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Aldo Pecora - "Primo Sangue"


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ALDO PECORA – PRIMO SANGUE

 

 

Raccontare eventi di mafia, in un paese in cui la giustizia sembra funzionare a fasi alterne è un’operazione estremamente complicata; ancora di più lo è quando si parla di personaggi che hanno fatto tanto per la lotta contro il crimine organizzato ma che hanno avuto la sfortuna di rimanere troppo poco sotto i riflettori dei mass media, e di conseguenza, dimenticati troppo in fretta.

Una voce fuori dal coro la possiamo trovare nell’opera prima di Aldo Pecora intitolata “Primo Sangue”, che racconta le vicende giudiziarie – ancora poco chiare – della morte del giudice Antonio Scopelliti. Aldo Pecora, a soli 24 anni è la voce di un movimento che cerca di smuovere le coscienze di giovani che non devono assolutamente rimanere indifferenti davanti a fatti in cui la criminalità organizzata affonda violentemente i proprio artigli. Leggendo il libro di Pecora, la sensazione preponderante che si percepisce pagina dopo pagina è proprio quella di voler andare oltre la semplice cronaca e trafila giudiziaria, cercando di informare il pubblico su un fatto che ancora oggi dimostra avere più ombre che luci.

Per chi non ne fosse a conoscenza, il giudice Antonio Scopelliti venne ucciso il 9 agosto del1991, periodo in cui era in pieno svolgimento in cassazione, il maxi processo di Palermo. L’omicidio Scopelliti sarà la miccia che porterà a tutti quegli omicidi di giudici scomodi, in cui mafia e 'ndrangheta hanno collaborato, dato che trovandosi in terra calabrese non sarebbe stato possibile uccidere il magistrato senza l’assenso di quest’ultima.

Aiutato da uno stile semplice ma estremamente dettagliato per quel che riguarda atti processuali, Pecora, racconta di come il processo sia stato chiuso troppo in fretta, assolvendo addirittura tutti i presunti assassini – membri della 'ndrangheta - del giudice.

Un libro consigliato anche a chi fosse già a conoscenza dei fatti. Grazie ad una minuziosa ricostruzione di tutti gli atti, Pecora aggiunge particolari inediti che fino ad ora erano stati taciuti e sulla quale vale la pena che l’opinione pubblica rifletta.

Per poter realizzare tutto questo, l’autore si è avvalso di un prezioso aiuto, quello della figlia del giudice: Rosanna Scopelliti, che a sette anni ha dovuto subire la perdita del padre. Un’intervista la sua, nella quale trasuda l’amore nei confronti del padre e l’impegno profuso nella lotta contro quelle persone che gli hanno portato via il padre.

Leggendo il libro lo troverete molto minuzioso, persino tecnico sotto determinati aspetti del racconto processuale. Infatti, se si vuole muovere una critica al lavoro di Pecora è proprio il fatto che un’ossessiva ricerca dei particolari processuali ha portato il libro ad essere in parte impersonale. Potendo contare sull’aiuto della figlia, che ricordiamo, per motivi di sicurezza era rimasta sempre abbastanza nascosta, sarebbe stato interessante sviscerare di più la vita del giudice stesso e del loro rapporto.

Tuttavia, “Primo Sangue” non vuole romanzare l’omicidio Scopelliti, ma vuole raccontare senza malizia e timore quello che sembra essere un caso che ha bisogno ancora di chiarezza. Una lettura che consiglio a tutti quindi, per non dimenticare quanto, nonostante tutto, in Italia ci siano state persone che hanno avuto il coraggio di lottare.

 

Aldo Pecora

PRIMO SANGUE

Bur Rizzoli

€ 10,50 (250 pp)

 

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ATTENZIONE : evitiamo discussioni politiche, dato che, questa vuole essere la semplice recensione di un libro che mi sento di consigliare! grazie! ed aprire una discussione sul caso eventualmente!

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