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L'Uomo e l'Universo


Willy

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volendo, potrebbe l'uomo "ricreare" la vita su di esso?

 

ricreare quella che c'era (se c'era) non è possibile, di certo è possibile portarne di nuova; noi stessi in primo luogo ma anche animali, piante e batteri.

 

Sarebbe bello se non si trovasse un batterio ma qualcosa di diverso che possa aiutare a capire i meccanismi con i quali si origina la vita. Ci sono una marea di idee a riguardo e tutto quello che può fare chiarezza è benvenuto.

 

Poi la botta di fortuna sarebbe recuperare una spora ma è davvero poco probabile. Primo perché deve esserci un organismo sporigeno marziano (e non ce lo garantisce nessuno), secondo perché dobbiamo trovare la spora, terzo perché deve essere ancora vitale.

 

Sulla terra è stata fatta germinare una spora datata tra i 25 e i 40 milioni di anni, però è stata recuperata dall'intestino di un insetto rimasto intrappolato in una goccia d'ambra (si tipo Jurassic park). Non ho idea se il sottosuolo di Marte possa nascondere un luogo dove una spora può passare in tranquillità qualche milione di anni.

 

si, è possibile che se la vita è stata presente su marte se ne possa trovare ancora oggi in forma di spore. Daltronde sono già stati esaminati batteri terrestri sopravvissuti 2 anni su marte in una sonda mandata dall'uomo. Inoltre oggi sappiamo che i batteri sono capaci di sopravvivere anche all'interno di rocce a km di profondità sulla terra, quindi se c'è stata vita su marte potrebbe esserci ancora oggi.

MADNESS TO SURVIVE

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ricreare quella che c'era (se c'era) non è possibile, di certo è possibile portarne di nuova; noi stessi in primo luogo ma anche animali, piante e batteri.

 

 

 

si, è possibile che se la vita è stata presente su marte se ne possa trovare ancora oggi in forma di spore. Daltronde sono già stati esaminati batteri terrestri sopravvissuti 2 anni su marte in una sonda mandata dall'uomo. Inoltre oggi sappiamo che i batteri sono capaci di sopravvivere anche all'interno di rocce a km di profondità sulla terra, quindi se c'è stata vita su marte potrebbe esserci ancora oggi.

 

 

Però non è detto che sia durata così a lungo da generare abbastanza diversità per colonizzare ambienti tanto ostili. Insomma è tutto da vedere, però vista l'adattabilità dei microrganismi tutto è possibile

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Come archiviare sul DNA libri, canzoni e film

 

Ventisei secondi del famosissimo discorso di Martin Luther King I have a dream e 154 sonetti di Shakespeare sono stati memorizzati – rispettivamente come file MP3 e come testo ASCII – in un filamento di DNA. A riuscirci è stato un gruppo di ricercatori dello European Bioinformatics Institute (EMBL-EBI) che descrivono il metodo utilizzato in un articolo pubblicato su “Nature”.

 

Il DNA è un materiale ideale per la conservazione delle informazioni: richiede una quantità di spazio incredibilmente piccola, non ha bisogno di alcuna energia per conservare l'informazione e infine perché, come ha dimostrato il sequenziamento del genoma di uomini e animali risalenti a molte migliaia di anni fa, è in grado di preservarla per un tempo quasi illimitato, al contrario degli attuali supporti elettronici e optoelettronici. Tutti i supporti utilizzati finora si scontrano inoltre con il problema dell'obsolescenza dei dispositivi, che impongono frequenti e costose migrazioni da un sistema vecchio a uno nuovo.

 

Tentativi di utilizzare il DNA come mezzo di archiviazione erano già stati effettuati, ma avevano incontrato due difficioltà: in primo luogo, con i metodi attuali è possibile produrre solo sequenze di DNA piuttosto brevi. Inoltre, la scrittura e la lettura di DNA sono soggette a errori, in particolare in presenza di ripetizioni delle lettere del DNA.

 

Nick Goldman e Ewan Birney sono riusciti a superare questi problemi sviluppando un nuovo codice. "Sapevamo di aver bisogno di creare un codice usando solo brevi stringhe di DNA, e di doverlo farlo in modo da rendere impossibile la creazione di una 'smagliatura' in corrispondenza di una stessa lettera”, ha detto Birney. “Così abbiamo pensato: rompiamo il codice in un sacco di frammenti sovrapposti da entrambe le parti, con informazioni di indicizzazione che mostrano dove si trova ogni frammento nel codice generale, e creiamo uno schema di codifica che non consente ripetizioni. In questo modo, per fallire si dovrebbe avere lo stesso errore su quattro diversi frammenti, evento davvero raro."

 

I dati così memorizzati possono essere recuperati con il sequenziamento del DNA e la ricostruzione dei file originali, che gli autori hanno ottenuto con il cento per cento di precisione. Comprensibilmente, la velocità di scrittura e lettura dei file non può rivaleggiare con quella dei supporti elettronici; tuttavia, scrivono gli autori, “l'archiviazione su DNA - – è già economicamente valida per archivi a lunga scadenza e con una bassa aspettativa di accesso frequente, come gli archivi storici e governativi”, per i quali si può prevedere un orizzonte di conservazione compreso fra i 600 e i 5000 anni. Ma la rapidità con cui vengono abbattuti i costi di sequenziamento e lettura del DNA permettono di prevedere che non sia lontano il momento in cui il nuovo metodo diverrà conveniente anche per grandi insiemi di dati che si vogliono conservare per 50-100 anni e, in prospettiva, anche per quelli con un orizzonte di conservazione inferiore ai 50 anni.

 

http://www.lescienze.it/news/2013/01/24/news/dna_archiviare_file_codice_supporti-1474038/

 

 

Forse un giorno andremo in giro con un escrescienza simile ad una pustola nella quale conserveremo i nostri dati??? :lol:

Modificato da Daunbailò

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Quando ho un momento mi rivedo bene la faccenda, ma non mi sembra sia una cosa che possa entrare nella vita quotidiana. Potrà anche essere comodo tenere in freezer una copia della costituzione scritta in DNA ma per i dati di uso comune non vedo che vantaggi possa dare. Inoltre anche se esistessero dei sequenziatori tascabili resta il fatto che il DNA si rovina se non ne hai cura. Non puoi usare una provetta di DNA come una penna USB per intenderci.

 

Insomma il DNA resterebbe relegato agli archivi (come propone l'articolo tra l'altro). La prospettiva più realistica è migliorare la tecnologia di sequenziamento per renderlo facilmente accessibile.

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Quando ho un momento mi rivedo bene la faccenda, ma non mi sembra sia una cosa che possa entrare nella vita quotidiana. Potrà anche essere comodo tenere in freezer una copia della costituzione scritta in DNA ma per i dati di uso comune non vedo che vantaggi possa dare. Inoltre anche se esistessero dei sequenziatori tascabili resta il fatto che il DNA si rovina se non ne hai cura. Non puoi usare una provetta di DNA come una penna USB per intenderci.

 

Insomma il DNA resterebbe relegato agli archivi (come propone l'articolo tra l'altro). La prospettiva più realistica è migliorare la tecnologia di sequenziamento per renderlo facilmente accessibile.

 

dici che si potrà usare il propio "birillo" come chiave usb? :lol:

 

a parte gli scherzi credo che in futuro la bioinformatica diventerà qualcosa di uso comune e i circuiti elettrici ci sembreranno cose da età della pietra. Potremo produrre (ad esempio) un vestito attraverso una macchina biologica che produce seta come fanno i bachi, venendo alimentata non da elettricità ma da zuccheri e proteine.

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Rimanendo in tema DNA, Jurassic Park ecc...

 

Harvard gioca a Jurassic Park con gli embrioni: madre surrogata cercasi per ricreare l’uomo di Neanderthal

Gennaio 22, 2013

George Church, professore della Harvard Medical School, vuole riportare in vita l’uomo di Neanderthal. Ha il Dna e ha un embrione a disposizione: gli manca solo un utero in affitto.

 

Sarà perché ha visto troppe volte Jurassic Park oppure perché è un fan della pecora Dolly, sta di fatto che George Church, professore della Harvard Medical School, vuole riportare in vita l’uomo di Neanderthal proprio come John Hammond ha ricreato i dinosauri nel film hollywoodiano.

 

MANCA SOLO UNA MADRE SURROGATA.

Come? Con un bell’esperimento sugli embrioni ovviamente. Il professore è sicuro di riuscire a ricavare il Dna dell’uomo di Neanderthal basandosi sul codice genetico trovato nei fossili, impiantarlo in cellule staminali da iniettare poi in un embrione umano. A questo punto, continua il professore in un’intervista al Der Spiegel, non resta che trovare «l’utero di una madre surrogata in cui impiantarlo».

 

AL MASSIMO SI SPRECA UN EMBRIONE.

Niente di più semplice, anche perché gli uomini primitivi in realtà «erano molto intelligenti e nel caso di un’epidemia planetaria il loro diverso modo di pensare potrebbe aiutarci a trovare una soluzione». Il piano dell’esperto di biologia sintetica è perfetto, insomma. Certo l’esperimento è difficile, ci sono controindicazioni, una volta nato il neo-neanderthaliano ad esempio «potrebbe essere discriminato» ma sono rischi da affrontare per il bene della scienza. E se l’esperimento andasse male? Vabbè, al massimo va sprecato un embrione.

 

:ph34r:

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dici che si potrà usare il propio "birillo" come chiave usb? :lol:

 

 

bisognerà comunque stare attenti ai virus :D

 

Ah, la storia del neandertalino di Harvard. Avevo letto un'intervista a Church dove tirava fuori una lista di problemi senza spiegare come voleva risolverli. Tipo lo sviluppo del sistema immunitario o lo sviluppo della flora batterica. Immagino che se vuole impiantare un embrione in una donna li abbia risolti...

Modificato da Granbrakko
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secondo me si è stufato e vuole provare, poi cosa viene viene.

essendo il neanderthal un'altra specie umana, in teoria se anche ne nascesse qualcosa sarebbe tipo il mulo, quando si accoppiano asino e cavallo; ossia si otterrebbe una terza specie non in grado di riprodursi.

onestamente non ritengo che questo genere di azzardi facciano bene alla scienza come sostiene questo scienziato.

Avremmo un fenomeno da baraccone che porterebbe alla scienza informazioni al livello di curiosità, probabilmente la cosa scientificamente più rilevante è la fattibilità dell'utilizzo del dna fossile, cosa ad oggi considerata impossibile perchè il codice si degrada se non viene mantenuto alle condizioni ideali. Il dna di 30.000 anni fa dovrebbe già essere compromesso.

Modificato da Daunbailò

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No aspetta il Neanderthal è un ominide che si è evoluto parallelamente all'uomo, questo non vuol dire che ci sia possibilità di incrocio. Anzi da resti dell'epoca non si è mai trovata nessuna prova di flusso genico tra le due specie.

L'idea è di prendete un embrione fatto in vitro e impiantarlo nell'utero non di mettere incinta la tipa con uno spermatozoo di Neanderthal.

 

 

Comunque Church ha detto che è stato un'errore di interpretazione da parte di un giornalista tedesco, non lavora su un progetto del genere attualmente.

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No aspetta il Neanderthal è un ominide che si è evoluto parallelamente all'uomo, questo non vuol dire che ci sia possibilità di incrocio. Anzi da resti dell'epoca non si è mai trovata nessuna prova di flusso genico tra le due specie.

L'idea è di prendete un embrione fatto in vitro e impiantarlo nell'utero non di mettere incinta la tipa con uno spermatozoo di Neanderthal.

 

 

Comunque Church ha detto che è stato un'errore di interpretazione da parte di un giornalista tedesco, non lavora su un progetto del genere attualmente.

 

ok, non sarebbe un incrocio anche se dice che il codice viene impiantato in un embrione umano, comunque sono contento che sia un errore del giornalista tedesco.

Modificato da Daunbailò

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Tra l'altro questo è l'unico momento della nostra storia evolutiva in cui é presente una sola specie di ominide.

Credo che lui intendesse un lavoro che usi staminali modificate pet indirizzare lo sviluppo dell'embrione su linee neandertaliane comunque

Modificato da Granbrakko
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Tra l'altro questo è l'unico momento della nostra storia evolutiva in cui é presente una sola specie di ominide

 

comunque è normale che non ci siano segni di neanderthal nel nostro codice, come detto se anche fossero stati possibili incroci, i figli non sarebbero stati in grado di riprodursi a serebbero stati rami morti.

Quindi non ci sono prove ma non è escluso che fosse possibile.

 

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Un mondo di microbi sotto l'antico suolo di Marte

 

Marte e Terra hanno masse e composizioni simili ma destini diversi: mentre sul nostro pianeta emergevano le prime cellule eucariotiche e la fotosintesi, la superficie marziana diventava sempre più inospitale. Sotto la superficie, però, le condizioni sarebbero forse rimaste tali da consentire la sopravvivenza di una vasta popolazione di microrganismi.

 

E' quanto sostengono sulla rivista “Nature Geoscience” Joseph R. Michalski del dipartimento di Science della Terra del Museo di Storia naturale di Londra e colleghi di un’ampia collaborazione internazionale, che presentano e discutono un dettagliato modello concettuale di Marte, nel quale la risalita di acqua potrebbe aver cementato i sedimenti superficiali, preservando zone di abitabilità al di sotto della superficie.

 

Sulla Terra attualmente le forme di vita procariotiche che vivono sotto la superficie del pianeta rappresentano il 50 per cento della biomassa globale. Gli ambienti sub-superficiali abitabili raggiungono profondità di 5 chilometri e conservano un notevole grado di biodiversità. Si tratta di organismi chemioautotrofi, che sfruttano cioè l’energia dei processi inorganici, e termofili, che sopportano condizioni di temperatura elevata, fino a 120 °C.

 

Poiché questi sono anche i più antichi phyla, si è ipotizzato che la vita sul nostro pianeta abbia avuto origine al di sotto della superficie e che lo stesso sia avvenuto inizialmente anche su Marte. Sul Pianeta Rosso, l’alterazione degli strati sub-superficiali fino a un chilometro di profondità si è verificata in massima parte in due ere geologiche, durante le il flusso di calore era notevolmente più elevato rispetto a ora: nel Noachiano, cioè più di 4,1 miliardi di anni fa, e nella prima parte dell’Esperiano, tra 4,1 e 3,7 miliardi di anni fa. Questi periodi coincidono con la comparsa dei primi organismi procarioti termofili sulla Terra.

 

Il punto cruciale dello studio di Michalski e colleghi è stata la valutazione di possibili risalite di masse d’acqua nei bacini più profondi di Marte, un fenomeno di cui manca tutt’ora evidenza, a eccezione del caso del Cratere McLaughlin, uno dei più ampi del Pianeta Rosso: al suo interno infatti sono state trovate tracce di argille contenenti magnesio e ferro, oltre a carbonati, che con tutta probabilità si sono formati in un ambiente lacustre, alimentato da acque sotterranee di natura alcalina.

 

Questo quadro è però in contrasto con quello ipotizzato in altre zone del pianeta, caratterizzate dalla presenza di depositi di solfati, che presuppongono una formazione in ambienti acidi e senz’acqua. In passato si è ipotizzato che proprio i solfati siano le formazioni più probabili dovute all’emersione di acque di profondità nella regione di Arabia Terra. In particolare, le simulazioni dei processi di risalita sono in buon accordo con la rilevazione degli strati di solfati nel Meridiani Planum, una piccola area di Arabia Terra che si trova vicina all’equatore di Marte.

 

Le stesse evidenze non si riscontrano tuttavia in altri bacini, e per spiegare questa circostanza sono state avanzate diverse ipotesi. La prima è che i depositi siano esistiti in passato ma siano stati rimossi dall’erosione (che però avrebbe dovuto essere più intensa del previsto). La seconda è che l’emersione delle acque profonde sia avvenuta, ma non si sia verificata la cementazione dei depositi sedimentari, che forse non erano presenti. Infine, è possibile che la risalita si sia verificata solo in corrispondenza del Meridiani Planum e di alcuni altri siti a causa della natura eterogenea della crosta marziana.

 

http://www.lescienze.it/news/2013/01/24/news/biosfera_microbica_sotto_superficie_marte-1475464/

Modificato da Daunbailò

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comunque è normale che non ci siano segni di neanderthal nel nostro codice, come detto se anche fossero stati possibili incroci, i figli non sarebbero stati in grado di riprodursi a serebbero stati rami morti.

Quindi non ci sono prove ma non è escluso che fosse possibile.

 

Ti devo contraddire di nuovo, gli ibridi non sono necessariamente sterili (per quanto sia il caso più comune). Tra specie affini potrebbero non esserci problemi nella formazione dai gameti. Motivo per cui prima di quegli studi genetici si pensava anche alla fusione con i Sapiens tra le cause sella scomparsa dei Neanderthal.

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Ti devo contraddire di nuovo, gli ibridi non sono necessariamente sterili (per quanto sia il caso più comune). Tra specie affini potrebbero non esserci problemi nella formazione dai gameti. Motivo per cui prima di quegli studi genetici si pensava anche alla fusione con i Sapiens tra le cause sella scomparsa dei Neanderthal.

 

quello che dici lo abbiamo escluso prima quando abbiamo detto che non ci sono tracce di neanderthal nel nostro dna. Quindi esclusa questa possibilità rimane quella che i neanderthal si siano incrociati con i sapiens senza che i frutti siano essi stessi in grado di riprodursi e quindi senza lasciare tracce.

 

comunque mi sono espresso male io.

Modificato da Daunbailò

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quello che dici lo abbiamo escluso prima quando abbiamo detto che non ci sono tracce di neanderthal nel nostro dna. Quindi esclusa questa possibilità rimane quella che i neanderthal si siano incrociati con i sapiens senza che i frutti siano essi stessi in grado di riprodursi e quindi senza lasciare tracce.

 

Si ok, il punto è che lo sappiamo grazie agli studi genetici quindi non si può dire "è normale che non ci siano tracce di Neanderthal perché non possiamo incrociarci" quando è proprio l'assenza di tracce a dimostrare che non possiamo incrociarci.

 

 

Non so se è più chiaro cosa intendo, il concetto é quello comunque

Modificato da Granbrakko
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Il Sole Rilascia 2 Spettacolari Espulsioni di Massa Coronale di cui una Diretta Verso la Terra!

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2013/01/CME-Sole-1.jpg

La seconda delle due espulsioni di massa coronale (CME) vista il 23 Gennaio 2013, si nota benissimo qui nella parte alta dell'immagine. Lo scatto è stato ottenuto dalla sonda SOHO della NASA ed ESA. La parte oscurata è di un coronografo a bordo della sonda, che serve a bloccare la luce diretta del Sole rendendo più facilmente e chiaramente visibili le strutture esterne come queste espulsioni. Questa in particolare ha lasciato il Sole ad un velocità di 603 km al secondo! che se vi sembra tanto, pensate che è comunque dieci volte meno delle CME più veloci. Credit: ESA/NASA/SOHO

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2013/01/CME-Sole-2.jpg

La prima delle due espulsioni coronali di massa, il 23 Gennaio 2013, può essere vista nella porzione bassa a sinistra in quest'immagine ottenuta dal SOHO. Questa CME non era diretta verso la Terra. Credit: ESA/NASA/SOHO

 

 

Il 23 Gennaio 2013, alle ore 9:55 a.m. EST, il Sole ha rilasciato una spettacolare espulsione di massa coronale diretta verso la Terra! Ben due osservatori spaziali hanno tracciato con cura il percorso e l'energia di queste violente eruzioni. La STEREO (Solar Terrestrial Relations Observatory), della NASA, ed il SOHO (Solar and Heliospheric Observatory) della NASA ed ESA. La massa che ha lasciato il Sole si muove nello spazio a circa 600 km al secondo, che è abbastanza nella media per questi eventi.

Questi fenomeni possono somigliare ai più comuni brillamenti solari, ma sono drasticamente diversi. Un'espulsione di massa coronale è un fenomeno solare che può rilasciare enormi quantità di particelle fuori dal Sole, creando nubi di protoni carichi che viaggiano la distanza Terra-Sole in periodi da 1 a 3 giorni!

Il materiale espulso, sotto forma di plasma è costituito principalmente da elettroni e protoni (oltre a piccole quantità di elementi più pesanti come elio, ossigeno e ferro), viene trascinato dal campo magnetico della corona. Quando questa nube raggiunge la Terra (in questo caso viene chiamata ICME - Interplanetary CME) può disturbare la sua magnetosfera comprimendola nella regione illuminata dal Sole ed espandendola nella regione non illuminata. Quando avviene la riconnessione della magnetosfera nella zona notturna, si generano migliaia di miliardi di watt di potenza diretti verso l'atmosfera terrestre superiore, che provocano aurore particolarmente intense (dette anche Luci del Nord nell'emisfero boreale e Luci del Sud nell'emisfero australe). Le espulsioni di massa della corona assieme ai brillamenti possono disturbare le trasmissioni radio, creare interruzioni di energia, danneggiare i satelliti e le linee di trasmissione elettriche. La più grande perturbazione geomagnetica venne misurata da Kew Gardens e coincise con la prima osservazione senza i moderni strumenti di un brillamento nel 1859 di Richard Christopher Carrington.

 

 

http://www.link2universe.net/2013-01-25/il-sole-rilascia-2-spettacolari-espulsioni-di-massa-coronale/

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Da 1 a 3 giorni... quindi dovrebbe essere già arrivato tutto sulla Terra, no? Nessun problema?

 

non che io sappia, comunque certamente nulla di importante.

D'altronde questi eventi sono abbastanza comuni e nonostante ci sia la possibilità che creino problemi, di certo non può essere nulla di veramente grave. Per avere conseguenze importanti il sole dovrebbe praticamente esplodere oppure la terra dovrebbe perdere il proprio campo magnetico che la difende. Questa situazione si verifica ogni 400-600 mila anni, quando il campo magnetico della terra si inverte e nel periodo di transizione il campo diventa praticamente 0.

Quindi questo evento si è già verificato circa 9.000 volte nella storia della terra e 6.000 da quando la vita esiste, 5-6 da quando esistono ominidi e mai nella storia dell'homo sapiens.

L'ultima inversione è avveunuta 780.000 anni fa e gli studi condotti nel XX secolo sul magnetismo terrestre hanno permesso di calcolare che nell’ultimo secolo il campo magnetico della Terra si è ridotto del 10%.

 

Paura eh! :mrgreen:

ma è tutto vero, anche se i numeri che ho messo non saranno precisissimi e servono più che altro a rendere l'idea, infatti alcuni ritengono che le inversioni avvengano con la media di ogni 300.000 e altri pensano che avvenga in media ogni 3.000.000 di anni e non tutti concordano sulla data dell'ultima inversione.

Se effettivamente il campo magnetico si stesse riducendo comunque ci vorrebbero ancora diversi secoli prima di restare senza la sua protezione.

Modificato da Daunbailò

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Beh, in base ai numeri che hai postato, la diminuzione del 10% in un solo secolo è un'anomalia non da poco :D

 

in teoria, se effettivamente la riduzione misurata fosse dovuta ad una inversione, ci vorrebbero tra i 1000 e i 2000 anni per arrivare alla situazione di campo pari a 0.

 

pensa che la scoperta del fatto che il campo magnetico terrestre subisca inversioni periodiche è stata fatta attraverso una simulazione informatica. Il programma produceva queste inversioni autonomamente. Poi sono state verificate grazie alla lava vulcanica che contiene tracce di ferro che si orienta col campo magnetico e rimane "congelato" in quella posizione quando la lava si solidifica, permettendo di avere misurazioni sull'orientamento del campo magnetico che arrivano fino a molti miliardi di anni e che confermano le simulazioni.

 

 

EDIT: ecco il video delle due CME

http://www.youtube.com/watch?v=-zHODApQZcc

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Scienziati Sviluppano Batteri che si Nutrono di Elettricità!

 

Un gruppo di ricercatori ha scoperto un modo per crescere batteri ferro-ossidanti usando elettricità al posto del ferro! Questo rappresenta un grande vantaggio tecnico che permetterà di studiare meglio questi organismi che un giorno potranno essere impiegati per trasformare l'elettricità in carburante. Lo studio è stato pubblicato il 29 Gennaio sulla rivista scientifica mBio, della American Society of Microbiology.

 

Il metodo, chiamato "coltivazione elettrochimica", fornisce a questi batteri un costante nutrimento di elettroni che usano per respirare. Questo potrebbe un giorno permettere all'elettricità prodotta da panelli solari o pale eoliche, di essere diretta verso batteri ossidanti che la mischiano insieme al diossido di carbonio dell'atmosfera per creare biocombustibili, catturando così l'energia in maniera pulita ed accumulabile.

"Si tratta di un nuovo modo per coltivare un microorganismo che è sempre stato molto difficile da studiare. Ma il fatto che questi organismi possono sintetizzare tutto quello di cui hanno bisogno usando solo l'elettricità li rende molto interessanti per le nostre ricerche." ha spiegato Daniel Bond, dell'Istituto di BioTecnologie dell'Università di Minnesota, che è stato co-autore di questa ricerca insieme a Zarath Summers e Jeffrey Gralnick.

 

Per respirare, gli ossidanti di ferro rubando gli elettroni del ferro dissolto, chiamato Fe(II)- in un processo che produce copiose quantità di ruggine, che tecnicamente è chiamato Fe(III)-. I batteri ferro-ossidanti si trovano da per tutto sul pianeta dove un ambiente aerobico (con tanto ossigeno) incontra un ambiente anaerobico (privo di ossigeno). Giocano un grande ruolo nel ciclo globale del ferro e contribuiscono alla corrosione delle strutture ferrose costruite dall'uomo, come ponti, tubature o navi, ma il loro stile di vita a questo confine di due differenti habitat e l'accumulazione di cellule in cui intrappolano Fe(III) rende questi batteri molto difficili da crescere in laboratorio per studiarli meglio.

Gli scienziati ritengono che questi batteri si occupano della parte di ossidazione del ferro sulla loro superficie. Se ciò è vero, pensa Bond, la parte esterna degli organismi dovrebbe essere coperta di proteine che interagiscono con il Fe(II), quindi in teoria dovrebbe essere possibile fornire un flusso di elettroni puri alla parte esterna dei batteri per farli crescere.

 

Bond ed i suoi colleghi hanno aggiunto il battero ossidante marino Mariprofundus ferrooxydans PV-1, insieme ad ambiente molto nutriente, ad un elettrodo attentamente sintonizzato per fornire elettroni allo stesso livello energetico, o potenziale, che verrebbe fornito dal Fe(II). L'idea, spiega Bond, è stata quella di "ingannare i batteri a pensare che sono davanti al miglior buffet al mondo di atomi di Fe(II)."

 

E ha funzionato! I batteri si sono moltiplicati e hanno formato un film intorno all'elettrodo, spiega Bond, e alla fine sono riusciti a coltivare la M. ferrooxydans senza alcun atomo di ferro nell'ambiente, dimostrato che i batteri stavano davvero vivendo solo degli elettroni che stavano assorbendo dall'elettrodo, catturando così diossido di carbonio dall'ambiente, e replicandosi. E dato che il donatore di elettrodi era una superficie solida, spiegano gli autori, è molto probabile che il macchinario di coltivazione batterica è esposto alla membrana esterna della cellula.

Ed è proprio questo diossido di carbonio catturato che potrebbe in futuro permettere la coltivazione elettrochimica per creare biocombustibili e altri prodotti utili, spiega Bond.

"I batteri sono esperti nel catturare diossido di carbonio. Ci costruiscono poi le cellule ed i vari composti di cui hanno bisogno" con il carbonio, spiega lo scienziato. Potrebbero un giorno essere sfruttati come accumulatori microscopici di energia: batteri come la M. ferrooxydans potrebbero catturare l'energia elettrica da un elettrodo, combinarla con l'anidride carbonica nell'aria e impacchettare il tutto in un composto ricco di carbonio da usare come combustibile. Questo permetterebbe di trattenere l'energia presente nell'elettricità, che è molto effimera e difficile da trattenere, convertendola in un prodotto tangibile che potrebbe essere accumulato e distribuito.

Ma ovviamente siamo solo agli inizi di questo lungo processo, come spiega lo stesso Bond. "Se ci sono 100 passi per arrivare a trasformare tutto questo in realtà, questo è solo il passo numero 1".

 

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2013/02/257959_104443459650425_2356908_o.jpg

Mariprofundus ferrooxydans vista al microscopio, con le due parti di crescita segnalate

 

http://www.link2universe.net/2013-02-04/scienziati-sviluppano-batteri-che-si-nutrono-di-elettricita/

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per me le cose straordinarie sono 2; in primis il fatto che sia possibile per un essere vivente arrivare a specializzarsi all'utilizzo dell'elettricità come energia fondamentale e che addirittura possono svilupparsi utilizzando solo quella fonte, il che rende più plausibili i mostriciattoli volanti che si attaccano al millennium falcon quando sono nella bocca del mostro sull'asteroide. :mrgreen: . Questo è un altro indizio della variabilità di condizioni in cui potrebbe esistere la vita.

 

Poi dal punto di vista pratico potrebbe essere una vera e propria rivoluzione che ci permetterebbe di produrre combustibili persino sulla luna o su marte con dei semplici pannelli solari, e sulla terra potrebbe essere una nuova fonte alternativa. Bisogna vedere quanta efficienza di produzione può raggiungere questo sistema, che potrebbe anche eliminare il problema dello stoccaggio dell'energia elettrica prodotta da qualunque fonte.

Modificato da Daunbailò

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