Le immagini non vengono mostrate perché dicono siano troppo forti. Io l'ho visto in diretta, e non so dirvi se nella differita ci sono stati dei tagli o meno. Ma comunque mai nulla dell'impatto di Jules. E' successo più o meno così: Sutil perde il controllo e va a sbattere, e fin qui nulla di strano. Dopo qualche minuto inquadrano nuovamente la zona dell'incidente, e si vede la gru ed i commissari che si sbracciano. In un primo momento si teme per il pilota della Sauber, che però viene poi inquadrato. Si pensa quindi ad un commissario. Nel frattempo viene prima mandata fuori la safety car, e dopo poco viene esposta la red flag. Negli stessi attimi, viene inquadrato il box della Marussia, dove si vede il team molto preoccupato. Nel caos generale, Vanzini e Genè avevano pensato che Bianchi si fosse fermato in un altro punto o fosse un problema tecnico, nulla di nuovo. Quando però viene inquadrato il box di Jules, collegano i vari eventi e comprendono il coinvolgimento del pilota francese. In pratica, Bianchi ha subito l'aquaplanning, non è più riuscito a controllare l'auto ed è uscito. Dalle ricostruzioni, si apprende che l'urto è stato laterale contro la ruspa. Mika Salo, uno dei giudici di gara, ha ammesso che Bianchi ha sbattuto violentemente la testa contro la ruspa. Quindi sono iniziati i vari soccorsi, il pilota è stato portato in ospedale in ambulanza sia per le difficili condizioni atmosferiche, sia perché l'ospedale è molto vicino e, grazie alla scorta della polizia, era possibili giungervi più rapidamente. Infine sull'ambulanza è possibile intervenire subito, sull'elicottero no. Il pilota ha ripreso a respirare autonomamente durante il tragitto. L'operazione per fermare un'emorragia cerebrale è andata a buon fine, ed ora si aspettano nuove notizie. Io personalmente non avevo mai vissuto un momento simile in F1. Ricordo bene il giorno in cui morì il Sic, le immagini bruttissime che passavano sul televisore. Ricordo il giorno, dov'ero, cosa dovevo fare eccetera. Avevo vissuto la morte di Simonsen alla 24h di LM, due anni fa, ma in modo minore onestamente: per quanto mi spiacesse e per quanto lo avessi vissuto in diretta, sapevo che poteva succedere, le condizioni e tutto quanto. Non ho vissuto l'era in cui un incidente grave accadeva ad ogni GP. Non ho vissuto la morte di Senna. E spero di non vivere la morte di Jules. Chi come me ha seguito la F1 negli ultimi anni, ha ritenuto i piloti quasi invincibili, e anche gli incidenti più gravi si risolvevano con qualche giorno di ospedale, come per Massa nel 2009. E se vedessimo il video di questo incidente, un onboard magari, cambieremmo il nostro modo di vedere la F1. Perché non si può avere lo spettacolo a tutti i costi, non si può mettere davanti l'audience alla vita dei piloti. Perché ha ragione Villeneuve quando dice che all'appassionato, al tifoso non cambia alzarsi alle 7 o stare sveglio fino alle 4. E che chi guarda la partenza o primi 20 minuti e poi gira sulle partite, non interessa agli sponsor. Ha ragione quando dice che in situazione di bagnato con una vettura contro il muro, deve subito uscire la safety car. Perché non si può andare a correre in paesi dove il 90% della popolazione ha come mezzo di locomozione l'asino o, se sono fortunati, la motoretta. Anche se ovviamente non è il caso del Giappone, dove la cultura del motorsport è superiore a tante realtà europee. La F1 non è uno sport come tutti gli altri, che se ti si rompe la racchetta la cambi o se hai poca aderenza cambi le scarpette. Se ti esplode una gomma, esci di pista e puoi andare a muro. Se le tue gomme non tengono, ti giri e puoi andare a muro. Non è ammissibile che non si possa cambiare il setup, se il sabato si corre nell'Atacama e la domenica in mezzo alle cascate del Niagara. Da oggi, ormai da ieri, credo che tornerà un po' di consapevolezza su quanto rischino i piloti. E, io per primo, inizierò a rispettarli di più, a non dare del tassista ad uno piuttosto che del viziato ad un altro, perché in pista a Suzuka io ho visto 22 eroi. Come li ho visti a Singapore o a Monza. Anche Lauda si ritirò nel '76, al Fuji. E nessuno osa dare a Lauda del lamentone. Perché un conto è dirlo se si inizia con i vari "Ah, mi ha chiuso troppo" o "Eh, ma dovevo doppiarlo ed ho perso 56 millesimi perché non si è tolto subito". Ma non quando si parla di sicurezza. Perché se uno dei piloti più esperti della F1, come Massa, ti urla da 5 giri che devi fermare la corsa, forse un motivo ci sarà. Se vi dicono che deve arrivare un tifone e vi suggeriscono di anticipare la corsa, forse un motivo ci sarà. Io ricordo un Indianapolis 2006/7/8, non ricordo l'anno giusto, gara di MotoGP vinta da Rossi. Doveva arrivare un uragano o qualcosa del genere, la gara iniziò, su bagnato, ed al primo accenno di peggioramento fu esposta la red flag, gara finita. Certo, si correva negli USA, a Indianapolis, è vero, l'esperienza e tutto. Ma eravamo a Suzuka, non in Corea e neppure in India. Io credevo che i piloti fossero quasi invincibili, e stasera sono qui a sperare che un ragazzo di 25 anni possa tornare anche solo al paddock a vedere la gara, non dico a correre. E qui vale sempre la solita frase, uno dei dogmi dell'automobilismo e del motociclismo, una frase che bisognerebbe ricordare molto più spesso: Motorsport is dangerous. Così è stato, così è e così sempre sarà.