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Snake1982

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  • 1 anno dopo...

Caso Sony,"Clienti poco protetti dagli hacker"

Decisione senza precedenti: la multinazionale dovrà pagare per l'attacco subito nel 2011 sul Playstation Network

 

MILANO - Nel Regno Unito, la controllata europea di Sony è stata multata per 250mila sterline, poco meno di 300mila euro. In Italia sarebbe potuta andare incontro a una sentenza penale. Nel mirino dell'Information Commissioner's Office britannico, autorità indipendente per la protezione della privacy, l'attacco subìto nell'aprile 2011 dalla piattaforma PlayStation Network del colosso nipponico. Un gruppo di pirati informatici di identità tutt'ora ignota si era insinuato nel sistema che consente agli utenti di giocare in Rete e acquistare servizi e applicazioni e aveva messo le mani sui dati di, si stima, un centinaio di milioni di internauti. Secondo le indagini che l'ICO ha portato avanti nel corso di questo anno e mezzo, Sony avrebbe potuto e dovuto tutelare i suoi clienti aggiornando il software utilizzato. Il garante ritiene inoltre che le password non fossero adeguatamente protette.

 

L'ammenda, applicata secondo quanto impone il Data Protection Act, è la più ingente che l'ICO abbia mai inflitto a una società privata. Spada di Damocle sul capo delle Web company, la privacy è costata Oltreoceano la bellezza di 22 milioni e mezzo di dollari a Google, rea di aver tracciato l'attività degli utenti del browser Safari, ma si tratta del primo caso in cui a pagare è la vittima di attacchi, furti o scippi di varia entità. Tornando a Sony, il gruppo nipponico non ha intenzione di cedere e ha annunciato l'intenzione di fare ricorso, sostenendo che «non ci sono prove che i dati delle carte di pagamento siano stati violati e che le informazioni personali degli utenti siano state utilizzate in maniera fraudolenta in seguito all'attacco». Il braccio di ferro legale ha sede nel Paese in cui la controllata comunitaria di Sony si trova, il Regno Unito appunto, indipendentemente dalla nazionalità degli utenti coinvolti.

 

Il Garante della Privacy italiano fa sapere a Corriere.it di aver aperto un'istruttoria a suo tempo e di aver delegato la questione all'autorità britannica, come prevede la normativa europea. Se la società avesse avuto sede entro i nostri confini si sarebbe dovuta confrontare con l'articolo 169 del Codice in materia di protezione dei dati personali: «Per chi non si attiene alle misure minime previste dal Codice stesso scatta il penale», spiega a Corriere.it l'avvocato esperto di digitale Guido Scorza iscrivendo in questo contesto le motivazioni addotte dall'ICO. La pena, previo intervento del giudice ovviamente, può arrivare sino a due anni di carcere. Questo scenario, precisa Scorza, si concretizza solo nel caso in cui «vi sia un danno effettivo a carico degli utenti». Per ciò che concerne le sanzioni amministrative, il regolamento nostrano arriva fino a 120mila euro. In un futuro non troppo lontano, un caso come quello di Sony potrebbe coinvolgere direttamente le autorità dei paesi in cui risiedono le singole vittime: a Bruxelles circola dallo scorso gennaio una proposta di modifica del regolamento attuale proprio in quest'ottica.

 

http://www.corriere.it/tecnologia/videogiochi/13_gennaio_25/sony-multa-playstation-network_262d1d26-66ce-11e2-95de-416ea2b54ab7.shtml

MADNESS TO SURVIVE

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