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Wojciech Szczesny, a causa di un fastidio avvertito alla fine del primo tempo della partita con l’Atletico Madrid, è stato sottoposto questa mattina ad accertamenti radiologici presso il J|Medical che hanno evidenziato una lesione di basso grado del muscolo adduttore lungo della coscia sinistra; saranno necessari circa 20 giorni per la sua ripresa agonistica.

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Esonerate Allegri mamma mia che orrore... devi vincere e metti Kaen...  ma dopo che **** di interviste fa... bisognava chiuderla nel primo tempo?? Ma dove e quando pensava chiuderla... hanno tirato una volta è fatto goal dopo il nulla per 90 minuti... questo raga si è bevuto il cervello come Agnelli che continua a farlo sedere in panchina

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Dopo una riunione coi vertici del Bologna nella sua casa di Roma, Sinisa Mihajlovic è stato esonerato: presenti all'incontro l'Ad Fenucci, il dt Sartori e il ds Di Vaio, il vertice da parte del club aveva come scopo quello di portare alle dimissioni il tecnico serbo che però, come previsto, non ha mollato di un centimetro. Il Bologna, allora, ha deciso per l'esonero strappando di fatto il contratto fino al giugno prossimo e dando un taglio netto all'avventura iniziata il 28 gennaio 2019 e conclusa, in questo campionato, con tre punti in cinque gare.

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Comunque quello che si è visto ieri con il VAR è una cosa che da dell'incredibile, gia con o senza Candreva quel goal era regolare. Ma dopo Bonucci era totalemente in posizione regolare. Stessa cosa nella partita della Lazio alla fine rigore sacrosanto per il Verona che perdeva 1 a 0. Niente.

Il calcio proprio non ce la fannona fare le cose in maniera intelligente.

Detto questo preferivo che non succedesse niente a fine partita e che la Juve perdesse... ora con questa storia del VAR non si parla del vero problema della Juve, cioé Allegri. 

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Avanti con Allegri, anche se non troppo allegri dentro casa Juve, com’è logico che sia. A partire da Pavel Nedved, vicepresidente di lotta ma (al momento) non di governo: era uno di quelli ad aver posto il tema di un eventuale esonero, già nella riunione di venerdì alla Continassa, con Agnelli, il ds Federico Cherubini e l’ad Maurizio Arrivabene. Ma dovendo guardare ai conti, oltre che al campo, presidente e ad hanno detto no. Il rosso in bilancio incombe, l’assemblea degli azionisti di ottobre pure, e non si vorrebbe appesantire il monte stipendi con un esonero da nababbi, sui 21 milioni di euro (netti).

Dopodiché, andare avanti con Allegri — cosa che Agnelli ha ribadito anche ieri, in una delle tante telefonate con l’allenatore — non significa essere soddisfatti, sostenere che va tutto bene e che non c’è alcun problema. Al contrario, guai ce ne sono disseminati un po’ ovunque, compresa una serie di congiunzioni astrali da Legge di Murphy: se qualcosa può andare male, lo farà. Lo slogan della stagione juventina, fin qui. Problemi da riempire un depliant: i risultati, la classifica, gli infortuni e, soprattutto, lo scollamento tra un pezzo della squadra e Allegri. Di più, dopo le confessioni dell’allenatore al Corriere. Morale, vista dalla tribuna, dove stavano gli occhi della dirigenza: una squadra che pare non rispondere alle sollecitazioni del tecnico. Come a Monza, con una foto distribuita sul web come fosse un volantino pubblicitario: Cherubini con lo sguardo perso nel vuoto, Arrivabene con gli occhi piantati sul campo, e Nedved nel mezzo, testa china e i riccioli biondi tra le mani. Lui, che con quella maglia scese anche in serie B, ma correndo, sbuffando e lottando. Ergo, troppi indizi per non cambiare, come diceva quella battuta di Jean Reno, in un fortunato thriller degli anni Ottanta: «Al minimo dubbio, nessun dubbio». Ma il club ha deciso di andare avanti.

L’attuale panorama offre un’infermeria zeppa e un centrocampo a pezzi, per una squadra decimata e squinternata. Con la quale Allegri era però convinto di farcela, a Monza. Non proprio la tana del Psg. Invece, «halma» piatta. Il problema è che la sua Juve non c’è più, e quella che aveva in testa non c’è ancora: una volta era la rosa ad aggiustare i risultati, anche quando il gioco latitava. Eppure il tecnico è convinto di rimontare, almeno in campionato, non appena riavrà qualche pezzo. Da Pogba a Chiesa, la domanda è: quando? L’altro tarlo del club è che Allegri non sia più ai comandi della squadra o che più di qualcuno vada per i fatti suoi: a partire da Di Maria — «grandissimo giocatore, ma non un leader», sibila un compagno — per finire a Bonucci e Danilo, superstiti della vecchia guardia, che fin qui hanno tentato di tenere unita la compagnia. E poi, bussano i risultati, la religione per la quale, da qualche anno, Allegri è andato alla guerra: con due vittorie su nove partite, Champions compresa, c’è poco da dire e tanto da fare.

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Un avvio disastroso di stagione non è sufficiente. Nemmeno il fatto che l'hastag #allegriout sia nella top ten mondiale delle tendenze social e che Pavel Nedved abbia spinto per l'esonero. L'amicizia con il presidente Agnelli e, soprattutto, i troppi soldi che la Juve dovrebbe dargli fino al 2025, continuano a mantenere Allegri sulla panchina bianconera. La domanda però nasce spontanea: fino a quando? Se la situazione non dovesse migliorare è pronto Montero, attuale allenatore della Primavera. Per giugno l'obiettivo è Gasperini. 

La scelta di Montero come traghettatore è la più logica. Non costerebbe nulla alla società, visto che è già a libro paga, conosce perfettamente l’ambiente e piace, molto, ai tifosi. Nel caso in cui la Juve continuasse sulla scia dei risultati e delle prestazioni dell'inizio di stagione, insomma, il solo nome credibile per il post Allegri sarebbe quello dell'ex difensore uruguaiano. Diverso il discorso relativo al prossimo giugno. In casa Juve ci si augura che il rientro degli infortunati possa dare una svolta a una squadra che, al momento, non sembra dare segni di vita. Se le cose, però, non dovessero cambiare, il nome caldo per l'anno prossimo è quello di Gian Piero Gasperini.

Anche qui si parte dal fatto che l'attuale allenatore dell'Atalanta ha un passato bianconero. Ha fatto benissimo durante la gestione delle giovanili negli anni '90 e inizi 2000. L'esperienza bergamasca lo ha portato nel ristretto novero degli allenatori capaci di coniugare i risultati e un calcio attrattivo. Oltretutto con una rosa non certo ai livelli di chi punta ai massimi traguardi. Tre qualificazioni consecutive alla Champions League e decine di giocatori valorizzati sono un biglietto da visita più che credibile. Anche il nuovo atteggiamento tattico, con una squadra meno aggressiva e più in grado di gestire i vari momenti della partita, lo rende un candidato ideale per chi voglia puntare in alto. Non ci sono controindicazioni, insomma, per il ritorno a Torino di Gasp.

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non mandano via nessuno, come li pagano poi con le noccioline, gasperini un altro sopravvalutato, non serve uno come lui, se lo prendono sarà un fallimento alla sarri, se devono far quadrare i conti dovrebbero far dare le dimissioni a molti, partire dalla dirigenza, giocatori ecc ecc, poi prendere un allenatore giovane con idee che si presta ripartire con ragazzi di belle speranze, ovviamente serve un DS che li sa riconoscere non quello che abbiamo

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Dico amaeamente che A sto punto era meglio tenere Pirlo, su Allegri mi so sbagliato, boo credevo che potesse portare qualcosa ma da quando è arrivato la non ha nessuna idea di gioco. 

Gasperini pure a me non piace l'idea, secondo me è un allenatore bravo per squadre come l'atalanta. 

Ma non si puo andare avanti con Allegri, si dovrebbe solo vergognare e dare le demissioni per come gioca la squadra da quando è arrivato... l'infermeria un ****. Questa scusa la puoi usare quando giochi contro delle big ma no quando ti fai mettere sotto per 90 minuti dal lecce, benevento e monza.

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Al momento, scrive Tuttosport, non sono ci sono stati contatti con altri allenatori ma anche fra i tifosi sono tanti i nomi che circolano. Thomas Tuchel, senza squadra dopo l'esonero dal Chelsea, è sicuramente un profilo gradito ma il tedesco sembra orientato ad aspettare una mossa da parte del Bayern Monaco. Discorso simile per Zidane: è stato il grande sogno per la panchina in passato, ma adesso Zizou sta aspettando la Nazionale francese e convincerlo sarebbe quasi impossibile. Infine il CT azzurro Roberto Mancini: vicino alla Juve in altre occasioni, piace alla dirigenza, ma ha un contratto con la Federazione. Sarebbe una soluzione con un rapporto qualità/prezzo considerato accettabile.

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