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Crak bancari: crisi del sistema o fallimento controllato?


Coldfire

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Le emittenti nazionali fanno ormai a gara ad organizzare nei loro palinsesti la tal puntata di turno incentrata sulla crisi finanziaria del 2008, invitando uno stuolo di politici e pseudo giornalisti finanziari improvvisati economisti che fino a qualche mese fa se ne uscivano con sparate del tipo "tanto l'economia europea è sana e la crisi dei mutui più di tanto non cagionerà danno al nostro sistema bancario". Opinionsiti degni di un titolo di laurea honoris causa rilasciato dall'Università per Barbieri di Paperopoli. Adesso sono diventati tutti catastrofisti e terroristi finanziari, alla faccia del falso ottimismo e garantismo che si sciorinava nei dibattiti pubblici sino a qualche semestre fa. Una fenomenale opera di banalizzazione e volgare semplificazione di quanto sta accadendo che non consente di spiegare in modo esaustivo a livello socioeconomico e macroeconomico l'attuale scenario di mercato.

 

Mi piace in particolar modo come vengono dipinti e rappresentati i mutui subprime (che tra l'altro esistono da decenni) ovvero come mutui erogati agli homeless che girano con le buste ed i carrelli della spesa rubati a qualche jet market. Niente di più fuorviante: quando in realtà rappresentano mutui erogati a soggetti che hanno un credit score (punteggio di merito creditizio) inferiore a 670 punti (su una scala valori che va da 500 a 850), in seguito a tardivi o mancati pagamenti su prestiti precedentemente concessi o impegni di pagamento verso utenze di servizi primari (bollette della luce, gas e telefono). Dai subprime si devono distinguere i mutui "nodocs" ovvero "no documents" quelli concessi a soggetti privi di un lavoro a tempo indeterminato e senza mezzi patrimoniali propri, mutui che erano sin dall'inizio destinati ad essere titolarizzati (faccio notare che questa tipologia di mutui ipotecari li hanno erogati anche in Italia ai cosi detti precari, i nuovi morti di fame in giacca e cravatta).

 

Sappiate comunque che oltre il 25 % della popolazione americana rientra nella categoria di affidamento subprime, mentre il restante 75 % si divide nelle altre due fasce: i soggetti prime e midprime. Tuttavia l'apoteosi di questo falò di banalità propinatoci dai media nazionali l'abbiamo con le spiegazioni sull'origine della crisi (secondo loro passeggera) riconducibili ad una semplice argomentazione: le banche americane che hanno prima concesso mutui a tutti e successivamente hanno cartolarizzato all'inverosimile. Niente di più fuorviante ! L'attuale scenario che stiamo vivendo non rappresenta infatti una crisi generale del sistema finanziario quanto piuttosto una fase terminale che scaturisce dalla convergenza delle conseguenze economiche e sociali causate dal WTO. L'Organizzazione Mondiale del Commercio (World Trade Organization), nata dalle ceneri del GATT (un sistema multilaterale di accordi internazionali per favorire il commercio mondiale voluti dagli USA nel 1947 per controllare e dominare l'economia di tutto il pianeta) ha uno scopo principe ovvero promuovere la globalizzazione di tutti i mercati, tanto finanziari quanto alimentari. Un mercato globalizzato presuppone l'abbattimento di tutte le barriere commerciali (dazi e restrizioni doganali) unito all'abolizione dei sussidi all'agricoltura assieme alla libera circolazione dei capitali.

 

Proprio il WTO ha reso conveniente e possibile le tanto famigerate delocalizzazioni produttive che hanno rappresentato sia per gli USA quanto per l'Unione Europea un autentica emorragia di posti di lavoro e capitali a favore di paesi come la Cina e l'India che adesso vengono considerate le due fabbriche del pianeta. Le grandi corporations industriali, sfruttando le economie di scala attraverso i ridicoli costi di manodopera di questi paesi, hanno potuto in questo modo aumentare a dismisura i loro profitti a parità di output produttivo, il quale poteva venire assorbito solo dai mercati occidentali statunitensi ed europei. A fronte di questo diabolico arricchimento di pochi si è contrapposto un drammatico depauperamento in Occidente a causa della polverizzazione dei posti di lavoro ed a causa della concorrenza spietata di prodotti e beni di consumo importati che spazzano via per convenienza economica sul prezzo quelli autoctoni.

 

La trasformazione del tessuto sociale ed imprenditoriale tanto negli USA quanto in Europa, che adesso devono convivere con il mostro che hanno creato ovvero un esercito di impiegati ed operai senza alcuna prospettiva lavorativa ed una occupazione a singhiozzo, ha lentamente impoverito il paese creando nuove sacche di povertà e disagio sociale a ritmo costante. Solo con il ricorso al debito questi zombie globalizzati hanno potuto continuare a consumare come prima, fino a quando non si è raggiunta la saturazione finanziaria. Nessuno ha fatto ancora notare come in questi ultimi anni tutto è stato venduto a rate, dalle abitazioni alle vacanze alle isole tropicali, causa estinzione della capacità di risparmio, soprattutto nelle giovani generazioni. Il peggioramento dello scenario planetario porterà ad un consistente ridimensionamento dei fatturati delle imprese a cui faranno seguito un crollo del gettito fiscale ed un aumento vertiginoso della disoccupazione.

 

Le borse in questi termini ci possono aiutare a leggere il futuro: si comportano letteralmente come un termometro che misura la temperatura dello stato febbrile, i loro continui crolli rappresentano un sensibile ridimensionamento delle proiezioni degli utili attesi in futuro e quindi della capacità di fare profitto per le aziende nei prossimi anni. Dalla contrazione del credito bancario concesso alle imprese passando per il crollo del mercato dei consumi, le aspettative future sono tutt'altro che confortanti. Per comprendere la gravità di quanto stiamo vivendo vi voglio ricordare che durante la Grande Depressione degli anni Trenta oltre il 60 % della popolazione mondiale era impiegata nel settore primario (agricoltura) e le donne non avevano una presenza consistente nel mondo del lavoro visto che la società era organizzata attorno al modello della famiglia patriarcale. Oggi l'1 % del pianeta mantiene il restante 99 % sul piano alimentare, mentre la società è caratterizzata da una spiccata presenza della donna nel mondo lavorativo a cui si deve affiancare il modello di famiglia mononucleare che ha sostituito quella patriarcale. Se in futuro dovessimo descrivere all'interno di un libro quest'epoca infelice e la sua futura evoluzione, adesso ci troveremmo a leggere la prefazione.

 

Eugenio Benetazzo

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  • 3 settimane dopo...

Nei giorni scorsi la Svezia ha ratificato per via parlamentare la Costituzione europea, il cui nome è stato cambiato, con i soliti metodi truffaldini di cui è costellata la costruzione dell’UE, in “Trattato di Lisbona” per farla accettare a quei popoli che, come “Costituzione”, l’avevano bocciata. Anche se non ci sono state le maggioranze assolute che accompagnano di solito le questioni europee, tuttavia i politici svedesi hanno approvato con notevole entusiasmo la rinuncia alla sovranità e all’indipendenza del proprio Stato: 243 “sì”, 39 “no”, 13 astensioni e 54 parlamentari assenti. Due piccolissimi partiti di opposizione, quello della Sinistra (i Comunisti) e quello dei Verdi, avevano tentato di far rinviare di un anno la ratifica; ma le quattro formazioni della coalizione governativa di centro-destra insieme al principale partito di opposizione, quello socialdemocratico, si sono uniti nel sostenere con tutte le loro forze i benefici di una immediata approvazione e l’hanno avuta vinta. Dobbiamo dunque prendere atto, per l’ennesima volta, che la costruzione dell’impero europeo sta a cuore in modo talmente esorbitante ai politici di ognuno degli Stati chiamati a farne parte, da non ammettere neanche una minima pausa di riflessione, tanto meno una pausa che insinui una qualsiasi perplessità nei cittadini, neanche laddove vige un perfetto regime socialista come in Svezia. Il fatto è che i parlamentari svedesi non dimenticano che sono stati i cittadini, votando “No” tutte le volte che si è fatto un referendum, a impedire l’adesione della Svezia alla moneta unica, e dunque sapevano bene che, se avessero potuto, gli Svedesi si sarebbero opposti anche alla Costituzione.

 

Dobbiamo tenere sempre bene a mente questa constatazione perché uno dei punti più importanti dell’esame che faremo sarà proprio questo: l’Impero europeo è stato ideato in modo misterioso, segreto, da qualcuno fra i massimi detentori del potere il cui nome ci è sempre stato tenuto nascosto, ed è stato realizzato a poco dai governanti dei singoli Stati tenendo il più possibile all’oscuro i cittadini degli scopi da raggiungere. Una oscurità che si è protratta per anni, con il consenso dei mezzi di informazione, in quanto tutti, politici e giornalisti, erano consapevoli che si trattava di una operazione contraria ai sentimenti e agli interessi dei popoli. Quale popolo, infatti, sarebbe così stolto da voler rinunciare a possedere un proprio territorio, una patria? Quale popolo potrebbe desiderare di non essere libero, di non conoscere neanche la lingua di coloro che lo governano, insomma di dipendere da stranieri sui quali non può incidere in nessun modo?

 

Il Parlamento europeo è pura finzione, come i politici sanno bene, in quanto non ha alcun potere reale sulla volontà della Banca Centrale, dei Capi di governo e dei Commissari, i quali sono tenuti, in base al trattato di Maastricht, a “non sollecitare e a non accettare istruzioni da alcun Governo né da alcun organismo”(Art.157). Nessuno, perciò, ha il diritto di affermare che in Europa vige la democrazia. La costruzione dell’Unione Europea è semmai la prova irrefutabile di come si possa, con innumerevoli sotterfugi, astuzie e stratagemmi formali, ingannare l’opinione pubblica ed esautorare qualsiasi presidio democratico. Del resto se ne è avuta l’ennesima conferma proprio in questi giorni: dall’ultima ricerca svolta sul gradimento dell’Unione fra le popolazioni d’Europa è risultato che soltanto il 35% degli Italiani è favorevole. Importa forse qualcosa ai governanti che la maggioranza dei cittadini non voglia l’unificazione?

 

Vanno avanti allegramente a programmarsi le votazioni per il Parlamento europeo, assegnando i posti, riccamente retribuiti, ai candidati che vogliono togliersi di torno perché difficilmente collocabili in Italia a causa della loro ignobile condotta politica (come è noto si è fatto il nome di Bassolino e della Jervolino) tanto è sicuro che così non potranno più disporre di nessun potere: il parlamento europeo e il nulla si equivalgono. Scriveva nel 1997 Enrico Letta in un volume di incitamento all’accettazione dell’euro intitolato “Euro sì”, che “sarebbe necessario che cambiasse l’idea che l’approdo a Bruxelles debba seguire la sconfitta in qualche scontro interno di partito o sia l’anticamera del pensionamento rispetto a lunghe carriere politiche nazionali”. Sono passati undici anni, l’Europa imperversa, ma i criteri di scelta dei parlamentari sono rimasti gli stessi, per il semplice motivo che oggi come allora il parlamento europeo è esclusivamente un comodo sedile a disposizione dei partiti.

 

La cosa più grave, però, è che i governanti non si sono fermati a riflettere sul fallimento del Progetto neanche di fronte all’attuale crisi economica, al crollo delle Banche e delle Borse, fenomeni che segnano il punto culminante del disastro del Progetto stesso, il segnale che tutto l’edificio sta per crollare. Non si può sbagliare, infatti, davanti all’evidenza: non sono le corruzioni, i furti, le truffe, gli errori dei singoli operatori e dei singoli amministratori delegati delle grandi industrie ad aver provocato la catastrofe, ma l’Idea che ne è stata all’origine e che per la sua stessa natura permette o addirittura provoca questi comportamenti.

 

Quale era questa Idea? Creare un mondo tutto uguale, in funzione del dogma della globalizzazione, senza frontiere, senza dazi, senza confini, senza Stati, senza distinzioni di popoli, di culture, di razze, di territori, di lingue, di costumi, di leggi, di religioni, di governi, di monete: un immenso, unico mare di “uguali” sul quale il Dio Mercato potesse navigare in assoluta libertà. L’Unione Europea (non si è voluto, infatti, che si chiamasse “Stati Uniti d’Europa” in quanto gli Stati non debbono sussistere) doveva esserne il perfetto prototipo, la realizzazione esemplare, quella che il resto del mondo avrebbe dovuto ammirare ed imitare per raggiungere la felicità. Non dimentichiamoci che è questo che promette ai popoli la costituzione europea: la felicità, commisurata al PIL, al prodotto nazionale lordo.

 

Un'idea del tutto folle, naturalmente, come la situazione attuale ha dimostrato e sta ancora dimostrando. Nessuno aveva mai pensato in precedenza che si potessero mettere in funzione dei “sistemi” privi di qualsiasi interruttore, di una qualsiasi valvola o chiusura di sicurezza; nessuno aveva mai ritenuto che gli uomini fossero “oggetto dei bisogni del mercato” invece che soggetto agente dei propri bisogni. E’ in base a questi principi che il crollo delle Borse ha contagiato tutto il mondo: era stato eliminato, in nome della libertà del mercato e della sua capacità di autoregolarsi, ogni forma di controllo. Ed è in base a questi stessi principi che i governanti oggi, invece di chiedersi in che cosa il sistema fosse sbagliato e cominciare a cambiarlo, insistono nell’esortare i cittadini a spendere in funzione del mercato, annientando così perfino quel buon senso che di solito guida l’uomo intuitivamente verso la salvezza prima di cadere nell’abisso. La formula: “dato che non avete soldi e prevedete che domani ne avrete ancora di meno, spendete più che potete” apparirebbe, come di fatto è, quella di suicidi sul punto di spararsi se non fossero i governanti a proclamarla. Ma l’aspetto più terribile di questa situazione è che siamo costretti a presupporre che una parte almeno dei governanti sia in buona fede, e che non si accorga che i “fondamentalismi” dell’Occidente sono altrettanto distruttivi quanto quelli del terrorismo orientale. E’ infatti fondamentalismo allo stato puro la certezza dei governanti d’Europa che le leggi sulle quali si fonda il Mercato siano inamovibili, identiche a quelle della Fisica, e che gli uomini, identificati esclusivamente come “consumatori”, debbano necessariamente piegarvisi. La verità è, invece, che la legge: consumare sempre più merci per produrre sempre più merci, annienta l’Uomo. Il pensiero, l’anima, il sentimento, il valore, tutto ciò che fa dell’uomo l’Uomo

 

Ida Magli

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e dunque sapevano bene che, se avessero potuto, gli Svedesi si sarebbero opposti anche alla Costituzione.

obiezione vostro onore, si fanno supposizioni.

 

 

e anche se fosse, nella mia liberta' di pensiero, credo che "il popolo" e' meglio che non si occupi di questioni simili. ci sono certi individui ai quali non affiderei nemmeno la custodia di una catasta di legna bagnata, figuriamoci chiedergli di decidere per il futuro della politica mondiale...

 

io lo sogno un mondo con un'europa vera, dove non ci siano piu' stati sovrani... sarebbe un importante passo verso il futuro... un futuro che per ora si chiama Utopia, ma che magari, un giorno tra tanti e tanti secoli sara' realta'.

 

 

Abrazame hasta che vuelva Roman

-10-

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Anche il popolo ha libertà di pensiero.

Meglio che si occupino di cose serie i politici e i banchieri, chi di dovere insomma. :mrgreen: :mrgreen:

Già, ma chi è in grado di fare distinzione tra le due classi?

 

Anzi addirittura il banchiere ha più potere di un politico. E' un paradosso.

Ma è così. Incredibile vero?

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...ogniuno vede il mondo da una propria prospettiva.

Se si indagasse più nello specifico sarebbe cosa interessante....e se trovassi qualcuno che è in grado di sbugiardare il modo su cui poggia l'economia mondiale sarei molto contento, davvero.

Ma questo qualcuno non esite, credo.

 

Io in 6/8 mesi non ho trovato risposta, tutt'altro.

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E' notizia di oggi che nella mia azienda (media industria metalmeccanica-produzione) con l'anno prossimo inizierà la cassa integrazione per quasi la metà dei dipendenti del settore produttivo.

Fortunatamente sono fuori dalla lista.

 

Non che ci fosse di questo ulteriore scossone vissuto in prima persona per prendere consapevolezza della crisi sfociata a causa di 4 banchieri idioti, compreso i "fenomeni" che hanno studiato a tavolino il complicato meccanismo dei derivati.

 

L'economia mondiale poggia su un meccanismo che ora come ora non può trovare equilibrio.

Basta guardarsi in giro, basta aprire gli occhi.

La Federal Reserve ha abbassato i tassi di sconto (costo del denaro) portandolo a livelli mai visti: 0.25-0%.

Trichet della BCE circa 2 settimane fa ha abbassato ulterioremente il costo del denaro di 3/4 di punto, dopo 2 altri ribassi nell'ultimo mese.

 

In economia si dice che gli affari migliori si fanno durante il periodo di crisi, senz'altro qualcuno si è già mosso tempo fa...

 

Ma non lamentatevi, va tutto bene.... :ok:

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  • 5 mesi dopo...

Non è tutto bene quel che finisce bene

 

Ieri è uscita la sospirata notizia che 10 banche USA delle 19 Big inizieranno a restituire 68 miliardi di dollari dei 700 miliardi ricevuti dal TARP, il fondo salva-banche e salva-finanza creato con i soldi dei contribuenti americani.

 

Sembrerebbe un'ottima notizia, una favola...ma....

 

Per la restituzione del prestito si attendeva l'autorizzazione del governo ovvero del creditore...tanto per rendere l'idea...

E' come se qualcuno mi dovesse 100mila euro, me li vuole dare ed io gli dico "aspetta, fai con calma, magari ti servono ancora, non t'impiccare per ridarmeli...aspetta la mia autorizzazione, non c'è fretta"...

Insomma le banche USA non vedevano l'ora di togliersi dalle scatole quel poco di controllo sul loro operato scriteriato che questa Crisi aveva imposto, anche a rischio di indebolire la loro posizione patrimoniale...tanto in caso di bisogno lo Stato interverrà di nuovo con i soldi delle colf, dei minatori, degli operai, degli spazzini, dei pensionati etc

 

Il bello è che alcuni componenti della FED e la stessa Commissione di Gestione del TARP hanno dichiarato che gli Stress-Test compiuti sulle banche non sono più validi, sono stati superati dall'evoluzione della realtà come diciamo da tempo in questo Blog : per esempio la simulazione più nera prevedeva per il 2009 un tasso di disoccupazione al massimo all'8,9% e siamo già al 9,4% in maggio...

Non per nulla viene suggerito con forza di sottoporre le banche a nuovi stress-test più affidabili e rispondenti a realtà.

 

In questo contesto contradditorio, Geithner autorizza la restituzione del TARP e gongolante dichiara: "La situazione del settore finanziario è in netto miglioramento"...e non c'è nessuno studente cinese a ridergli in faccia anche perchè in effetti l'operazione pompaggio-della-finanza-e-speriamo-che-l'economia-segua sta funzionando perfettamente per ora...

 

Se vediamo però la lista delle autorizzazioni, le principali banche del paese, i colossi retail (BofA, Citigroup, Wells Fargo etc) NON sono stati autorizzati...mentre quelle più piccole e soprattutto le "cupole mafiose d'intoccabili" come Goldman Sachs & compari SONO state autorizzate, altrimenti come potrebbero tornare a gestire in piena libertà i loro maneggi?

 

In ogni caso il doping Geithner-Summers-Bernanke per ora ha funzionato (leggi le imprese della banda del buco nero in Una bolla soporifera...):

- si danno soldi gratis alle banche che si mettono a fare trading forsennato ed a prestare soldi a caro prezzo, facendo utili stellari;

- si pompano le borse a più non posso, creando una bolla di liquidità enorme a spese del deficit dello stato...facilitando la raccolta di capitali sul mercato da parte delle banche con ADC, emissioni di bond, vendita di azioni etc

- si tengono i tassi d'interesse a zero convogliando tutta la liquidità su borse, commodities ed investimenti speculativi;

- si cambiano regole contabili per mettere sotto al tappeto la polvere delle banche (vedi Paradossi Contabili);

- si vieta lo short, si re-introduce l'uptick-rule, si favorisce insomma con artifici "tecnici" il rialzo;

- si organizza una campagna mediatica di rimozione psicologica di massa della Crisi e degli assets-tossici, evidenziando a tutto spiano solo i teneri green-shoot e dissimulando tutte le bad news.

etc etc etc etc

 

Tuttavia ieri i rialzi sono stati limitati perchè molti ritengono che gli istituti avrebbero potuto utilizzare il denaro per concedere prestiti e di conseguenza stimolare la ripresa economica. "Le banche vogliono restituire i prestiti federali praticamente subito. Quale effetto avra’ sui loro bilanci e sulla loro capacita’ di concedere prestiti?", si chiedono analisti ed operatori... "Se si fossero preoccupate di piu’ per la situazione generale, avrebbero tenuto i soldi e iniziato a prestare denaro".

 

Insomma si favorisce il Toro drogato delle Borse sulle spalle di economie anemiche e debolissime...

Tanto per fare un esempio pensiamo alle produzioni industriali di aprile della Germania e della Francia che sono risultate rispettivamente 4 volte e 7 volte peggiori del previsto...ma tutti se ne fregano altamente...è il passato già scontato...anche se scontato era un -0,2% e NON un -1,4%...

Un mix "stupefacente" quello di borse forti ed economie deboli: la Finanza è tornata padrona assoluta del mondo..

Tra un po' non ci ricorderemo nemmeno perchè questa Crisi è nata anzi non ci ricorderemo nemmeno che questa Crisi è esistita...

L'occasione di Cambiamento è stata clamorosamente sprecata, ma poteva essere altrimenti?

Fino alla prossima e più grave Crisi che non sarà più tamponabile e che sarà (forse) la vera occasione di cambiamento di un'umanità che ha stimoli per migliorare solo in fase avanzatissima di auto-distruzione...

Nel frattempo sarò costretto a cambiare il nome del mio Blog in "Il grande Bluff" altrimenti rischio ancora che mi chiudano in manicomio...

 

P.S. il mio Blog non è di trading ma di filosofia-macro-ecomica di lungo termine.

Pertanto il mio Blog VA IGNORATO nel caso si voglia speculare in Borsa, perchè occasioni redditizie ce ne sono a go-go per chi accetta il rischio...Non confondiamo i discorsi, mi raccommando.

 

S.Bassi.

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Inviato (modificato)

Interessante, molto interessante.

Una banca creata con principi etici.

 

Mi sono informato è so che in italia sono approdate delle banche islamiche, o dovrà aprire, mi sembra di aver capito.

Ma è esclusiva degli islamici oppure è libera anche per noi occidentali? :??:

 

M'interessa molto la cosa.

 

Che dire? E' una banca che mette dei principi etici come fondamento. :dance: :dance:

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  • 1 mese dopo...
Inviato (modificato)
Banche Armate 2009


Triplicati per le banche italiane i compensi di intermediazione sulla vendita di armi all'estero. Abbiamo letto in esclusiva la relazione. Ed ecco i dati

Banca nazionale del Lavoro, Intesa-San Paolo e Unicredit: sono le principali banche italiane coinvolte nel commercio di armi. Nulla di illegale - intervengono in operazioni regolarmente autorizzate - ma si tratta evidentemente di attività da non pubblicizzare troppo, tanto che sono stati gli stessi istituti di credito a chiedere al governo di non rendere pubblica la Relazione del ministero dell'Economia e delle Finanze su esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, che invece la Voce ha potuto leggere. E le "banche armate", sulla scia del grande aumento dell'export di armi made in Italy e sfruttando l'onda lunga dell'aumento delle spese militari sostenuto dal governo di centro-sinistra di Prodi (+ 22%, in due anni), hanno fatto grandi affari, triplicando i «compensi di intermediazione» che hanno incassato dai fabbricanti di armi.

Nel corso del 2008, infatti, sono state autorizzate 1.612 «transazioni bancarie» per conto delle aziende armiere, per un valore complessivo di 4.285 milioni di euro (nel 2007 erano state la metà, 882, per 1.329 milioni). A questi vanno poi aggiunti 1.266 milioni per «programmi intergovernativi» di riarmo (cioè i grandi sistemi d'arma costruiti in collaborazione con altri Paesi, come ad esempio il cacciabombardiere Joint Strike Fighter - Jsf - per cui l'Italia spenderà almeno 14 miliardi nei prossimi 15 anni), quasi il doppio del 2007, quando la cifra si era fermata a 738 milioni. Un volume totale di "movimenti" di oltre 5.500 milioni di euro, per i quali le banche hanno ottenuto compensi di intermediazione attorno al 3-5%, in base al valore e al tipo di commessa.

La regina delle "banche armate" è la Banca Nazionale del Lavoro (del gruppo francese Bnp Paribas) con 1.461 milioni di euro. Al secondo posto si piazza Intesa-San Paolo di Corrado Passera, già braccio destro di Carlo De Benedetti ed ex amministratore delegato di Poste Italiane, con 851 milioni (a cui andrebbero aggiunti anche gli 87 milioni della Cassa di Risparmio di La Spezia , parte del gruppo), per lo più relativi a «programmi intergovernativi»: il cacciabombardiere Eurofighter, le navi da guerra Fremm e Orizzonte, gli elicotteri da combattimento Nh90 e diversi sistemi missilistici.
Eppure due anni fa il gruppo aveva dichiarato che, proprio per «dare una risposta significativa a una richiesta espressa da ampi e diversificati settori dell'opinione pubblica che fanno riferimento a istanze etiche», cioè la campagna di pressione alle banche armate, avrebbe sospeso «la partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano il commercio e la produzione di armi e di sistemi d'arma pur consentite dalla legge».


«Si tratta di transazioni relative a operazioni sottoscritte e avviate prima dell'entrata in vigore del nostro codice di comportamento e che dureranno ancora a lungo», è la spiegazione che fornisce Valter Serrentino, responsabile dell'Unità Corporate Social Responsibility di Intesa-San Paolo. Anche Unicredit negli anni passati aveva ripetutamente annunciato di voler rinunciare ad appoggiare le industrie armiere, eppure nel 2008 è stata la terza "banca armata" italiana, con 606 milioni di euro. Nessuna dichiarazione di disimpegno invece da parte della Banca Antonveneta, che lo scorso anno ha movimentato 217 milioni. Mentre piuttosto ambigua è la situazione del Banco di Brescia: nel 2008 ha gestito per conto delle industrie armiere 208 milioni di euro benché il gruppo di cui fa parte dal 1 aprile 2007, Ubi (Unione Banche Italiane), nel suo codice di comportamento abbia stabilito che «ogni banca del gruppo dovrà astenersi dall'intrattenere rapporti relativi all'export di armi con soggetti che siano residenti in Paesi non appartenenti all'Unione Europea o alla Nato» e che «siano direttamente o indirettamente coinvolti nella produzione e/o commercializzazione di armi di distruzione di massa e di altri armamenti quali bombe, mine, razzi, missili e siluri».

«La policy del gruppo non vieta le operazioni di commercio internazionale - spiega Damiano Carrara, responsabile Corporate Social Responsibility di Ubi - ma le disciplina prevedendo che il cliente della banca», cioè l'industria armiera, non si trovi «in Paesi che non appartengano alla Ue o alla Nato, e questo divieto è pienamente rispettato».
Ma i dubbi restano. «Da quando, lo scorso anno, è sparito dalla Relazione il lungo e dettagliato elenco delle singole operazioni effettuate dagli istituti di credito - spiega Giorgio Beretta, analista della Rete italiano Dísarmo - è impossibile giudicare l'operato delle singole banche. Senza quell'elenco, infatti, i loro codici di comportamento non sono comprovati dal riscontro ufficiale che solo la Relazione del governo può fornire».
http://www.disinformazione.it/images/banche_armate2009.JPG

Luca Kocci – tratto da "La Voce delle Voci", n.6 giugno 2009

Con quali conseguenze? Pensateci bene.....


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E' notizia di oggi che nella mia azienda (media industria metalmeccanica-produzione) con l'anno prossimo inizierà la cassa integrazione per quasi la metà dei

 

ATTENZIONE NOTIZIA IMPORTANTE, per tutte le persone che hanno stipulato un mutuo e che dal 31/10/2008 ad oggi hanno subito:

1)perdita del posto di lavoro (non per giusta causa soggettiva)

2)inserimento in cassa integrazione ordinaria o straordinaria

3)morte di un intestatario

4)separazione/divorzio

 

è prevista la sospensione del mutuo per 12 mesi, ovviamente ci sono determinati "paletti" da rispettare, come soglie di reddito e limite di 40 gg per aderire al progetto (40 gg dalla data dell'evento)...in attesa dei TremontiBond, non mi sembra una brutta iniziativa, l'unica pecca è che al momento sono soltanto 2 le Banche cha hanno investito in questo progetto, purtroppo non posso fare pubblicita, ma comunque per chi dovesse essere in difficoltà...recatevi dalla Vostra Banca e chiedete informazione, al massimo chiedete una rinegoziazione...allungando la durata la rata diminuisce :mrgreen:

 

scusate per OT

 

<<Al mondo esistono due categorie di persone: i cattivi e i molto cattivi. Noi abbiamo deciso di chiamare buoni i cattivi, e cattivi i molto cattivi. I problemi dell'umanità nascono quì.>> FRITZ LANG
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  • 6 mesi dopo...

(scusate per il doppio post)

 

Per l'anno 2010 grazie all'ABI (associazione Bancaria Italiana) viene rinnovato l'impegno (questa volta a livello istituzionale e non soggetivo) per la sospensione delle rate del Mutuo per un totale di 12 mesi un'ottima cosa per chi si trova in difficoltà e non solo

linko la pagina (guardate alla votra sinistra) da cui si evince l'elenco delle Banche che hanno aderito al Progetto (purtroppo gli Istituti di Credito hanno la facoltà di aderire oppure no): http://www.abi.it/jhtml/home/prodottiServi...ComunePmi.jhtml

Quì invece vi sono i presupposti per poter richiedere l'adesione all'iniziativa "Piano Famiglie" (questo è il nome del Progetto indetto dall'ABI), ecco a Voi una splendida guida esaustiva in merito all'argomento:

http://www.abi.it/doc/126210256227619_g__servizi_1.pdf

 

purtroppo credo di essere un attimino OT pero' non mi sembrava il caso di aprire un Topic apposito, comunque anche se siamo in un sito di videogames mi sembra una splendida notizia, magari potrete informare i vostri genitori/parenti ;-)

 

per qualsiasi dubbio o per ulteriori specifiche in merito, contattatemi pure in Mp, saro' felice di aiutarvi ed eventualmente di darvi un consiglio (se vi fa piacere)

 

un saluto a tutti

<<Al mondo esistono due categorie di persone: i cattivi e i molto cattivi. Noi abbiamo deciso di chiamare buoni i cattivi, e cattivi i molto cattivi. I problemi dell'umanità nascono quì.>> FRITZ LANG
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Poi mi chiedono perchè voglio trovare lavoro in Australia....chi ha voglia\modo veda il link sotto riportato.

 

http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/...6,00.html?lw=24

 

 

Ps: Finalmente un decreto che serve al popolo! (**** saranno 15 anni che non ne vedo 1)

 

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  • 10 mesi dopo...

Eric Cantona scende in piazza:

«Via i soldi dalle banche»

 

ROMA - È arrivato il giorno della rivoluzione. Quella promossa dall’ex stella del calcio, il francese Eric Cantona, che ha lanciato la sua personale sfida al sistema bancario. «La rivoluzione si fa attraverso le banche - aveva detto l'ex vulcanico attaccante del Manchester United, a ottobre, nel corso di un’intervista al giornale francese Press Ocean - Se 20 milioni di risparmiatori ritirassero contemporaneamente i loro soldi dai conti correnti, il sistema crollerebbe su se stesso». Così Cantona, ora attore di successo - aveva dato appuntamento ai suoi adepti al 7 dicembre (non un numero a caso: 7 era il numero della maglia che indossava da calciatore) per ritirare tutti i soldi depositati nei conti correnti bancari. La sua proposta ha fatto il giro del Web raccogliendo migliaia di adesioni. In Belgio è stato creato un sito Internet, bankrun2010 (bank run, corsa i depositi bancari) in sette lingue per diffondere l’informazione; su Facebook un gruppo a sostegno della proposta di Cantona ha raccolto oltre 50mila adesioni; su Twitter scorre un flusso continuo di commenti positivi alla proposta di Cantona, in tutte le lingue.

 

LE BANCHE: «GROTTESCO» - La levata di scudi sembra preoccupare - e non poco - le banche: «Quest’azione può destablizzare il già fragile sistema finanziario», ha commentato Michel Vermaerke, uno dei responsabili di Febelfin, la federazione belga del settore finanziario. In campo è sceso il ministro del Bilancio francese, François Baroin. L’appello di Cantona è «grottesco» e «poco serio». Gli fa eco la collega Christine Lagarde, ministro delle Finanzae. «A ciascuno il suo mestiere. C’è chi gioca a calcio benissimo, io non mi azzarderei mai. Ognuno dovrebbe parlare a seconda delle proprie competenze».

 

behh sicuramente grottesca come idea, mi ricorda l'iniziativa "non facciamo benzia c/o i maggiori rivenditori di benzina che così diminuiranno i prezzi" promossa anni fa da un esponente altrettanto grottesco :mrgreen: a questo punto stavo pensando di inviare una letterina al Francesino..

 

Lettera ad Eric Cantona

Caro Eric, ma io dico...con tuttgli gli ex amici calciatori ed eventuali conoscenze nel mondo del calcio moderno, basterebbe che Tu convincessi i tuoi ex colleghi calciatori a ritirare i risparmi dalle banche...su dai!!senza far scomodare 20 milioni di persone...bastano poche centinaia di players;

nella speranza di non ritrovarti sotto casa mia per paura di ricevere un bel calcione in pieno viso, ti porgo cordialissimi saluti

Master7

 

che dite posso inviargliela? :mrgreen:

Modificato da Master7
<<Al mondo esistono due categorie di persone: i cattivi e i molto cattivi. Noi abbiamo deciso di chiamare buoni i cattivi, e cattivi i molto cattivi. I problemi dell'umanità nascono quì.>> FRITZ LANG
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  • 1 anno dopo...

si ma in teoria ormai la grecia non dovrebbe più uscire dall'euro dato che è salito il partito proeuro quindi non dovrebbe verificarsi ciò che è stato detto dall'eurodeputato o almeno in parte non dovrebbe verificarsi...

http://img34.imageshack.us/img34/1151/firmakje.jpg
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Ragazzi scusate la mia profonda ignoranza, ma perché queste banche spagnole devono essere per forza salvate??

Queste banche sono sono fallite perché hanno concesso prestiti in modo troppo "facile". Ora mi chiedo, se una di queste banche, che ad esempio ha prestato 500 milioni al real madrid, perché non se li fa ridare subito (così come a tutte le squadre/industrie ecc. a cui ha fatto prestiti) e quindi al massimo fallisce un club di calcio (che ha contratto il debito. Quindi caxxi suoi!) invece di mandare mezza europa gambe all'aria?

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Ragazzi scusate la mia profonda ignoranza, ma perché queste banche spagnole devono essere per forza salvate??

Queste banche sono sono fallite perché hanno concesso prestiti in modo troppo "facile". Ora mi chiedo, se una di queste banche, che ad esempio ha prestato 500 milioni al real madrid, perché non se li fa ridare subito (così come a tutte le squadre/industrie ecc. a cui ha fatto prestiti) e quindi al massimo fallisce un club di calcio (che ha contratto il debito. Quindi caxxi suoi!) invece di mandare mezza europa gambe all'aria?

il fatto è che le banche in europa come anche in america ed adesso accade in cina hanno prestato denaro praticamente a chiunque lo chiedesse infatti molte banche si sono ritrovate "indebitate" perchè hanno proceduto in questo modo per molto tempo senza mai verificare le disponibilità di coloro a cui venivano prestati i soldi... quindi niente verifiche nessuna possibilità di pagamento delle rate dei mutui o prestiti effettuati dalle banche e conseguente indebitamento... poi credo sia impensabile far fallire aziende e società perchè come avviene in italia il mercato è mosso da aziende medio-piccole che se falliscono immobilizzano l'economia cosa che purtroppo in italia sta avvenendo perchè le banche non prestano più soldi dato che ormai non si "fidano" e non perchè non abbiano fondi. Questa crisi è una crsi speculativa attraverso cui si stanno arricchendo decine di persone a scapito di stati. E' inutile che ogni mese venga pubblicata la lista con le persone più ricche del mondo perchè ormai le più ricche sono appunto coloro che speculano sulla borsa e l'economia intera. Inoltre un segnale non molto incoraggiante arriva dalla cina che sta rallentando in modo spropositato per lo stesso motivo che ho citato prima infatti sentivo in radio (radio 24) che la cina non crese del 7/8% ma del 2/3% perchè ormai anche il sistema cinese sta andando in tilt...

http://img34.imageshack.us/img34/1151/firmakje.jpg
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Ospite sbalzo84

fanta-politica economica apocalittica

 

Dani Rodrik insegna politica economica ad Harvard, e qui disegna un vivido scenario tra fantascienza e realtà

 

Consideriamo il seguente scenario. Dopo una vittoria del partito di sinistra Syriza, il nuovo governo Greco annuncia che vuole rinegoziare i termini del suo accordo con il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea. Il Cancelliere tedesco Angela Merkel mantiene la sua posizione continuando a sostenere che la Grecia deve rispettare le condizioni esistenti.

Per paura di un imminente crollo finanziario, i depositanti greci si affrettano a ritirare i propri depositi. Questa volta, la Banca Centrale Europea si rifiuta di offrire un piano di salvataggio lasciando le banche greche a corto di liquidità. Il governo greco istituisce una forma di controllo sui capitali ed è in ultima istanza forzata ad emettere dracme per garantire liquidità al suo interno.

Con l’uscita della Grecia dall’eurozona, gli occhi vengono puntati sulla Spagna. La Germania e altri paesi rimangono inizialmente irremovibili sul fatto che faranno qualunque cosa sia necessaria per evitare un simile assalto agli sportelli in Spagna. Il governo spagnolo annuncia nuovi tagli fiscali e riforme strutturali, e, grazie al sostegno dei fondi del Meccanismo di Stabilità europea, la Spagna rimane finanziariamente a galla per diversi mesi.

Ma l’economia spagnola continua a deteriorarsi e la disoccupazione naviga verso il 30%. Violente proteste contro le misure di austerità messe in atto dal Primo Ministro Mariano Rajoy lo portano a indire un referendum. Il suo governo non riesce a raggiungere il sostegno elettorale necessario ed è costretto a dare le dimissioni, gettando il paese nel pieno caos politico. La Merkel taglia ulteriormente il sostegno alla Spagna affermando che i contribuenti tedeschi hanno già dato abbastanza. La corsa agli sportelli spagnoli, il crollo finanziario e l’uscita dall’euro si susseguono in tempi brevi.

In un mini-vertice organizzato di fretta, Germania, Finlandia, Austria e Paesi Bassi annunciano che non rinunceranno all’euro come loro valuta comune, il che finisce solo per creare un’ulteriore pressione finanziaria su Francia, Italia ed altri stati membri. Mentre viene assimilata la realtà della parziale dissoluzione dell’eurozona, il crollo finanziario si propaga dall’Europa agli Stati Uniti fino all’Asia.

Il nostro scenario prosegue in Cina dove la leadership di trova ad affrontare una crisi interna. Il rallentamento dell’economia ha già inasprito il conflitto sociale ed i recenti sviluppi in Europa hanno aggiunto benzina al fuoco. Con la cancellazione in massa degli ordini di esportazione da parte dell’Europa, le fabbriche cinesi si trovano di fronte alla prospettiva di una grave ondata di licenziamenti. Iniziano le manifestazioni nelle principali città per chiedere la fine della corruzione tra i funzionari del partito.

Il governo cinese decide di non poter rischiare nuovi conflitti e annuncia un pacchetto di misure per dare una spinta alla crescita economica ed evitare i licenziamenti tramite un sostegno finanziario diretto agli esportatori ed un intervento sui mercati valutari per indebolire il renminbi.

Negli Stati Uniti, il Presidente Mitt Romney ha appena assunto il suo mandato a seguito di una dura campagna elettorale nella quale ha schernito Obama per essere stato troppo docile nei confronti delle politiche economiche della Cina. La combinazione di un contagio finanziario dall’Europa, che ha già portato a importanti strette creditizie, ed un’ondata improvvisa di importazioni a basso costo dalla Cina lasciano l’amministrazione Romney in un vicolo cieco. Andando contro i suggerimenti dei suoi consiglieri economici, Romney annuncia l’imposizione di un dazio d’importazione generalizzato sulle esportazioni cinesi. I suoi sostenitori del Tea Party, critici rispetto all’idea di mobilitare il sostegno elettorale a suo favore, lo incitano ad andare oltre e a ritirarsi dall’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Negli anni a seguire, l’economia cade in ciò che i futuri storici chiameranno Seconda Grande Depressione. La disoccupazione aumenta fino a toccare livelli record, i governi privi di risorse fiscali non hanno altra opzione se non quella di rispondere con modalità che non faranno altro che inasprire i problemi degli altri paesi: protezionismo commerciale e svalutazione competitiva del tasso di cambio della valuta. Con lo sprofondare dei paesi in un’autarchia economica, i continui vertici economici globali danno scarsi risultati al di là delle vacue promesse di cooperazione.

A pochi paesi viene risparmiata la strage economica. Quelli con una prestazione relativamente buona condividono tre caratteristiche: un basso livello di debito pubblico, una dipendenza limitata dalle esportazioni o dai flussi di capitale e solide istituzioni democratiche. L’India ed il Brasile diventano quindi dei rifugi relativi nonostante la drastica riduzione anche delle loro prospettive di crescita.

Come nel caso della Grande Depressione, le conseguenze politiche sono più serie ed hanno un effetto significativo nel lungo termine. Il crollo dell’eurozona (e, per tutti gli obiettivi concreti, dell’UE stessa) obbliga a fare un riallineamento delle politiche europee. La Francia e la Germania si trovano a competere apertamente come centri alternativi di influenza nei confronti dei più piccoli stati europei. I partiti del centro pagano il prezzo del loro sostegno al progetto d’integrazione europea e vengono ripudiati nelle elezioni dai partiti di estrema destra o estrema sinistra. I governi nativisti iniziano a buttare fuori gli immigrati.

Per i paesi vicini, l’Europa non brilla più come il faro della democrazia. Il Medio Oriente arabo fa una svolta decisiva verso gli stati islamici autoritari, mentre in Asia, il contrasto economico tra Cina e Stati Uniti si tramuta in conflitto militare con scontri navali sempre più frequenti nel Mar Cinese Meridionale minacciando di trasformarsi in una guerra su vasta scala.

Molti anni dopo, alla Merkel, che si è nel frattempo ritirata dalla politica diventando una reclusa, viene chiesto se avrebbe fatto qualcosa di diverso durante la crisi dell’euro. Purtroppo la sua risposta arriva troppo tardi per cambiare il corso della storia.

Uno scenario remoto? Forse, ma non abbastanza remoto.

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