio dell'universo? Non in questa teoria. Quello che sto dicendo, in definitiva, è che noi non sappiamo quanto vecchio è l'Universo e quanto è grande: forse va avanti da sempre e per sempre, e forse no, ma il Big Bang non è possibile. Probabilmente sono nel vero dicendo che l'Universo esiste per sempre, ma muta in continuazione. Ogni volta che esso forma nuove galassie diventa un poco diverso, come gli esseri umani: essi nascono, nuove generazioni nascono come le vecchie, ma lievemente differenti. C'è quindi un cambiamento, ma noi non abbiamo a disposizione una scala temporale sufficientemente lunga per vedere questi cambiamenti e di quale natura essi siano. Quale relazione c'è tra le sue osservazioni e le evidenze sperimentali, come la radiazione cosmica di fondo (CMB), su cui si basa la teoria del Big Bang? Secondo la teoria del Big Bang, la radiazione di fondo deve formarsi, durante l'esplosione, in un momento molto particolare, quello in cui la radiazione si è separata dalla materia e in cui si sono formate anche le galassie. Così, essa deve essere emessa da un guscio molto sottile; sono necessarie condizioni molto particolari che io ritengo molto improbabili. In un universo non in espansione, invece, la radiazione non è diffusa tutt'intorno, ma è qualcosa che si può integrare fino a grandi distanze, così da renderlo uniforme. La caratteristica più sorprendente della radiazione di fondo è proprio la sua isotropia: essa è uniforme entro una parte su 100 milioni. Come si può ottenere quella uniformità incredibile da un guscio molto sottile? Inoltre si sono formate le galassie, quindi dovrebbe essere visibile l'innesco di queste galassie. Se le galassie non sono in espansione, quella che si osserva è la temperatura del mezzo intergalattico: in un modello non in espansione il mezzo intergalattico deve avere una certa temperatura, ed è proprio quella che osserviamo. Infatti si sa da molto tempo che, se si prende la radiazione emessa dalle galassie e se ne fa una media statistica si ottiene la CMB: niente a che vedere con un'esplosione. Penso quindi che in un universo non in espansione sia semplice giustificare l'esistenza della radiazione di fondo . Qual è il suo rapporto con la comunità scientifica internazionale; in particolare cosa pensano di queste sue idee i cosmologi? La cosmologia e la scienza in generale sono internazionali: le persone impegnate nella ricerca in tutto il mondo si conoscono tra di loro. Non c'è una divisione geografica, ma nei paesi più ricchi c'è una competizione molto forte e spesso una élite accademica difende i punti di vista convenzionali. C'è quindi forte contrasto tra chi cerca di promuovere nuove idee e nuove osservazioni e chi cerca di mantenere le vecchie, spesso dicendo che altre proposte o ragioni sono scorrette. La maggior parte degli astronomi probabilmente non accetta le mie idee e non crede ad esse; alcuni di essi sono molto preoccupati e cercano di eliminarle; altri dicono: ognuno ha le sue idee. Ci sono anche astronomi che accettano le mie idee, ma è più forte la tendenza a difendere le proprie idee sopprimendo l'evidenza, come si può constatare leggendo il mio libro Seeing Red. Il modello del Big Bang è in grado di spiegare molti fatti e non riesce a spiegare solo le sue osservazioni; come può quindi sostenere che il Big Bang non è corretto? La gente che crede al Big Bang dice: le nostre osservazioni spiegano tutto. Ma ci sono molti aspetti importanti, che la teoria del Big Bang non spiega. Invece, la soluzione più generale proposta nella mia ipotesi spiega tutto quello che il Big Bang spiega, ma molto meglio, e inoltre molti più dati osservativi. Per esempio, la teoria del Big Bang si basa sulla teoria della relatività generale. La relatività spiega i fatti dicendo che lo spazio è curvo; ma se lo spazio è il più puro essere vuoto, come si fa a deformarlo? Nel mio modello lo spazio non è curvo, è piatto. Un altro esempio è la materia oscura; trovando che le curve di rotazione delle galassie non obbedivano a ciò che si aspettava, per ritrovare l'accordo fra dati sperimentali e teoria si è inventata la materia oscura ( e per materia oscura non intendo la polvere interstellare, ma quel quid che determina un accelerazione delle galassie attorno ad un determinato centro). Ma non è mai stata rivelata! E sono decenni che si sta cercando una conferma della sua reale esistenza, senza esserci andati neppure vicino: chiaramente lì non c'è. O ancora, si prenda la relazione di Hubble, che è considerata uno dei capisaldi del Big Bang. Dopo molte osservazioni si è trovato che questa relazione non è lineare; inoltre, se si considera la relazione di Hubble per le galassie, si vede che alcune classi di galassie la seguono, mentre un piccolo gruppo non la segue, per esempio le galassie Seyfert, per cui il rapporto velocità - distanza ha un valore completamente diverso che non può essere spiegato. Per cercare di spiegarlo i cosmologi dicono semplicemente: queste galassie hanno una luminosità più alta. Nella teoria del Big Bang c'è sempre una spiegazione del perché i punti sperimentali non stanno sulle curve teoriche! Le recenti osservazioni di supernove sono in contraddizione di un buon 20% con le previsioni del Big Bang. Per spiegarle, i cosmologi sono costretti a reintrodurre la costante cosmologica di cui lo stesso Einstein (il primo a introdurla) negò l'esistenza. Così, ogni volta che un'osservazione è in contraddizione con le previsioni si introduce semplicemente un altro parametro per spiegarla! Noi invece diciamo: possiamo spiegare tutte le osservazioni che il Big Bang spiega, anche meglio, più semplicemente e in modo più logico, e anche le osservazioni che il Big Bang non può spiegare e che gli scienziati del Big Bang non vogliono ammettere. È una questione di buon senso: io non proporrò mai una teoria o un'interpretazione contraddetta da qualche osservazione! -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- http://forum.panorama.it/viewtopic.php?id=16244 Che cosa ne dici di questa..." Teoria " caro Willy ? Ettore
  8. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    GRAZIE...!! - Caro Willy ! CONTINUA COSI' !! - Le tue foto e i tuoi..."Racconti" SONO DAVVERO SPETTACOLARI !!! CIAO ! Ettore
  9. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    BIEN (...la pronuncia va fatta in Francese ! - mi raccomando !!) BELLA....!!! GRAAZIEEE......!!!! - Caro Willy ! Ettore
  10. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    Oh - oh....!!! - Non interviene più nessuno !! - Avrò detto qualcosa di sbagliato ? Mah...!! Ettore
  11. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    Caro Willy, Conosci questo Sito qua ? http://www.ecplanet.com/canale/astronomia-...t/ecplanet.rxdf Ciao ! Ettore
  12. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    Io, ad Onor del Vero, NON ne sono affatto convinto !! http://astronomia.altervista.org/forum/ind...;t=2&st=195 Ahahahahahah.........!!! CIAO A TUTTI E BUONE FESTE DA ETTORE !
  13. Ettore1

    L'Uomo e l'Universo

    COMPLIMENTI caro Willy !!! 8) - HAI APERTO UN BELLISSIMO FORUM !! Se permetti ti consiglio di andare avanti così a spiegare le meraviglie dell'Universo e a corredare il tutto con bellissime fotografie a colori come stai facendo !! ;-) P.S. Sono sicuro che avrai un successo straordinario !! - BRAVO ! Ettore
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