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L'Uomo e l'Universo


Willy

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si, vediamo 5 pianeti: mercurio, venere (solo all'alba o al tramonto, perchè sono interni), poi marte, giove e saturno. gli altri 2 (urano nettuno) sono stati scoperti dopo l'invenzione del telescopio e plutone non è più considerato pianeta ma pianeta nano.

 

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Proposta Missione per Catturare Asteroide e Portarlo nel Sistema Terra-Luna

 

Mentre si parla ancora intensamente dei problemi con gli ultimi aggiustamenti del Budget per il 2013, iniziano a circolare le prime voci riguardo al Budget NASA per il 2014. Sembra che il presidente Obama abbia intenzione di chiedere finanziamenti per circa 100 milioni di dollari per iniziare a lavorare ad una nuova missione per riuscire a catturare un piccolo asteroide con una navicella robotica e riportarlo vicino a noi per esplorarlo più facilmente, magari nelle vicinanze della Luna. La proposta fu suggerita l'anno scorso dagli scienziati del Keck Institute e del Caltech e nell'ultimo periodo ha attirato molti occhi della Casa Bianca, del Congresso e della NASA stessa. L'obbiettivo dichiarato del presidente, ormai dai tempi in cui cancello i piani per il ritorno sulla Luna con il programma Constellation, sono quelli di una missione umana verso un asteroide entro il 2025. Purtroppo però, realisticamente parlando è impossibile farlo con gli attuali livelli di finanziamento. Ma forse, riuscendo a spostare un asteroide vicino a noi, potremmo abbattere i costi e le difficoltà e se l'idea funziona potrebbe aprire la strada verso nuove avventure per l'estrazione mineraria da asteroidi, per lo meno in un futuro non troppo lontano.

 

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l'asteroide sarebbe molto piccolo, si parla di 7 metri di diametro. Non so esattamente in che orbita lo metterebbero, comunque escludo che prenderanno alcun tipo di rischio. Probabilmente verrà stabilizzato attorno alla luna finchè non glielo faranno schiantare contro per analizzare il cratere fresco con la spettroscopia, oppure lo spingeranno in un orbita rivolta verso l'esterno del sistema solare in modo da eliminare ogni rischio.

 

Se riuscisse potrebbe davvero essere l'inizio di una nuova era per l'umanità in cui le risorse minerarie arrivano dall'esterno della terra. Inoltre sono in molti alla nasa e non solo, a ritenere che il metodo migliore per costruire stazioni o navi spaziali, sia sia quello di prendere un asteroide e svuotarlo per utilizzare il suo interno. Questo metodo eliminerebbe gli alti costi per il materiale di costruzione e di lancio, e sarebbe una buona protezione contro i raggi cosmici e vento solare.

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La Sorprendente Biodiversità Delle Valli Secche dell'Antartide

 

Con temperature decine di gradi sotto zero, acque e suolo estremamente salate e meno di 10 cm di acqua all'anno (per la maggior parte è neve che sublima appena tocca il suolo), le valli secche dell'Antartide non sono esattamente un posto che si potrebbe chiamare abitabile. La regione infatti ha la reputazione di essere il più freddo e asciutto deserto sul pianeta Terra. Ma è proprio questo che il recente risultato di una ricerca fatta da Charles Lee ed il suo team dell'Università di Waikato, della Nuova Zelanda, è incredibilmente sorprendente. Nella loro pubblicazione sul ISME Journal, il team non solo mostra che ci sono moltissimi microbi sparsi per tutte le vallate, ma che le loro popolazioni sono molto diversificate. Non si tratta solo di qualche specie particolarmente resistente che ha trovato una precaria esistenza qui sul fondo della Terra, ma si tratta di un vero ecosistema complesso!

 

Negli ultimi anni, le Dry Valleys dell'Antartide sono diventate uno dei siti più popolari per gli studi di astrobiologia. Questo perché sono forse uno degli ambienti terrestri più simili che abbiamo a quello che possiamo trovare su Marte. Quasi tutti gli strumenti scientifici, lander e rover sono stati provati in Antartide proprio per questo. Gli ambienti estremi come questo sono anche molto utili per i ecologi che cercano di capire come i microbi trovano accesso all'energia e come interagiscono tra di loro in base all'ambiente. Questo perché a differenza di altri, sono molto scarni quindi molto semplici. O almeno e questo che Lee ed il suo team pensavano prima della loro serie di esperimenti. Ma quello che hanno trovato è che l'ecosistema presente è molto più complesso di quanto ci siamo mai immaginati.

 

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Nuove Prove della Passata Abitabilità di Marte e della Perdita della sua Atmosfera

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2011/09/Mars_atmosphere.jpg

Immagine dell'atmosfera di Marte ottenuta dall'orbiter Viking

 

L'atmosfera che Marte si ritrova oggi è sottilissima e rarefatta, arrivando appena a 1% della densità che ha la nostra atmosfera a livello mare. Gli scienziati però non ritengono che sia stato sempre così, anzi! Ci sono molto indizi che indicano che un tempo, il Pianeta Rosso aveva un'atmosfera molta più densa, simile alla nostra. Certo, stiamo parlando di miliardi e miliardi di anni fa, ma forse per un po', Marte era davvero abbastanza ospitale da permettere la formazione di vita! Ma è importante capire quanto è durato, è cos'è successo? Come mai non c'è più?

Novità a riguardo arrivano dal rover Curiosity:

 

Durante l'assemblea generale EGU 2013, tenutasi quest'anno a Vienna, un gruppo di scienziati ha annunciato che dai dati ricavati dall'analisi dei campioni di terreno con il SAM (Sample Analysis at Mars), abbiamo ricavato una misurazione più precisa che mai della quantità di isotopi di argon presenti nell'atmosfera. (Gli isotopi non sono altro che varianti dello stesso elemento ma con pesi atomici diversi).

 

L'Argon è un grande indicatore della composizione atmosferica e in questo senso si tratta "probabilmente della più chiara e robusta prova che c'è stata una pesante perdita dell'atmosfera su Marte" ha spiegato Sushil Atreya, scienziata co-investigatrice per lo strumento SAM, presso l'Università di Michigan.

 

SAM ha scoperto che l'atmosfera di Marte contiene fino a 4 volte più Argon-36, isotopo più leggero, rispetto all'Argon-38, la versione più pesante. Questo rapporto è molto più basso rispetto a quanto era comune all'origine del Sistema Solare, in base alle misurazioni che abbiamo della stessa percentuale sul Sole e su Giove.

 

Precedenti misurazioni erano state fatte anche dalle sonde Viking nel 1976, e grazie ai meteoriti che abbiamo da Marte, ma le incertezze erano sempre grandi. Ora però abbiamo dei dati finalmente certi.

 

Ma dicevamo della possibile causa di questa perdita. Questa scoperta indica che qualsiasi processo sia stato a farlo, ha favorito la perdita dell'isotopo più leggero rispetto a quello più pesante, attraverso la fuga del gas dalla parte superiore dell'atmosfera. Questo è in linea con la proposta dell'ipotesi di sputtering, che prevede che gli atomi vengano espulsi dall'atmosfera grazie all'impatto delle particelle cariche del vento solare.

 

Mancando di un forte campo magnetico, l'atmosfera di Marte sarebbe stata molto vulnerabile all'erosione causata dal vento solare, specialmente all'inizio della sua storia quando questo era 300 volte più denso rispetto ad oggi.

 

Per avere ulteriori indizi dovremmo aspettare poco perché la NASA sta per lanciare un orbiter chiamato MAVEN che si occuperà proprio di capire esattamente com'è strutturata oggi l'atmosfera superiore di Marte, e a che velocità si disperde, per capire quando era più densa, per quanto tempo è restata così e che processi hanno portato alla sua dispersione.

MAVEN sarà lanciato dalla Terra a Novembre ed i suoi risultati si integreranno perfettamente con le analisi complementari fatte da Curiosity sulla superficie.

 

 

http://www.link2universe.net/2013-04-09/nuove-prove-della-passata-abitabilita-di-marte-e-della-perdita-della-sua-atmosfera/#more-15213

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data la continua crescita di prove osservative e sperimentali a favore della possibilità dell'esistenza -passata e forse presente- della vita su Marte, ormai sarebbe una vera sorpresa se scoprissimo che in realtà non c'è mai stata. questa eventualità ormai sarebbe una cosa difficile da spiegare scientificamente, si dovrebbe trovare un agente che l'ha impedita per tutto questo tempo. Per come la vedo io, ormai le probabilità di trovarla (prima o poi) sono del 99%.

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NASA Annuncia Ufficialmente Missione per Catturare un Asteroide e Spiega i Dettagli

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2013/04/cattura-asteroide-NASA-700x466.jpg

Illustrazione di uno dei prototipi per la cattura di un asteroide.

 

Le possibilità di una proposta simile, di cui avevamo parlato pochi giorni fa, è diventata concreta ora con l'uscita ufficiale del budget proposto per la NASA, dalla Casa Bianca, per l'anno fiscale 2014. Il piano è di catturare un piccolo asteroide e ridirigerlo in un'orbita stabile nel sistema Terra-Luna dove gli astronauti andranno a visitarlo ed esplorarlo. Una navicella speciale andrebbe a catturare l'asteroide (che ancora non è stato scelto ma dovrebbe avere un diametro di circa 7 metri) nel 2019. Poi, usandola navicella Orion ed i razzi Space Launch System, un gruppo di 4 astronauti andrebbe ad esplorare da vicino l'oggetto nel 2021.

 

Nel comunicato ufficiale, la NASA spiega come questa nuova missione "richiederà il massimo delle capacità in scienza, tecnologia e capacità dell'Agenzia, e porterà davanti ad una grande sfida i migliori scienziati ed ingegneri dell'America."

 

La missione combinerà sia tecnologie esistenti che capacità nuove sviluppate sia per la scoperta di grandi asteroidi che possono minacciare la Terra che piccoli asteroidi ideali per una simile missione. La NASA spiega che l'iniziativa permetterà anche di accelerare le attività di sviluppo tecnologico di nuovi sistemi di propulsione elettrica e farà uso dei nuovi razzi in sviluppo e la nuova navicella attualmente in fase di test, e "sarà un passo importante per mettere in pratica l'obbiettivo del presidente, di arrivare a portare umani su Marte negli anni '30."

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2013/04/sonda-cattura-asteroide-700x466.jpg

Illustrazione dei giganteschi panelli solari che userà la sonda. Avrà bisogno di una forza molto grande per riuscire a catturare, spostare ed inserire un asteroide da un'orbita ad un'altra.

 

 

Quando gli astronauti andranno ad avventurarsi sulla superficie di una asteroide, analizzandolo e ricavando campioni, come faranno questo sarà basato su anni e anni di ricerca e conoscenze dei migliori scienziati ed ingegneri della NASA, che hanno nel tempo assemblato la Stazione Spaziale Internazionale, sviluppato ed analizzato svariati concept per missioni di esplorazione e mandato alcune delle più complesse sonde spaziali ad analizzare da vicino altri asteroidi.

 

Già dagli anni '70, la NASA ha esaminato modi in cui poter usare l'hardware a disposizione per visitare da vicino un asteroide per capire meglio le loro caratteristiche. Sulla Stazione Spaziale Internazionale, investigazioni scientifiche e dimostrazioni tecnologiche stanno migliorando la conoscenza di come umani possono lavorare e vivere nello spazio. L'Agenzia sta anche esaminando molte possibili missioni per migliorare quelle capacità fondamentali per spingere in avanti l'esplorazione spaziale umana.

 

Durante i primi voli dello Space Shuttle, e durante la fase di assemblaggio della Stazione Spaziale, la NASA ha lavorato molto a mettere alla prova idee di missioni analoghe, che simulavano condizioni di complessi lavori da far fare agli astronauti nello spazio.

 

Inoltre, durante le 16 missioni portate avanti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, gli astronauti hanno avuto modo anche di testare sott'acqua, negli oceani, molte tecniche fondamentali per future complesse operazioni spaziali. Questi test hanno costruito molto sulla base di passata esperienza, anche grazie al modulo NEEMO (Nasa Extreme Environment Mission Operations). Tra questi test ci sono già stati anche molti che avevano come preciso obbiettivo imparare a muoversi intorno e sulla superficie di un oggetto come un asteroide vicino, per raccogliere campioni.

 

La NASA aveva anche simulato una missione umana verso un asteroide come parte del suo set di studi di Ricerca e Tecnologia, nel 2012, al Centro di Johnson. Durante la simulazione, il team ha valutato come gli astronauti potrebbero camminare sopra ed intorno ad un asteroide. Sarà necessario lo sviluppo di diverse nuove tecniche per riuscire al meglio in questi complicatissimi esercizi e ancora vanno prese tante decisioni sui modi migliori per estrarre campioni dalla superficie. Ma i lavori passati saranno di certo fondamentali per l'esperienza data.

 

http://www.youtube.com/watch?v=PEcGFpNd7lg&feature=player_embedded

Animazione della missione

 

Insomma quello che la NASA sta dicendo è, guardate che questa missione sarà molto complessa, però non stiamo cascando dal pero. Abbiamo anni e anni di studi fatti in questo campo e l'esperienza accumulata fino ad oggi ci permetterà di farlo bene. E' una missione alla nostra portata.

Vedremmo ora come sarà implementata e se passerà la revisione anche da parte del Congresso.

 

http://www.link2universe.net/2013-04-11/nasa-annuncia-ufficialmente-missione-per-catturare-un-asteroide-e-spiega-i-dettagli/

 

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immaginatevi tra un secolo il traffico bestiale che ci sarà in tutta la fascia di asteroidi!

Mi immagino sonde robotiche perennemente in orbita nella fascia ad individuare ed esaminare gli asteroidi per trovare quelli con maggiori risorse sfruttabili, e sonde specializzate che fanno avanti e indietro per recuperarli e per metterli inizialmente in orbita bassa attorno alla luna, dove entra in gioco un ulteriore sistema per far atterrare l'asteroide lasciando in orbita la sonda pronta che subito riparte. La luna non ha atmosfera, quindi non vaporizzano come farebbero rientrando sulla terra in più ha il vantaggio che tutto pesa solo un sesto di quanto pesa sulla terra. Qui le colonie specializzate lavoreranno gli asteroidi per estrarre il materiale che verrà usato direttamente in loco, in centri dove le risorse vengono elaborate in prodotti finiti da usare per costruire nuove colonie, strumenti e navi che trasportano persone e risorse tra la luna, marte e la terra.

La luna sarebbe un centro di lavoro e produzione di materie prime e sfruttando la sua bassa gravità e la possibilità di produrre combustibili e acqua dalle rocce lunari, sarà la base di lancio per le future missioni verso il sistema solare. :mrgreen:

Modificato da Daunbailò

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sarò strano io, ma questa cosa di catturare un asteroide mi affascina tantissimo

 

se lo fanno e funziona, chi li ferma più? sfruttare asteroidi a fini commerciali sarà il business del futuro. Calcola che molte delle risorse più preziose sulla terra, come l'oro, il platino e in generale i metalli, si trovano in maggior parte nel nucleo della terra, dove sono "caduti" durante il periodo iniziale di formazione quando questa era fusa. La maggior parte dei metalli che si estraggono sulla superficie della terra, sono il frutto del cosiddetto "intenso bombardamento tardivo" di asteroidi, avvenuto circa 200 milioni di anni dopo, quanto la crosta terrestre era già solida e quindi questi si sono fermati in superficie. Quindi negli asteroidi c'è un sacco di roba interessante per cui oggi si fanno guerre. Avendo la possibilità di selezionare quelli giusti e avendo a disposizione una tecnologia collaudata e ormai di basso costo per recuperarli, si svilupperà una vera e propira corsa, quindi se il sistema funziona può essere un avvenimento storico.

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già me lo immagino " che lavoro fa tuo padre?" "lavora nella fabbrica spaziale cb789x che estrae minerali preziosi dall'asteroide XY23" :mrgreen:

http://img34.imageshack.us/img34/5/3539.png

http://img242.imageshack.us/img242/1521/5128.gif

http://img228.imageshack.us/img228/8030/5116.gif

http://img404.imageshack.us/img404/344/1778h.jpg

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se lo fanno e funziona, chi li ferma più? sfruttare asteroidi a fini commerciali sarà il business del futuro. Calcola che molte delle risorse più preziose sulla terra, come l'oro, il platino e in generale i metalli, si trovano in maggior parte nel nucleo della terra, dove sono "caduti" durante il periodo iniziale di formazione quando questa era fusa. La maggior parte dei metalli che si estraggono sulla superficie della terra, sono il frutto del cosiddetto "intenso bombardamento tardivo" di asteroidi, avvenuto circa 200 milioni di anni dopo, quanto la crosta terrestre era già solida e quindi questi si sono fermati in superficie. Quindi negli asteroidi c'è un sacco di roba interessante per cui oggi si fanno guerre. Avendo la possibilità di selezionare quelli giusti e avendo a disposizione una tecnologia collaudata e ormai di basso costo per recuperarli, si svilupperà una vera e propira corsa, quindi se il sistema funziona può essere un avvenimento storico.

beh a corto termine (25-30 anni) non credo sia fattibile. 1° perchè non sappiamo in realtà quanto siano davvero ricchi di minerali gli asteroidi, alla fine ne conosciamo solo leggermente la superficie nel loro interno potrebbero essere pieni di metalli semi-preziosi/preziosi come potrebbero essere praticamente vuoti 2° i costi restano sempre alti alla fine si tratta di lanciare sonde-cercare asteroidi validi-trasportare asteroidi in orbita-lavorare l'asteroide-mandare indietro il ricavato....in fin dei conti credo costerebbe più la produzione del guadagno, o meglio in 20 30 anni non credo che riusciremo a ridurre così drasticamente i costi e ad essere così sicuri del contenuto degli asteroidi.

http://s14.postimg.org/wf0pnoykh/prova2_mod.gifhttp://s7.postimg.org/747q8xlln/prova.gif
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beh a corto termine (25-30 anni) non credo sia fattibile. 1° perchè non sappiamo in realtà quanto siano davvero ricchi di minerali gli asteroidi, alla fine ne conosciamo solo leggermente la superficie nel loro interno potrebbero essere pieni di metalli semi-preziosi/preziosi come potrebbero essere praticamente vuoti 2° i costi restano sempre alti alla fine si tratta di lanciare sonde-cercare asteroidi validi-trasportare asteroidi in orbita-lavorare l'asteroide-mandare indietro il ricavato....in fin dei conti credo costerebbe più la produzione del guadagno, o meglio in 20 30 anni non credo che riusciremo a ridurre così drasticamente i costi e ad essere così sicuri del contenuto degli asteroidi.

 

il punto sono solo i costi, ciò che si può ricavare dagli esteroidi è ben noto, sono studiati sulla terra e nello spazio e una missione robotica è atterrata su uno di essi qualche anno fa. Il punto sta semplicemente in quanto costoso sarà il processo e quanto tempo sarà necessario perchè i costi siano competitivi in modo da attrarre i finanziamenti privati. Bisogna tener conto che ormai negli stati uniti ci sono diverse imprese che stanno sviluppando lanciatori completamente privati come la Space-X che ha appena lanciato con successo

o la Virgin Galactic che ha sviluppato un simil-shuttle per il trasporto umano a basso costo; si parla di 20.000$ per un biglietto, che se confrontato ai milioni spesi dai pochi ricconi che hanno avuto il piacere di essere turisti spaziali, una cifra così è abbordabile già da molta più gente e nel giro di 10-20 anni volare nello spazio costerà come un viaggio aereo in Polinesia, sui 2.000$ e si decolla e atterra esattamente come un aereo.

Insomma i capitali trepidanti di investire nello spazio ci sono e sono tanti, si tratta di sviluppare la giusta tecnologia, al giusto costo e in fin dei conti può non volerci poi moltissimo.

 

 

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Putin Annuncia Gigantesco Investimento di 51.8 Miliardi di Dollari Nell'Agenzia Spaziale Russa!

 

Arriva dalla Russia un comunicato in grado di scuotere molto le acque! Il Presidente Vladimir Putin, ha svelato un piano di investimento di oltre 50 miliardi di dollari per preservare lo stato di supremazia della Russia in campo spaziale. In questi soldi è inclusa anche la costruzione di un nuovissimo cosmodromo avanzatissimo per operare nuovi e più affidabili lanci di umani nello spazio, già entro la fine del decennio (i lavori sono già iniziati). Sono 52 anni da quando Yuri Gagarin diventò il primo essere umano nello spazio, e Putin ha commemorato il grande eroe sovietico lanciando il nuovo piano di investimento e visitando gli inizi della costruzione del nuovo cosmodromo nella regione Amur, nell'Est della Russia.

 

http://www.link2universe.net/2013-04-12/putin-annuncia-gigantesco-investimento-di-51-8-miliardi-di-dollari-nellagenzia-spaziale-russa/

 

 

nessuno vuole restare indietro, questo giova alla velocità dello sviluppo

Modificato da Daunbailò

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ragazzi mi sapreste consigliare una rivista scientifica da leggere? tempo a dietro il mio ex prof di fisica mi disse di leggere airone o focus, ma in giro leggo molti commenti negativi a riaguardo

http://img34.imageshack.us/img34/5/3539.png

http://img242.imageshack.us/img242/1521/5128.gif

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http://img404.imageshack.us/img404/344/1778h.jpg

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secondo me l'unica rivista scientifica degna di questo nome è "Le Scienze", versione italiana di "Scientific American".

Questa rivista ha pregi e difetti: Il pregio maggiore è quello di essere estremamente affidabile e seria, è una di quelle riviste che ha il comitato scientifico, quindi gli articoli prima di essere pubblicati vengono esaminati da persone di chiara competenza.

Un'altro pregio è che non è una rivista per addetti ai lavori, quindi tutti gli articoli vengono scritti in forma divulgativa, senza ricorrere all'uso di formule matematiche o equazioni.

Il lato negativo è che molti articoli richiedono comunque una comprensione di base delle materie che vengono trattate, comunque almeno 2/3 della rivista è comprensibile a chiunque e comunque seguendola, col tempo si compensano le lacune, quindi io consiglio questa :ok:

 

un' altra che so affidabile è "Newton", ma onestamente non la compro da anni. Roba come Focus è meglio perderla che trovarla perchè mischiano cose serie a invenzioni o manipolazioni atte ad attrarre il pubblico e prive di ogni fondamento scientifico.

 

Se invece ne vuoi una dedicata specificatamente all'astronomia ti consiglio "Coelum", ma ce ne sono altre ugualmente belle, provale.

 

infine se non vuoi spendere nulla ti consiglio di seguire il sito dal quale prendo la maggior parte delle notizie che posto, Link2Universe. Lo cura un mitico ragazzo di nome Adrian, non è italiano e per questo ci sono alcuni piccoli errori, ma ha una preparazione pazzesca e massima affidabilità con riferimenti diretti alle fonti, conosce ciò di cui scrive e lo spiega bene :ok:

Modificato da Daunbailò

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il sito l'ho salvato tra i preferiti :ok: vedrò di riuscire a comprare anche "Le Scienze" :)

grazie mille :)

Modificato da xir0nbest1ax

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Verso il rene artificiale

 

Dopo il polmone, il fegato, la trachea, l' intestino e i vasi sanguigni anche il rene si aggiunge alla lista degli organi artificiali. Un team di ricercatori del Massachusetts General Hospital è infatti riuscito a far sviluppare in laboratorio un rene di ratto funzionante, anche una volta impiantato nell'animale, sebbene con percentuali molto ridotte rispetto all'analogo naturale. In uno studio pubblicato su Nature Medicine gli scienziati spiegano come siano riusciti a riprodurre un organo così complicato e a mettere a punto una tecnica che potrebbe rivoluzionare al medicina rigenerativa e dei trapianti.

 

Il metodo usato dai ricercatori si basa sulla cosiddetta decellularizzazione. Ovvero, gli scienziati hanno prima prelevato un rene da un ratto donatore e lo hanno quindi spogliato delle componenti cellulari, lasciando intatta solo l'impalcatura proteica. In questo modo, spiegano gli esperti, il rene mantiene solo il materiale biologico inerte, vale a dire incapace di generare una risposta immunitaria una volta impiantato nell'organismo ospite.

 

Dopo aver decellularizzato il rene donatore, gli scienziati lo hanno posto all'interno di un bioreattore (una speciale teca contenente ossigeno e nutrienti) e hanno ripopolato lo scheletro dell'organo infondendo cellule di rene di ratto neonato e staminali umane attraverso tubicini attaccati all'uretere (il condotto che porta l'urina dalla pelvi del rene alla vescica), all'arteria e alla vena renali.

 

Circa due settimane dopo l'impalcatura del rene era stata completamente ricoperta dalle cellule infuse dai ricercatori, ma non solo. Dopo aver riacquistato l'anatomia, il rene ha riacquistato anche la funzione: in laboratorio, scrive la Bbc, l'organo riusciva a produrre il 23% dell' urina normalmente prodotta da un analogo naturale, mentre una volta trapiantato le percentuali scendevano al 5%.

 

Malgrado l'efficienza ridotta, spiegano i ricercatori, quanto fatto rappresenta comunque un passo importante per la medicina rigenerativa. “Se la tecnologia potesse essere adattata anche a trapianti per organi di grandezza umana, pazienti affetti da insufficienza renale, che sono attualmente in attesa di reni da donatori, potrebbero teoricamente ricevere un organo cresciuto su richiesta”, spiega su New Scientist Harald Ott del Massachusetts General Hospital, a capo dello studio.

 

La possibilità di prelevare cellule dal donatore stesso e re-infonderle su una matrice biologicamente inerte, infatti, eliminerebbe il rischio di rigetto associato ai trapianti, oltre che quello della limitata disponibilità di organi da donatori. Per ora gli scienziati stanno tentando di riprodurre gli esperimenti usando cellule umane introdotte in reni decellularizzati di maiali, che potrebbero essere usati nei trapianti umani se ulteriori studi confermeranno la loro sicurezza sotto il profilo di tollerabilità da parte del sistema immunitario umano.

 

http://daily.wired.it/news/scienza/2013/04/16/rene-aertificiale-ratto-7548937.html

 

 

pronto dottore? vorrei un cuore nuovo. Si con i peperoni come sempre... ...si si va bene, a che ora arriva? va bene, terzo piano interno 4... ... ah e non si dimentichi 2 litri di sangue sintetico, rh+, grazie :squile:

 

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Forse Trovati i Segni della Prima Particella di Materia Oscura!

 

http://www.link2universe.net/wp-content/uploads/2012/02/materia-oscura-simulazione-700x675.jpg

Mappa di una delle simulazioni della distribuzione di materia oscura su scala cosmica.

 

Se c'è una cosa di cui l'universo è pieno, non è stelle e gas, ma materia oscura! Da qualsiasi parte si voltino gli astrofisici, vedono i suoi effetti gravitazionali entrare in gioco, ma non riescono mai a trovare la sua presenza, dato che apparentemente, qualsiasi cosa sia, non interagisce quasi per nulla con la luce e la materia ordinaria, se non gravitazionalmente. Per decenni gli astronomi hanno cercato in tutti i modi di riuscire a spiegarla, ma ora, un gruppo internazionale intorno all'esperimento Super Cryogenic Dark Matter Search (SuperCDMS), ha segnalato di aver rilevato una particella che dovrebbe essere la perfetta candidata per essere alla base della materia oscura.

 

Si tratta di una particella massiccia debolmente interattiva (WIMP). Secondo il comunicato stampa degli stessi ricercatori dell'Università A&M di Texas (con a capo dell'esperimento il fisico per le alte energie Rupak Mahapatra), il SuperCDMS è riuscito ad identificare un segnale WIMP ad un livello di certezza sigma-3, che indica una possibilità di scoperta sicura del 99.8%.

Ancora non basta per dire che c'è, visto che "Nella fisica, una scoperta viene reclamata solo a sigma 5 o sopra" spiega Mahapatra. "Quindi questo livello di certezza è molto eccitante, ma non ancora del tutto convincente per gli standard a cui miriamo. Vogliamo solo ancora più dati per essere sicuri. Per adesso, dobbiamo convivere con questo indizio intrigante per la risoluzione di uno dei più grandi puzzle del nostro tempo."

 

Continua...

 

 

Se verrà confermata, questa scoperta darà finalmente una spiegazione alla provenienza della parte più importante della massa che compone l'universo, ad oggi del tutto misteriosa ed apparentemente intangibile. Se ne riesce solo a vedere gli effetti gravitazionali sulle galassie e sugli ammassi di galassie. Questa scoperta ricondurrebbe la materia oscura nel modello standard delle particelle, con gran sollievo dei fisici di tutto il mondo perchè il modello avrebbe dimostrato di funzionare ancora una volta, dopo il recente successo ottenuto con la scoperta del bosone di Higgs.

In questo caso poi sarebbero 2 piccioni con una fava, perchè l'esistenza stessa delle WIMP era teorizzata dal modello standard ma non erano mai state osservate.

 

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La Sonda Voyager 1 ha Oltrepassato il Confine del Sitema Solare?

 

http://tuttidentro.files.wordpress.com/2012/06/terminator-shock.jpg

La sonda lanciata 36 anni fa dalla NASA sta per oltrepassare l'eliopausa, la zona in cui il flusso di particelle emesso dal Sole è così diluito da superare la resistenza della rarefattissima "atmosfera" interstellare, e smette di espandersi. Ma è ancora ben all'interno dei confini del sistema solare - ossia di quella regione in cui la gravità del Sole domina sulle forze gravitazionali della galassia e delle altre stelle - che si possono porre ai margini della nube di Oort, a 1,1 anni luce da noi di Caleb A. Scharf

 

Le recenti discussioni sulla possibilità che la sonda Voyager 1 abbia “lasciato il sistema solare” hanno ignorato alcuni dettagli critici. Il limite della radiazione delle particelle emesse dal Sole non è il confine fisico del contenuto del sistema solare, ma è il punto di passaggio in quella rarefattissima atmosfera di materia e campi magnetici che riempie lo spazio tra le stelle della nostra galassia.

 

L'argomento è recentemente tornato d'attualità, perché dopo 36 anni di viaggio sembra che la sonda Voyager 1 stia attraversando una zona che è stata descritta come una “autostrada magnetica”, nella quale le linee del campo magnetico del Sole si connettono a quelle che pervadono lo spazio interstellare della nostra galassia. Ciò indica che Voyager 1 sta per oltrepassare l'eliopausa, la zona di transizione nella quale l'incredibile flusso di radiazione particellare (roba come elettroni e protoni) emessa dal nostro Sole è ormai così diluito da non riuscire a farsi strada nella tenue radiazione interstellare. Questo è il punto di ingresso nel mezzo interstellare, in un certo senso nell'atmosfera della Via Lattea.

 

Ma questo ha portato ad alcuni commenti fuorvianti sulla “fine del nostro sistema solare”. Il 20 Marzo, la NASA ha quindi rilasciato una dichiarazione per cercare di chiarire la confusione su dove sia il Voyager:

 

"Il team di Voyager è a conoscenza di rapporti secondo cui il la sonda Voyager 1 della NASA avrebbe lasciato il sistema solare", ha detto Edward Stone, del California Institute of Technology di Pasadena, in California, e membro del progetto Voyager. "Il team scientifico del Voyager è concorde nell'affermare che Voyager 1 non ha ancora lasciato il sistema solare o raggiunto lo spazio interstellare. Nel dicembre 2012, il team scientifico ha riferito che Voyager 1 si trova all'interno di una nuova regione, 'l'autostrada magnetica', in cui sono radicalmente cambiate le particelle energetiche. L'indicatore critico definitivo del raggiungimento dello spazio interstellare è un cambiamento nella direzione del campo magnetico e questo cambiamento di direzione non è stato ancora osservato."

 

Tuttavia, anche la dichiarazione della NASA non spiega adeguatamente la differenza tra “lasciare il sistema solare” e “raggiungere lo spazio interstellare”, una differenza che vale per il nostro sistema solare come per qualsiasi altro.

 

Come ogni stella normale, il Sole crea ciò che è in effetti una bolla di propri effluvi. Lo fa esercitando una pressione opposta all'ambiente interstellare, ma più ci si allontana, più questa pressione si indebolisce. Il punto esatto in cui la pressione solare diventa uguale alla pressione circostante dipende da molti fattori. Per esempio, dai campi magnetici che interagiscono con la materia elettricamente carica, ma anche, e molto, da dove ci troviamo nella galassia e dalla densità locale dell'atmosfera interstellare, che è in continuo cambiamento lungo la nostra orbita galattica, che percorriamo in circa 230 milioni di anni.

 

Le regioni con un'atmosfera interstellare densa o media, portano a una drastica riduzione della dimensione della bolla del Sole, restringendo l'eliopausa. Anche le variazioni di attività solare hanno analoghi effetti. In altre parole, l'eliopausa non è un “confine” fisso del nostro sistema solare, ed è un caso che attualmente si trovi al di là di tutti i pianeti maggiori.

 

Certo, è in ogni caso il luogo in cui l'atmosfera estesa del Sole lascia il posto all'atmosfera della galassia in generale. Quindi, si può dire che al di là di essa c'è lo spazio interstellare, ma si rischia di generare confusione: non significa abbandonare il sistema solare, ma solo che si è immersi in un mezzo diverso, il mezzo interstellare e non più il mezzo solare.

 

Ma se l'eliopausa – al cui interno si trova attualmente Voyager 1 - non è il confine del sistema solare, dove finisce allora?

 

Bella domanda. A mio parere il marcatore fisico più ragionevole è la distanza dal Sole a cui la sua gravità non è più in grado di mantenere oggetti in orbite stabili a lungo termine. In altre parole è la distanza alla quale la debole azione di altre stelle e le sottili variazioni del campo gravitazionale netto di tutta la materia della Via Lattea sono in grado di turbare e destabilizzare la traiettoria dei solitari e freddi corpi che si trovano là fuori.

 

http://starchild.gsfc.nasa.gov/Images/StarChild/icons/oort_cloud.gif

 

Il problema è che, come per l'eliopausa, questo confine potrebbe non essere sempre alla stessa distanza dal Sole. Ancora una volta, il nostro movimento intorno alla galassia e l'azione di altre stelle e corpi celesti di paesaggio comportano un lento cambiamento del paesaggio gravitazionale. Ciò nonostante, una stima approssimativa indica che si tratta di circa un anno luce di distanza. Non a caso questo è l'ipotizzato limite esterno della nube di Oort, una vasta struttura costituita da migliaia di miliardi di detriti ghiacciati scagliati verso l'esterno quando si formarono i nostri pianeti circa 4,5 miliardi di anni fa.

 

Tutto ciò significa che, per quanto il vecchio caro Voyager potrebbe aver cominciato a sperimentare un po' di fresca brezza galattica, è ancora molto, molto lontano dall'oltrepassare quel nutrito gruppo di “scogli” che ci separano dallo spazio interstellare veramente aperto.

 

In effetti, un anno luce è pari a circa 63.240 unità astronomiche (UA), e il Voyager è attualmente a circa 124 UA dal Sole; allontanandosi da esso a circa 3,6 UA all'anno, ci vorranno altri 17.500 anni (più o meno) per andare oltre la nube di Oort esterna.

 

Dire che il Voyager ha lasciato il sistema solare è quindi un po' prematuro.

 

http://www.lescienze.it/news/2013/04/16/news/voyager_1_confini_sistema_solare-1614342/

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http://www.youtube.com/watch?v=kknIVkCSj3s&feature=player_embedded

Metti a tutto schermo!!!

 

Non c'è dubbio che tra tutte le nebulose viste e fotografate negli anni da Hubble, la Nebulosa Testa di Cavallo, parte della grande Nube Molecolare di Orione, sia tra le più iconiche e ben ricordate dal pubblico. Per festeggiare il 23 esimo compleanno dal lancio dell'osservatorio spaziale sullo Shuttle Discovery (il 24 Aprile 1990), un team di scienziati che lavora al Hubble Heritage Program) ha scattato una nuova immagine di questa nebulosa, riprendendola alla risoluzione maggiore mai ottenuta, grazie anche alla potenza della nuova camera istallata durante le ultime riparazioni e la sua alta sensibilità nel vicino infrarosso.

 

Continua...

 

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Lancio del Razzo Antares Pronto a Scatenare Competizione Privata Verso lo Spazio

 

Quella che si sta profilando all'orizzonte è una nuova corsa spaziale, ma stavolta non tra nazioni, bensì tra aziende private intente a conquistarsi il dominio nei voli spaziali commerciali. E inizierà con un bel lancio dalla spiaggia della Virginia, con vista sull'Atlantico. A partire per lo spazio è il nuovo razzo Antares, progettato e costruito privatamente dalla compagnia Orbital Sciences. "Questo sarà il razzo più grande, più rumoroso e più luminoso ad essere mai stato lanciato da questa struttura della NASA (la Wallops ha visto nella storia moltissimi grandi lanci ed è uno dei posti storici per le missioni spaziali). Oggi, il razzo sarà lanciato per il suo primo volo. Il meteo sembra buono e la missione, battezzata "A-One Test Launch Mission" è pronta ad impressionare tutti i turisti venuti ad assistere da tutte le parti degli USA.

 

Continua...

 

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B) B) B) Computer quantistici, il qubit in un nucleo atomico B) B) B)

 

Altro che chip miniaturizzati. L'ultimo ritrovato tecnologico dei ricercatori della University of New South Wales (Unsw) è così piccolo da non essere nemmeno visibile a occhio nudo: gli scienziati sono riusciti a scrivere e leggere informazioni su un bit quantistico basato sul nucleo di un atomo di silicio. La scoperta, pubblicata su Nature, è particolarmente importante perché apre la strada allo sviluppo dei computer quantistici, migliaia di volte più potenti e veloci di quelli tradizionali.

 

Continua...

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I primi segreti della Fossa delle Marianne

 

11.000 metri sotto i mari

 

 

[*se non ti interessano i dettagli, puoi leggere solo la parte in rosso]

 

Un posto scuro, silenzioso ed estremamente pauroso. E sicuramente molto solitario: è così che la maggior parte di noi deve immaginare il fondo della Fossa delle Marianne, la depressione oceanica più profonda della Terra, 11 KM SOTTO LA SUPERFICIE DEL MARE, al largo della costa delle Filippine nel Pacifico occidentale. E, probabilmente, lo scenario che tutti immaginiamo è abbastanza verosimile. Tuttavia, ne sappiamo ancora troppo poco per stabilire con certezza cosa ci sia là sotto. Tra i pochi privilegiati che in questo momento possono vantare di conoscere qualcosa di più, sicuramente c'è il regista James Cameron, che, come vi avevamo raccontato, a febbraio 2012 si è calato nell'abisso a bordo del sommergibile australiano Deepsea Challenger.

 

Cameron è il primo uomo che ha compiuto l'impresa in solitaria, e il terzo in assoluto. Prima di lui si erano immersi, nel 1960, il tenente di vascello Don Walsh e Jacques Piccard, a bordo del batiscafo italiano Trieste ( qui il filmato Rai che racconta l'impresa), che però non era riuscito a compiere osservazioni particolarmente rilevanti. Il regista americano, invece, ha girato una gran quantità di filmati, anche in 3D, che rappresentano al momento la più completa documentazione disponibile su uno dei luoghi più inaccessibili del pianeta.

 

Il materiale di Cameron, tuttavia, non è ancora disponibile al grande pubblico: è di proprietà di National Geographic, che ha partecipato finanziariamente all'impresa e ha annunciato che nel corso di quest'anno pubblicherà il film completo dell'immersione. Naturalmente, l' attesa e le aspettative sono tante. Jennifer Frazer, reporter per Scientific American, è riuscita a raccogliere alcune anticipazioni e le ha raccontate in un lungo speciale.

 

Frazer ha avuto la possibilità di incontrare Natalya Gallo, studentessa di oceanografia biologica allo Scripp Institution of Oceanography. Gallo è una delle poche persone che ha potuto analizzare le oltre 80 ore di riprese di Cameron, con il compito di identificare ed esaminare tutto quello che compariva nel video. La studentessa ha discusso i risultati della sua analisi in una conferenza che si è tenuta a New Orleans, aiutandosi anche con i dati preliminari presentati dall' American Geophisical Union.

 

“È venuto fuori, purtroppo, che non c'è nessun kraken in agguato nel Challenger Deep [il punto più profondo della Fossa delle Marianne, nda] ”, scherza Frazer. “Ma in compenso ci sono molte altre cose interessanti”.

 

Anzitutto, sono stati notati degli esemplari di anfipodi, crostacei simili a gamberetti. Non è una grande scoperta, perché si tratta di un ordine particolarmente abbondante nell'oceano. Praticamente, dove c'e acqua ci sono anfipodi. Nel Challenger Deep ve ne sono di rosa pallido e bianchi, e ciò che li rende davvero speciali è la loro dimensione. Il microbiologo Douglas Bartlett ha fatto notare che la maggior parte degli anfipodi oceanici è della dimensione di un pollice umano. Quelli catturati dalle esche dell'équipe di Cameron erano lunghi fino a 17 centimetri. E ce ne sarebbero altri che arrivano a ben 30 centimetri.

 

Oltre agli anfipodi, Gallo ha notato quelli che a prima vista sembravano bastoni sepolti nella sabbia, disposti secondo un modello un po' particolare. A un'occhiata più approfondita, si sono rivelati essere oloturie, meglio note con il nome comune di cetrioli di mare, camuffati così astutamente con il fondale da non essere notati neppure da Cameron. Si tratta di animali specializzati nella raccolta di cibo dal fondo oceanico tramite delle apposite appendici per l'alimentazione. Secondo gli scienziati, le oloturie si posizionano in modo tale da intercettare le correnti oceaniche e arraffare il cibo grazie ai loro tentacoli. Gallo racconta che i cetrioli erano completamente immobili, tanto da sembrare congelati. È per questo, oltre che per il loro perfetto camuffamento con il fondale, che sono sfuggiti all'occhio di Cameron.

 

Non è tutto. A quanto pare, c'è ancora un'altra creatura di dimensioni superiori alla norma sul fondo della fossa. Nascosti dietro pile di sabbia instabili e irregolari ci sono dei protisti filamentosi giganti, detti foraminiferi. Si tratta di esseri viventi simili ad amebe, dotati di tentacoli lunghi e ramificati con cui afferrano il cibo. Spesso sono provvisti di gusci di carbonati di calcio di grande complessità e bellezza: per resistere alla pressione degli abissi, MILLE VOLTE SUPERIORE A QUELLA SUPERFICIALE , i gusci sono morbidi e flessibili. Non è ancora ben chiaro se si tratti di creature unicellulari nel senso stretto del termine.

 

http://daily.wired.it/news/scienza/2013/04/19/segreti-fossa-marianne-65254.html

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Il primo passo verso la creazione dei Geth , ma per i Razziatori è ancora presto :mrgreen:

 

http://fc01.deviantart.net/fs71/i/2011/249/f/9/we_are_all_geth__by_enix_hd-d491s6a.jpg

ma i Geth non dovevano inventarli i quarian?

 

Una nuova ambiziosa pubblicazione scientifica nel giornale "Physical Review Letters" descrive l'intelligenza fondamentale come un processo termodinamico. Gli autori hanno fatto appello all'entropia* per ispirare un nuovo formalismo che ha dimostrato di avere una grandissima e sorprendente potenza di fare previsioni. Per illustrare i loro principi, gli autori hanno sviluppato un particolare software di nome Entropica, che quando applicato ad una vasta classe di esempi rudimentali, porta efficacemente a comportamenti inaspettatamente complessi. Estendendo le tradizionali definizioni di forza entropica, hanno dimostrato la sua influenza su esempi simulati riguardo all'uso di strumento, la cooperazione e anche la stabilizzazione in verticale di un pendolo. La cosa più straordinaria di questo nuovo software è sicuramente il fatto che riesce ad arrivare a complesse soluzioni come imparare a giocare, stabilizzare cose in equilibrio, vendere e comprare azioni sul mercato globale, imparare a camminare eretta, etc, tutto senza ricevere nessuna istruzione per fare tutto questo, ma decidendo in maniera autonoma qual'è la soluzione migliore, arrivando quindi da se a soluzioni altamente complesse.

 

Continua...

 

*secondo principio della termodinamica in base al quale si può dire, in forma non rigorosa ma esplicativa, che quando un sistema passa da uno stato ordinato ad uno disordinato la sua entropia aumenta; questo fatto fornisce indicazioni sulla direzione in cui evolve spontaneamente un sistema.

https://it.wikipedia.org/wiki/Entropia

 

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Nuovo Volo del Rivoluzionario Razzo Grasshopper della SpaceX

 

http://www.youtube.com/watch?v=p7bz0lNxV_k&feature=player_embedded

Love is a burning thing, and it makes a faery ring...

 

Dopo il grande storico successo della compagnia privata Orbital Sciences ed il debutto del suo razzo Antares, l'avversaria SpaceX riprende gli occhi su di se grazie al suo nuovo razzo rivoluzionario di nome Grasshopper, che sarà capace di manovre completamente diverse da qualsiasi cosa mai vista prima, tanto da riuscire a tornare tranquillamente, in maniera verticale, sulla rampa di lancio di partenza. Questo garantirà per la prima volta di riutilizzare integralmente i razzi, risparmiando moltissimo ed abbassando i costi di accesso allo spazio. Un risparmio notevole arriverà anche dal non dover fare recuperi complessi in mare, dato che poi la stessa navicella spaziale Dragon sarà fornita degli stessi sistemi e atterrerà sulla rampa di lancio.

 

Elon Musk, CEO di Paypal e SpaceX, ha annunciato via twitter il nuovo successo del razzo in sviluppo, che ha raggiunto 250 metri in una giornata molto ventosa, rimanendo comunque perfettamente stabile e tornando sulla rampa di lancio.

 

Questo è il quinto test ma i risultati stanno andando a migliorare molto in fretta. Il primo volo, a Settembre scorso, ha portato il Grasshopper ad alzarsi perfettamente in equilibrio fino a 2.5 metri, rimanere sospeso e poi atterrare. In Novembre ha più che raddoppiato l'altezza, raggiungendo i 5.4 metri. A Dicembre invece ha raggiunto i 40 metri mentre a Marzo i 80.1 metri. Adesso il nuovo record l'ha portata a più che triplicare l'altitudine massima raggiunta precedentemente.

 

I prossimi test saranno fatti sopra l'oceano per farli rallentare e controllare anche in altri ambienti, per poi iniziare i primi voli dall'orbita già dal 2014.

 

http://www.link2universe.net/2013-04-23/nuovo-volo-del-razzo-grasshopper-della-spacex-raggiunti-250-metri-di-altitudine/#more-15498

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infatti quella di ENTROPICA, il programma basato su un principio fondamentale della fisica, tanto fondamentale da essere considerato la causa del fatto che il tempo viaggia obbligatoriamente dal presente verso il futuro e mai al contrario, mi sembra una notizia sensazionale.

Questo programma dovrebbe essere in grado di apprendere autonomamente nozioni e svolgere compiti molto complessi senza bisogno di alcuna istruzione dall'esterno B)

 

metti questa notizia con quella della creazione di computer-macchine biologiche che ho postato poco tempo fa...

Con un po' di immaginazione vengono fuori i razziatori; sia macchine che organici, ovvero macchine organiche.

Con ancora un piccolo sforzo, immaginiamo che queste macchine, dotate del software ENTROPICA superino il test di Turing costruendo la conoscienza come fa l'uomo, ossia un concetto per volta, sulla base di cui è poi possibile sviluppare altri concetti e così via. Avremmo qualcosa di artificiale indistinguibile da un essere vivente naturale.

Certo, abbiamo fatto alcuni bei salti di immaginazione, ma è interessante che queste cose iniziano ad essere teoricamente possibili.

 

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60 anni di dna: i geni sono brevettabili?

 

 

60 anni fa, James Watson e Francis Crick pubblicavano su Nature uno degli articoli più importanti della storia: due paginette che spiegavano agli altri ricercatori la struttura dell'acido desossiribonucleico, il dna. Circa vent'anni dopo, il microbiologo Ananda Chakrabarty dava inizio a una delle più grandi battaglie sui brevetti americani, richiedendo che il suo batterio mangia petrolio venisse riconosciuto come un'invenzione. Oggi, dopo lo storico caso Diamond v. Chakrabarty, gli Stati Uniti tornano a discutere sulla brevettabilità del materiale biologico con la causa Association for Molecular Pathology v. Myriad Genetics, per la quale è attesa una sentenza della Corte Suprema Usa verso giugno.

 

Il complicato caso cominciato nel 2009 è stato sentito la scorsa settimana– per Businness Insider è tra quelli potrebbero cambiare al vita degli americani quest'anno - e riguarda stavolta la brevettabilità dei GENI UMANI isolati dalle aziende biotecnologiche. Al centro della questione in particolare rientrano i geni che possono indicare la predisposizione di una donna all'insorgenza di cancro al seno e alle ovaie, i geni Brca, che la Myriad clonò negli anni Novanta e dei quali brevetti l'azienda rivendica oggi la validità.

 

A fronteggiarsi sono da una parte le associazioni dei pazienti di cancro e scienziati che sostengono la non brevettabilità del materiale biologico, che già esiste in natura, e per i quali un riconoscimento in questa direzione potrebbe compromettere significativamente la ricerca, dall'altra gli interessi dell'azienda Myriad, che sostiene come i geni isolati non esistano in natura (analogo caso si è concluso in Australia, con la vittoria delle aziende di biotech).

 

La battaglia insomma scorre sul sottile filo che separa le definizioni di materiale genetico esistente, isolato e clonato e sulla possibilità di utilizzarlo o meno come marcatore diagnostico. Ma è anche qualcosa di più, come racconta Wired.com, perché in ballo c'è il futuro della medicina.

 

“Abbiamo bisogno di fornire istantaneamente le informazioni ai pazienti e ai loro medici e non di passare attraverso questi folli giri per pagare il detentore del brevetto”, spiega Dietrich Stephan, Ceo della Sv Bio e fondatore dell'azienda di test genetici Navigenics, riferendosi al monopolio della Myriad con i suoi brevetti sui geni Brca (ricordiamo che l'azienda non è l'unica a possedere brevetti sui geni, ma ci sono anche la 23andMe, la Genentech, Harvard, il Mit e la University of California, per esempio). Per Stephan inoltre materia brevettabile non dovrebbe essere il gene in sé, quanto piuttosto innovazioni sui metodi di diagnostica genetica. Rochelle Dreyfuss della New York University School of Law, esperto di brevetti e proprietà intellettuale, rincara la dose sostenendo inoltre che il diritto delle persone di conoscere quanto nascosto dentro al proprio corpo.

 

Dall'altra parte invece aziende come Myriad parteggiano per la brevettabilità dei geni in nome del fatto che senza incentivi le aziende non sarebbero pronte a scommettere anni di ricerca e lavoro per raggiungere risultati importanti. Questione di competizione e ricerca insomma e, ovviamente, di affari.

 

http://daily.wired.it/news/scienza/2013/04/25/myriad-geni-brevetti-23852702.html

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