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Dreyrulf

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Visto che ho sempre voglia di scrivere e vorrei dare una mano a questa Community, dono la mia fantasia a chi più aggrada.

 

 

Chi vuole il tutto, mi scriva:

 

Nome PG:

Classe:

Razza:

 

E caratteristiche basi/interpretazione del PG.

 

 

Nome: Nemiel Dreyrulf

Razza: Umano ( Nordico )

Sesso: Maschile

 

 

STORIA:

 

IL CANTASTORIE

 

 

 

Al calar del sole, l'oscurità divenne padrona...

 

Quel tintinnio sul terreno, marcava il silenzio più totale in quella tetra stanza:

 

<<Tic. Tac. Tic. Tac.>>

 

Le gocce d'acqua continuavano a scendere da quel soffitto ormai rovinato dall'umidità.

 

Quell'uomo, ricoperto da un'atmosfera fredda, priva di significato, continuava a rimanere immobile in quel letto sporco di sangue...

 

Chiuso tra mille pensieri continuava imperterrito a gesticolare con i pollici, come se il tempo per lui non servisse a nulla.

 

Rifletteva... Ricordando con un ghigno di disprezzo la propria infanzia.

 

 

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Non è mai stato un uomo dalle tante parole, preferiva risolvere i suoi problemi con l'uso delle mani; la picchiava in continuazione... Ogni giorno, ogni giorno gli occhi innocenti del piccolo nordico dovevano osservare la stessa tortura, la stessa tortura di ogni giorno al calar del sole...

 

La porta ormai di un legno rovinato marcava la sua apertura... La sua scena teatrale, come fosse un'opera di un bardo:

 

<<Cniic!>>

 

Dondolava su se stesso come fosse il passo di un nano, goffo.

La sua brezza, rispecchiava l'alitosi di un orco appen tornato da una zuppa di troll e con ton beffardo, esclamò:

 

<<Herf! Bagascia!! Ancora non è pronta la cena!? Il mio stomaco chiede venia, sbrigati!>>

<<Eh Tu!? Mi guardi come un figlio di nessuno! Prepara la tavola! C'è bisogno di dirtelo!?>>

 

Ormai quelle parole eran diventate come una melodia, una ballata! Un suono che gli portava sempre più rancore.

 

Quella pover donna ormai da anni, attutiva quei suoi comportamenti aumentando sempre più il dolore e la voglia di sparire da quella casa, come se ormai tutto ciò che osservava gli si poneva in bianco e nero, come un giorno di pioggia e tempesta senza un minimo di sole.

 

La neve lentamente calava sul terreno ormai ghiacciato e per ogni fiocco di neve, il giovane continuava a crescere maturando il corpo, la psiche e come la neve diventa solido ghiaccio anche i sentimenti verso quel finto padre.

 

Passati svariati inverni poco e niente lo costringeva a rinchiudersi dentro casa, nel poco tempo libero, preferiva uscire da quel piccolo villaggio e allenarsi il più lontano possibile nell'arte della guerra, delle armi trancianti e da taglio; l'aggressività del padre, lo portarono ad avere una certa predisposizione alla violenza fisica, tale da poter immaginare, tanta aggressività e voglia di vendetta a veder lei, asciugarsi le lacrime che gli solcavano sul viso.

 

Tante eran le lanterne che illuminavano il cielo durante quella notte, quando Nemiel... Nell'ora del ritorno vide la madre.

Una corda gli circondava il collo. I suoi occhi, eran socchiusi appena e accanto a quella figura uno sgabello di legno massiccio.

 

Nemiel, non dimenticherà mai quella scena, come non dimenticherà quel bastardo che è fuggito dopo averla vista; troppe furono le clessidre in cui rimase in ginocchio, di fronte a lui solamente quella figura ormai agonizzata.

 

Era sommerso da tristezza e sofferenza; nello stesso tempo, da vendetta e furia verso quel finto che si credeva il padre.

 

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NEMIEL

 

Ed ora sono qui... Su questo letto sporco dove io posai le spoglia di mia madre, dove ora rifletto su ciò che fare... Su dove andare.

Legato da una fede che mi accompagnerà nel cammino, da una fede che mi aiuterà a resistere e da una fede, che sarà presente quando staccherò la testa di quel lurido bastardo.

 

Una fede che non ha bisogno di preghiere; inutile pregare... Per poi, cosa!? Puro Egoismo. Paura di morire! Ma alla fine prende tutti... Possiamo nasconderci ma ormai, il filo è ben teso, in un modo o nell'altro prende tutti.

 

Lei mi fissa; mi fissa sempre.

Piangevo... Ma lei continuava a fissarmi, ancora ricordo lo sciabordio delle onde; ma lei? Mi fissava.

 

Quella grande sfera bianca, color del mio occhio...

Egocentrica eh!? In tutto quel tappeto lassù, pieno di piccole lanterne, lei è la più grande! Vuol farsi notare!

 

Eppure è l'unica che mi rilassa... L'unica che mi ascolta nella mia eterna solitudine.

 

Ah! Vi chiederete perchè il mio occhio è di quel colore!

 

Occhio? Ormai non lo considero più tale.

 

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Sembra quasi come fosse ieri.

 

Scappavo come un gatto impaurito, lui mi inseguiva.

Per fermarmi, quel lurido prese un coltello da cucina; Inciampai e... ZAC!!

Di taglio sull'occhio destro!

 

Ero ancora un cucciolo e per la fifa, svenni. Beh, dovevo aspettarmelo da un ubriacone come lui.

 

Durante il risveglio, non riuscivo ad aprirlo. Bruciava! Eccome se bruciava!

Fortunatamente dopo qualche luna, riuscì ad aprirlo ma senza minimo successo. Un occhio in meno!

 

Da quel giorno, ironicamente lo chiamai: la mia piccola luna portafortuna.

 

Herf! Ora che ricordo...

 

Al risveglio, non era l'unica cosa che notai!

 

Un lieve bruciore proveniva anche dalla spalla destra: un marchio.

 

Cos'è? Perchè? Non lo sò nemmeno io...

 

L'unica cosa che ricordo è quel bastardo che mi ripeteva sempre:

 

<< Dreyrulf!!! >>

 

<< Sangue; denaro; battaglia >>

 

Non ne vado fiero, come faccio ad esser fiero di un'assassino...

 

Me ne frego di cosa pensa! A fottersi la razza pura.

 

La neve e il ghiaccio son l'uniche cose che riescono a farmi sentire a casa, nella mia vera casa... Forse, esiste qualcuno che siede insieme ai miei antenati, un qualcuno che provoca tutto ciò; nel buio quelle lanterne lassù...

 

Quale sarà il mio trono!?

 

Gli antenati attendono un valoroso guerriero che morirà vivendo da impavido.

 

Non ho avuto modo in passato di apprendere, ma se devo scoprire qualcosa sul mio essere credo sia arrivata l'ora.

Modificato da Dreyrulf

"Chi lotta con i mostri deve stare attento a non diventare anche lui un mostro. E se guarderai a lungo nell’abisso, anche l’abisso guarderà dentro di te".

Cit. Friedrich W. Nietzsche.

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