Vai al contenuto

L'Uomo e l'Universo


Willy

Messaggi raccomandati

Siamo tutti chiusi in questo problema da pagine ormai e come in un film paradossale non riusciamo ad uscirne (Adesso prova ad immaginarci tutti chiusi in questa scatola senza uscita dove siamo tutti noi che cerchiamo di pensare a questa cosa, l'unica via di uscita è la nostra mente, ma siccome per adesso non ci arriva rimarremo chiusi in questa scatola) :mrgreen:

Il Napoli.. Ti fa soffrire , Ti fa piangere , Ti fa gioire , Ti rende la persona piu' felice al mondo , Ti spezza il cuore , ma soprattutto ti fa VIVERE...
Link al commento
Condividi su altri siti

io di fisica astronomica non mi intendo molto, però personalmente mi riesce molto difficile pensare che l'universo sia infinito...

voi cosa ne pensate...

io immagino una sorta di distorsione spazio temporale che dopo un certo [molto alto] numero di kilometri ti riporti nello stesso posto, una specie di cerchio....

E' una possibilità che viene contemplata dai fisici che l'universo sia in un certo senso come la terra, ossia che partendo da un punto e viaggiando sempre in linea retta si possa ritornare al punto di partenza.

A dire il vero però alcuni esperimenti degli ultimi anni fatti con satelliti sembrano dare la quasi certezza che l'Universo a grande scala sia piatto e non curvo.

 

Beh, visualizzare l'infinito è impossibile, è anche per questo che in antichità veniva considerato un'argomento quasi tabù. Sarà che la nostra mente è finita, ma se dobbiamo immaginare qualcosa non possiao fare a meno di immaginarla con dei confini, in modo che si possa avere una "visione d'insieme", dall'esterno.

 

Non si sa se l'universo sia finito o meno, ne se sia effettivametne un'unvierso o un multiverso, ma d'altronde non possiamo osservare molto lontano, anche se non fossimo limitati tecnologicamente lo saremmo dal fatto che l'universo ha 13 miliardi di anni, dunque al di là della distanza di 13 miliardi di anni luce non c'è materia da osservare (l'orizzonte cosmico, tuttavia la materia è già arrivata oltre quel confine nel tempo impiegato dalla luce per raggiungerci, durante il quale la materia ha continuato ad espandersi). E direi che è proprio l'impossibilità di una misurazione empirica dell'universo a stuzzicare la fantasia di chi propone teorie più o meno probabili.

parole sante

 

 

Una cosa, più una domanda a dire il vero, sul Big Bang: Il fatto che sia descrivibile con le leggi fisiche del nostro universo significa che è un fenomeno riguardante solamente la materia presente in esso e non la sua struttura giusto? O c'è qualcosa (probabilmente molto :whew:) che mi sfugge? Sinceramente mi viene meglio pensare alla materia in espansione piuttosto che all'universo in espansione, quest'universo dove si espanderebbe?

il big bang è la creazione di tutto, non solo della materia ma anche dell'energia e dello stazio e del tempo.

Il problema del dove si espanda l'Universo è un pensiero dettato dal legame alle nostre abitudini intuitive di immaginare le cose come siamo abituati a vederle ma cher non esiste, se si espandesse in qualche luogo questo luogo sarebbe spazio e come detto lo spazio è stato creato con la nascita dell'Universo quindi il problema sta tutto nella nostra testa. L'universo diventa sempre più grande perchè dati due punti al suo interno (abbastanza distanti come 2 galassie) la distanza tra loro è in continuo aumento e il problema del fuori non esiste.

Ovviamente potrebbe esserci una spigazione non ancora contemplata dalla scienza moderna, chi vivrà vedrà...

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

il big bang è la creazione di tutto, non solo della materia ma anche dell'energia e dello stazio e del tempo.

Il problema del dove si espanda l'Universo è un pensiero dettato dal legame alle nostre abitudini intuitive di immaginare le cose come siamo abituati a vederle ma cher non esiste, se si espandesse in qualche luogo questo luogo sarebbe spazio e come detto lo spazio è stato creato con la nascita dell'Universo quindi il problema sta tutto nella nostra testa. L'universo diventa sempre più grande perchè dati due punti al suo interno (abbastanza distanti come 2 galassie) la distanza tra loro è in continuo aumento e il problema del fuori non esiste.

Ovviamente potrebbe esserci una spigazione non ancora contemplata dalla scienza moderna, chi vivrà vedrà...

 

 

Si mi sono reso conto di dove sbagliavo, non avevo ben chiaro in mente il fatto che il Big Bang non abbia coinvolto solo la materia, stavo ancora pensando alla necessità della mente di collocare tutto da qualche parte e non mi rendevo conto che era quello a generare il mio dubbio http://farm1.static.flickr.com/235/454540718_82654c795f.jpg

 

 

 

:sultano:

Link al commento
Condividi su altri siti

La fine del mondo?

Da: "La Stampa.it"

 

 

GINEVRA

Lhc (Large Hadron Collider), il piu' potente acceleratore di particelle al mondo che si trova al Cern (Centro di Ricerche Nucleari) di Ginevra e' pronto a partire. Il 10 settembre prossimo un primo fascio di protoni fara' il suo giro di prova all'interno dell'anello sotterraneo lungo 27 chilometri. Ed è guerra tra scienziati, fisici contro chimici, a pochi giorni dall’inaugurazione dell’esperimento sull’origine dell’universo . Uno degli esperimenti piu’ importanti della storia, secondo i ricercatori del Cern, ma che, secondo un altro gruppo di scienziati, potrebbero essere gli ultimi prima dell’inizio della fine. Del mondo.

 

Si’, perche’ il timore degli scienziati capitanati dal professor Otto Rossler, chimico tedesco della Eberhard University, e’ proprio che l’esperimento del Cern possa, a causa delle collisioni di energia che scatenera’, generare un buco nero capace di risucchiare la terra e farla sparire nel giro di pochi anni. Timori che hanno spinto Rossler e compagni a fare ricorso presso la Corte Europea dei diritti umani per fermare l’esperimento. Ma di fronte alle accuse, dal Cern arrivano rassicurazioni assolute.

 

Michelangelo Mangano, fisico nucleare veronese e ricercatore del Cern, e’ autore di uno studio sulla sicurezza del Lhc nato proprio per rispondere alle critiche. “Per quanto la compomente del rischio - spiega Mangano - non faccia minimamente parte di un progetto come questo, abbiamo comunque deciso di rispettare le paure altrui e di dimostrare come questi paure non siano in nessun modo fondate. Collisioni di energia come quelle prodotte dall’Lhc si sono verificate sulla terra come in altri pianeti un numero immenso di volte: l’Lhc ricrea infatti i fenomeni naturali dei raggi cosmici, che producono energie anche superiori e che investono continuamente il nostro pianeta, come altri corpi celesti, senza nessuna conseguenza”. “Noi non neghiamo di cercare anche di generare dei buchi neri - continua Mangano - ma se anche venissero prodotti, ed e’ difficile che accada, questi decadrebbero istantanamente senza conseguenze”. Se l’Lhc comporta dei rischi, secondo lo scienziato, sono rischi di natura meccanica, legati al tipo di struttura “un tunnel di 27 chilometri, 100 metri sotto terra e in presenza di un’alta tensione delle correnti”, e a cui si risponde con tutte le misure di sicurezza del caso. “Ma non esiste nessun rischio nemmeno per noi che abitiamo a pochi chilometri dall’esperimento”.

 

Eventi simultanei si svolgeranno nei diversi paesi europei. Ma non si tratta solo di scienza e ricerca, il Cern è anche creatività e giocosità: a pochi giorni dall'esperimento Lhc, il Cern di Ginevra mostra l'altro volto. Lo testimonia un video apparso da qualche giorno su Youtube, che vede protagonisti giovani fisici e informatici, ragazzi e ragazze, che hanno dedicato all'"accensione" ufficiale di Lhc prevista per il 10 settembre, un delizioso rap.

 

Giovani, che preferiscono rimanere nell'anonimato pur mostrando la loro faccia raggiante, e che esprimono la loro felicità ballando e cantando al suono di rap. E, come in una antica ballata che descrive le gesta dell'eroe del momento, decantano le qualità e le caratteristiche di Lhc, descrivendo uno ad uno i quattro esperimenti Atlas, Lhcb, Alice e Cms,e le loro gesta-finalità.

 

Una festa che rispetta una tradizione lunga venti anni che i più giovani, forse meno oberati di lavoro, ma che hanno comunque contribuito al successo dell'"operazione Lhc", non si lasciano sfuggire nel miglior spirito della partecipazione senza cadere nella goliardia. E' solo festa per un momento meraviglioso per il Cern.

 

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

come ho gia detto,se si apre un buco nero useremo un tappo gigante. :mucca: :whip:

Pio: a volte fanboy si nasce altre volte si diventa, io sono l'orgoglio sony, l'ultimo paladino della verità. Ho visto la luce. Convertitevi anche voi alla fede sony, abbandonate la via delll'oscurità. (imho)

~nex: Grande sostenitore morale dei fancazzuti fanboy nani.Donate anche voi un cervello a questi poveri tipi. (imho)

Link al commento
Condividi su altri siti

Come vivere nello spazio aperto

 

 

Freddo prossimo allo zero assoluto, assenza di ossigeno, vuoto, radiazioni intensissime, questo è l'ambiente dello spazio esterno, e difficilmente si può pensare a condizioni più ostili alla vita. Eppure, alcuni animaletti hanno le potenzialità per sopravvivere anche in condizioni estreme come queste. A dimostralo è una ricerca condotta da Ingemar Jönsson dell'Università di Kristianstad, in Svezia, pubblicata sull'ultimo numero di Current Biology.

 

Gli animali in questione sono i tardigradi, minuscoli invertebrati dalle dimensioni comprese fra gli 0,1 e gli 1,5 millimetri, che vivono normalmente negli ambienti umidi dove prosperano muschi e licheni e sono stati scelti come candidati alla "vita nello spazio" perché quando il loro ambiente, come spesso accade, diventa secco, riescono a entrare in uno stato di criptobiosi, con il metabolismo così abbassato da consentire loro di resistere in quelle condizioni per anni.

 

Ai fini della ricerca diversi esemplari di tardigradi sono stati portati a bordo della navicella spaziale Foton-M3 lanciata dall'ESA nel settembre del 2007 ed esposti, nel corso di un'orbita attorno alla Terra a un'altezza di 270 chilometri, alle condizioni dello spazio aperto, ossia al vuoto, e alle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole e ai raggi cosmici.

 

E' risultato che molti di essi erano stati in grado di sopravvivere non solo al vuoto e ai raggi cosmici,ma anche a un irraggiamento con raggi UV di intensità oltre mille superiore a quella che può aversi sulla superficie del pianeta. E questi sopravvissuti erano anche tranquillamente in grado di riprodursi al ritorno del loro periglioso viaggio.

 

La capacità di resistere a un irraggiamento ultravioletto così intenso è la cosa che ha più sorpreso i ricercatori, dato che normalmente danneggia in modo irreparabile sia i tessuti sia il materiale genetico, e infatti rappresenta una diffusa pratica per garantire la sterilizzazione degli oggetti. Come ha scritto Jönsson,: "Come questi animali riescano a rivitalizzare il loro corpo dopo aver ricevuto una dose di radiazione UV superiore ai 7000 kJm2 in condizioni di vuoto spaziale [...] resta un mistero." (gg)

 

http://www.uni-duesseldorf.de/WWW/MathNat/Zoomorphologie/images/tardi1.jpg

 

Da: Le scienze.it

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 2 settimane dopo...

E' più grande

 

L'Uomo

 

o

 

L'Universo ?

 

 

 

 

Modificato da Willy

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

Un ascensore per lo spazio

 

Un gruppo di scienziati giapponesi sta cercando di realizzare un ambizioso progetto spaziale: un mega-ascensore in grado di portare i passeggeri a 62 mila miglia nello spazio. Un sogno per tutti gli appassionati di fantascienza che presto potrebbe diventare realtà. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Daily Telegraph, gli scienziati elaboreranno un dettagliato calendario con tutte le tappe previste per la costruzione dell’ascensore spaziale nel corso di una conferenza internazionale che si terrà in Giappone a novembre.

 

L’ostacolo più grande da superare sarebbe quello di riuscire a trovare un materiale adatto con cui fabbricare l’ascensore e i vari marchigegni necessari per il suo funzionamento: deve essere estremamente leggero e allo stesso tempo molto resistente. Gli scienziati stanno valutando di utilizzare nanotubi di carbonio, delle microscopiche particelle di tessuto in fibra. Yoshio Aoki, direttore della Japan’s Space Elevator Association che si sta occupando del progetto, ha detto che i cavi dovrebbero essere 180 volte più forti dell’acciaio. Dovrebbero essere ancorati al terreno e «sparire» nel cielo eventualmente per raggiungere una stazione spaziale in orbita geostazionaria intorno alla terra.

 

Per quanto riguarda invece la questione della fornitura energetica indispensabile per il funzionamento dell’ascensore, Aoki ha dichiarato: «stiamo pensando di utilizzare una tecnologia già impiegata nei nostri ’treni proiettilì». «I nanotubi di carbonio - ha aggiunto - sono buoni conduttori di elettricità, così stiamo pensando di avere un secondo cavo per fornire potenza lungo tutto il percorso».

 

Il progetto giapponese per la costruzione dell’ascensore spaziale avrà un costo iniziale di 5 miliardi di dollari. Secondo quanto riportato da un articolo pubblicato sul quotidiano britannico Times, il funzionamento dell’ascensore avverebbe attraverso una serie di cavi lunghi all’incirca 22 mila miglia.

 

I cavi, realizzati con del materiale leggero e super-resistente, saranno posizionati sulla Terra per poi scomparire man mano nel cielo, giungendo infine su una stazione spaziale che orbiterebbe attorno alla Terra. Le finalità dell’innovativo ascensore non sarebbero solo quelle di far viaggiare gli esseri umani, ma anche quelle di rimuovere rifiuti pericolosi, come quelli nucleari, dalla Terra e scaricarli nello spazio. Ma non sono solo gli scienziati giapponesi a essere interessatti alla concretizzazione del progetto. Anche gli scienziati della Nasa starebbero lavorando alla costruzione di uno strumento spaziale molto simile a quello dell’ascensore giapponese.

 

LA STAMPA.it

Modificato da Willy

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

  • 1 mese dopo...

Marte: Phoenix non risponde più...

...ma la missione è stata un successo!

 

 

Phoenix, il robot della Nasa parcheggiato al polo Nord marziano è morto. L’ultimo segnale arrivato al Jet Propulsion Laboratory (Jpl) a Pasadena, da dove governavano la sua vita, risale al 2 novembre. Da allora è stato un continuo tentativo di ripresa di contatto, ma invano: il robot è rimasto inesorabilmente silenzioso. A questo punto la Nasa ha decretato la sua morte anche se per qualche settimana tenterà ogni tanto di ascoltare eventuali segnali.

 

Non c’è però alcuna speranza. Lo avevano previsto e anzi l’agonia iniziata qualche settimana fa è stata più corta del previsto. Allora avevano avviato delle operazioni spegnendo alcuni sistemi di riscaldamento del robot indispensabili per tenere in funzione gli strumenti nell’intento di prolungare la sua vita sia pure limitandone l’attività. Al Jpl dovevano infatti fare i conti con la poca energia trasmessa dal Sole e che pioveva a fatica sulle celle solari di Phoenix. Perché nella zona in cui si trovava era ormai arrivato l’autunno, l’astro era basso sull’orizzonte e una tempesta quasi continua di sabbia e polvere oscurava ancor di più il cielo. Risultato: poca luce sui pannelli solari e quindi poca energia a disposizione; anzi sempre meno, man mano i giorni passavano a causa del peggiorare delle condizioni climatiche. Infatti si sperava con gli interventi avviati di arrivare magari fino alla fine di novembre. Invece Phoenix non ce l’ha fatta e ora con temperature notturne glaciali di quasi cento gradi sotto zero ogni sua parte è definitivamente paralizzata.

 

«La missione è conclusa», ha comunicato lunedì notte Barry Goldstein, project manager della sonda, con un filo di amarezza. Non era più ricco di parole e sorrisi come quando lo abbiamo incontrato al Jpl al momento dello sbarco sul pianeta rosso il 25 maggio scorso. E senza entusiasmo ha elencato i meriti e i successi ottenuti dal robot che ha scavato il suolo polare. Doveva rimanere attivo per 90 giorni e invece è rimasto lassù, operativo, per 149 giorni marziani dei 152 trascorsi. Il giorno marziano è appena più lungo del nostro: 24 ore e 40 minuti. E durante tutto questo tempo ha raccolto e trasmesso oltre 25 mila fotografie e osservato il suolo con il primo microscopio atomico installato su una sonda. Il suo braccio ha raccolto campioni di suolo che ha analizzato in due minilaboratori automatici confermando la presenza di ghiaccio d’acqua a pochi centimetri di profondità come aveva stimato la sonda Mars Odissey dall’orbita. E ogni giorno trasmetteva un bollettino meteo raccontando le condizioni climatiche del luogo.

 

«Infine Phoenix ha compiuto un importante passo sostenendo la nostra speranza di dimostrare che Marte una volta era abitabile e in grado di sostenere la vita», ha commentato Doung McCuistion, direttore del programma marziano alla Nasa. Questo era infatti l’obiettivo primario della spedizione. L’amarezza per la sua fine è stemperata comunque dalle imminenti tappe future. L’anno prossimo sarà lanciata un’altra sonda, la Mars Science Laboratory, un gigantesco Suv marziano che alimentato da generatori a radioisotopi potrà viaggiare a lungo nel territorio dove sbarcherà lavorando giorno e notte. L’esplorazione del pianeta posso, dunque, continua per cercare tracce di vita passata o presente e per preparare il futuro sbarco dell’uomo.

 

Giovanni Caprara

Corriere Della Sera.it

 

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Mercurio e il mistero della materia blu

Scoperta sul pianeta dalla sonda Messenger una sostanza sconosciuta di colore bluastro

 

 

 

Sulla superficie di Mercurio c’è una sostanza misteriosa la cui natura gli scienziati non riescono ancora a decifrare. Lo hanno rivelato le immagini raccolte dalla sonda Messenger della Nasa durante il suo passaggio ravvicinato al primo pianeta del sistema solare il 6 ottobre scorso. La sostanza è di colore bluastro e Mark Robinson dell’Arizona State University l’ha battezzata «mysterious dark blue material». Si ipotizza che sia stata eiettata dal cuore del pianeta durante le eruzioni vulcaniche le quali erano numerose in un’età tra i 3,8 e 4 miliardi di anni fa distribuendo lava in grande quantità.

 

 

LE FOTO - Le foto trasmesse sono affascinanti con le loro velature blù e studiandole i geologi planetari cercano di dare risposta all’enigma rappresentato dalle estese superfici piatte, molto più piatte di quanto si potesse ritenere data la storia del corpo celeste più vicino al Sole. La sonda è transitata ad appena duecento chilometri dal suolo mostrando dettagli notevoli. Questo è il secondo transito ravvicinato. Ne seguirà un terzo prima che Messenger entri in orbita attorno al pianeta nel 2011. La ricognizione ha scandagliato il 30% della superficie finora mai osservata e così con due passaggi già si è arrivati a costruire una mappa del 95% per cento dell’intero pianeta. «Ipotizziamo che questa sostanza blù contenga ferro e titanio, forse silicio, ma probabilmente la colorazione è data dalla loro insolita combinazione. Per il momento non ne sappiamo molto di più» ha precisato Robinson aggiungendo che l’enigma sarà risolto quando lo studio potrà essere approfondito dall’orbita nei prossimi anni.

 

LA PRIMA SPEDIZIONE - La prima e unica spedizione spaziale effettuata per studiare Mercurio da vicino era avvenuta nel 1973 da parte della Nasa ed era Mariner-10. Ad essa aveva contribuito il professor Giuseppe Colombo dell’Università di Padova (ora scomparso) suggerendo un’orbita più opportuna agli specialisti del JPL . Così la sonda riuscì a compiere tre passaggi invece di uno come previsto e Colombo finì sulla prima pagina del New York Times con tutti gli onori per i vantaggi offerti. Colombo era un grande scienziato ed aveva scoperto anche gli esatti movimenti di Mercurio intorno al Sole. Per questa ragione l’ESA europea ha battezzato con il nome BepiColombo la sonda che sta costruendo e che andrà ad esplorare il pianeta nel 2013.

 

Giovanni Caprara

Corriere Della sera.it

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

Hubble fotografa per la prima volta un pianeta fuori dal sistema solare

 

Il telescopio spaziale Hubble ha acquisito la prima immagine in banda visibile di un pianeta orbitante intorno ad un'altra stella!

La sua massa non dovrebbe essere più grande di tre volte quella di Giove; il pianeta appena scoperto prende il nome di Fomalhaut b e orbita intorno ad una stella brillante del cielo del sud, chiamata appunto Fomalhaut, alla distanza di 25 anni luce dalla Terra, nella costellazione Piscis Austrinus.

 

Fomalhault ha attirato l'interesse degli astronomi "cacciatori di pianeti" da diverso tempo, fin da quando fu scoperto un eccesso di polvere intorno alla stella, nei primi anni ottanta, dal satellite IRAS (Infrared Astronomy Satellite).

 

Nell'anno 2004, il coronografo della High Resolution Camera sulla Advanced Camera for Surveys di Hubble produsse poi la prima immagine mai ottenuta in banda visibile della larga cintura di polvere che circond Fomalhaut. Le immagini mostravano con chiarezza che la struttura stessa è in effetti costituita da esteso un anello di frammenti proto-planetari, abbastanza simile alla fascia di Kuiper, che circonda il nostro Sistema Solare e contiene una miriade di detriti ghiacciati di dimensioni che vanno dal grano di polvere, fino anche alle dimensioni di piccoli pianeti, come Plutone.

 

Le osservazioni appena effettute da Hubble che hanno individuato il pianetino, sono state acquisite nell'arco di ben 21 mesi, e mostrano l'oggetto celeste muoversi in un'orbita intorno alla stella, quindi mostrando di essere gravitazionalmente legato a questa. Il pianeta è distante dalla stella "madre" circa 10 volte la distanza che intercorre tra Saturno e il Sole.

 

http://spacetelescope.org/images/screen/heic0821a.jpg

Modificato da Willy

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

ma il pianeta sarebbe quello al centro? mi puoi dire dove trovi ste notzie che mi affascinano sempre?

 

Di solito al centro c'è la stella :teach: :mrgreen: :ok:

 

Se noti il pianeta è nella foto grande in basso a sinistra evidenziato :ok:

Il Napoli.. Ti fa soffrire , Ti fa piangere , Ti fa gioire , Ti rende la persona piu' felice al mondo , Ti spezza il cuore , ma soprattutto ti fa VIVERE...
Link al commento
Condividi su altri siti

ma il pianeta sarebbe quello al centro? mi puoi dire dove trovi ste notzie che mi affascinano sempre?

 

come ti ha detto figotto la stella è al centro ed il pianeta è quel punto minuscolo che si vede ingrandito nel riquadro in basso a destra. Non è certo la foto in se a fare scalpore perchè non si vede granchè, è il fatto che è la prima volta e che in futuro si riusciranno ad avere immagini sempre migliori.

 

le notizie le trovo spulciando qua e la, ti consiglio il sito di Le Scienze, e Gruppo Locale (in italiano)

Modificato da Willy

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

Di solito al centro c'è la stella :teach: :mrgreen: :ok:

 

Se noti il pianeta è nella foto grande in basso a sinistra evidenziato :ok:

 

 

come ti ha detto figotto la stella è al centro ed il pianeta è quel punto minuscolo che si vede ingrandito nel riquadro in basso a destra. Non è certo la foto in se a fare scalpore perchè non si vede granchè, è il fatto che è la prima volta e che in futuro si riusciranno ad avere immagini sempre migliori.

 

le notizie le trovo spulciando qua e la, ti consiglio il sito di Le Scienze, e Gruppo Locale (in italiano)

 

Si poi riflettendoci ci ero arrivato che quella al centro fosse la stella. Cmq bisogna avere delle belle teste per notare lo spostamento di un piccolissimo pallino tra l'immagine del 2004 e quella del 2006.

Grazie per i link :ok:

Modificato da buzzoria
http://card.josh-m.com/live/mondo/buzzoria.png
Link al commento
Condividi su altri siti

  • 3 settimane dopo...

niouri

Utente

Registrato: 10-11-2008

Messaggi: 125 Problemi aperti in cosmologiaProblemi aperti in cosmologia

 

Intervista a halton arp*

*Halton Arp, nato a New York, laureatosi con lode ad Harvard nel 1949, prese la specializzazione in astrofisica presso il Caltech nel 1953, con un lavoro sulla frequenza di stelle novae nella galassia di Andromeda. Per quasi trent'anni ha fatto parte dello staff di astronomi degli osservatori di Monte Palomar e Wilson studiando in particolare, con metodi fotografici, le galassie con forma anomala e irregolare. Da queste osservazioni costruì il famoso Atlas of peculiar galaxies, una rassegna di 338 tra le galassie più strane che si conoscano. Dopo la scoperta dei quasar, Arp osservò che essi sembravano concentrarsi nei dintorni di alcune delle sue galassie peculiari.

Forse la più famosa delle sue "associazioni" riguarda la galassia spirale barrata NGC 1073 a basso redshift, all'interno delle cui braccia Arp ha scoperto ben tre quasar ad alto redshift. Dopo il 1984, anno in cui gli fu negato l'utilizzo dei telescopi di Palomar e Wilson, Arp lasciò gli Stati Uniti per "emigrare" in Europa aggregandosi allo staff dell'ESO (European Southern Observatory) presso il Max Planck Institute di Garching, in Germania.

Nel 1988 Arp ha presentato gli esiti della sua ricerca nel famoso libro Quasar, redshift and controversies, pubblicato in lingua italiana dall'editrice Jaca Book con il titolo La contesa sulle distanze cosmiche e le quasar. Da allora ha proseguito i suoi studi individuando, in questi anni, esempi di redshift anomali ancora più eclatanti.

Introduzione di Francesco Bertola**

**Francesco Bertola è Ordinario di Astrofisica all'Università di Padova e accademico dei Lincei. É autore di numerose pubblicazioni sulla struttura dinamica e sull'evoluzione delle galassie.

Nel 1989 ha vinto il Premio Presidente della Repubblica.

Nel 1963 l'astronomo Maarten Schmidt riuscì a interpretare lo spettro di una sorgente astronomica di dodicesima grandezza, dimostrando che l'oggetto si allontanava da noi con una velocità di cinquantamila chilometri al secondo. Se si pensa che le galassie di pari brillanza sono caratterizzate da una velocità di recessione, dovuta all'espansione dell'universo, di appena qualche migliaio di chilometri al secondo, ci si rende conto dell'eccezionalità della scoperta dello Schmidt.

Il ritrovamento di altri oggetti simili portò subito alla conclusione che esisteva una classe di oggetti celesti superluminosi, che furono chiamati quasar, la cui velocità di recessione era da attribuire al fenomeno dell'espansione dell'universo.

Halton Arp, che a quell'epoca lavorava a Pasadena, gomito a gomito con Maarten Schmidt, non accettò per nulla l'idea che la natura dello spostamento verso il rosso delle righe spettrali dei quasar fosse cosmologica, cioè dovuta all'espansione dell'universo. E da quasi quarant'anni questo scienziato, che negli anni Cinquanta aveva prodotto brillanti ricerche su temi classici come quello degli ammassi globulari e delle stelle novae, si sta battendo con tutte le sue forze per dimostrare la natura non cosmologica del redshift.

Uno dei suoi approcci più noti è quello di voler dimostrare la vicinanza fisica di galassie brillanti e di deboli quasar che, a giudicare dalle grandi differenze dei loro redshift dovrebbero trovarsi a distanze da noi molto diverse secondo la cosmologia convenzionale.

Il punto di partenza di Arp mina alla base il modello cosmologico del Big Bang, che prevede che le galassie (e i quasar, che sono considerati nuclei di galassie in una fase particolarmente attiva) siano tanto più giovani quanto sono più lontani. Concetto di origine dell'universo e scenari evolutivi tipici del modello del Big Bang non hanno più valore per Halton Arp.

Nei primi anni Sessanta c'era ancora posto per teorie cosmologiche rivali e a quell'epoca si dibatteva molto tra la teoria dello stato stazionario e quella del Big Bang ma, a partire dal 1965, con la scoperta della radiazione di fondo, quest'ultimo modello ha avuto il sopravvento e ben pochi oggi pensano che ci possa essere un'alternativa valida.

Nonostante l'immane sforzo di quasi una vita Arp non è riuscito a convincere. Ritengo tuttavia che la sua opera non sia stata vana perché una voce di dissenso è sempre opportuna, stimola il senso critico e induce a riflessioni più approfondite. Specialmente quando, assieme ad Arp, si cimentano scienziati del calibro di Fred Hoyle, Geoffrey Burbridge e Jayannt V. Narlikar.

Questi ultimi tre hanno appena pubblicato un libro presso la Cambridge University Press intitolato A Different Approach to Cosmology. From a Static Universe through the Big Bang towards Reality, che chiarisce la attuale situazione della critica al modello del Big Bang.

In quest'opera vengono passate in rassegna tutte le osservazioni astronomiche di significato cosmologico degli ultimi cinquant'anni e vengono criticate molte interpretazioni "convenzionali". Il punto di vista espresso è che la dipendenza dal modello del Big Bang ha portato a un ingiustificato abbandono di modelli alternativi. Molte delle argomentazioni sono basate sulle osservazioni di Arp.

 

Francesco Bertola

Ci può spiegare brevemente le implicazioni cosmologiche delle sue osservazioni sui redshift e in particolare se davvero gettano qualche dubbio sulla teoria del Big Bang e perché?

Per cominciare, penso che le osservazioni sui redshift contraddicano la teoria del Big Bang. Per questa teoria infatti il punto centrale è che l'universo è in espansione e quindi i redshift delle galassie sono conseguenza della loro velocità, mentre le osservazioni dicono che essi non rappresentano velocità. Quindi questa è, in un certo senso, una prova diretta che l'universo non è in espansione.

Veniamo alle implicazioni cosmologiche. Prima di tutto: in realtà non conosciamo molto dell'universo, c'è molto che ancora non conosciamo. Sappiamo che qualcosa è esploso e qualcosa si è aggregato; ci sono galassie che hanno quindici miliardi di anni, altre che sono più vecchie e altre molto più giovani; le più giovani sembrano di meno e le più vecchie di più.

Questo mi sembra importante: si vede il ciclo di vita e morte di nuove galassie, di nuova materia, un ciclo di cui naturalmente fa parte anche l'essere umano. Il modo in cui l'universo funziona è molto simile al modo in cui funziona il mondo biologico: prende la materia, la riforma, cresce qualcosa, si moltiplica e poi ricresce, in un ciclo di nascita e di rinascita.

 

Non c'è quindi un inizio dell'universo?

 

Non in questa teoria. Quello che sto dicendo, in definitiva, è che noi non sappiamo quanto vecchio è l'Universo e quanto è grande: forse va avanti da sempre e per sempre, e forse no, ma il Big Bang non è possibile.

Probabilmente sono nel vero dicendo che l'Universo esiste per sempre, ma muta in continuazione. Ogni volta che esso forma nuove galassie diventa un poco diverso, come gli esseri umani: essi nascono, nuove generazioni nascono come le vecchie, ma lievemente differenti. C'è quindi un cambiamento, ma noi non abbiamo a disposizione una scala temporale sufficientemente lunga per vedere questi cambiamenti e di quale natura essi siano.

 

Quale relazione c'è tra le sue osservazioni e le evidenze sperimentali, come la radiazione cosmica di fondo (CMB), su cui si basa la teoria del Big Bang?

 

Secondo la teoria del Big Bang, la radiazione di fondo deve formarsi, durante l'esplosione, in un momento molto particolare, quello in cui la radiazione si è separata dalla materia e in cui si sono formate anche le galassie. Così, essa deve essere emessa da un guscio molto sottile; sono necessarie condizioni molto particolari che io ritengo molto improbabili.

In un universo non in espansione, invece, la radiazione non è diffusa tutt'intorno, ma è qualcosa che si può integrare fino a grandi distanze, così da renderlo uniforme. La caratteristica più sorprendente della radiazione di fondo è proprio la sua isotropia: essa è uniforme entro una parte su 100 milioni. Come si può ottenere quella uniformità incredibile da un guscio molto sottile? Inoltre si sono formate le galassie, quindi dovrebbe essere visibile l'innesco di queste galassie.

Se le galassie non sono in espansione, quella che si osserva è la temperatura del mezzo intergalattico: in un modello non in espansione il mezzo intergalattico deve avere una certa temperatura, ed è proprio quella che osserviamo. Infatti si sa da molto tempo che, se si prende la radiazione emessa dalle galassie e se ne fa una media statistica si ottiene la CMB: niente a che vedere con un'esplosione. Penso quindi che in un universo non in espansione sia semplice giustificare l'esistenza della radiazione di fondo .

 

Qual è il suo rapporto con la comunità scientifica internazionale; in particolare cosa pensano di queste sue idee i cosmologi?

 

La cosmologia e la scienza in generale sono internazionali: le persone impegnate nella ricerca in tutto il mondo si conoscono tra di loro. Non c'è una divisione geografica, ma nei paesi più ricchi c'è una competizione molto forte e spesso una élite accademica difende i punti di vista convenzionali. C'è quindi forte contrasto tra chi cerca di promuovere nuove idee e nuove osservazioni e chi cerca di mantenere le vecchie, spesso dicendo che altre proposte o ragioni sono scorrette.

La maggior parte degli astronomi probabilmente non accetta le mie idee e non crede ad esse; alcuni di essi sono molto preoccupati e cercano di eliminarle; altri dicono: ognuno ha le sue idee. Ci sono anche astronomi che accettano le mie idee, ma è più forte la tendenza a difendere le proprie idee sopprimendo l'evidenza, come si può constatare leggendo il mio libro Seeing Red.

 

Il modello del Big Bang è in grado di spiegare molti fatti e non riesce a spiegare solo le sue osservazioni; come può quindi sostenere che il Big Bang non è corretto?

 

La gente che crede al Big Bang dice: le nostre osservazioni spiegano tutto. Ma ci sono molti aspetti importanti, che la teoria del Big Bang non spiega.

Invece, la soluzione più generale proposta nella mia ipotesi spiega tutto quello che il Big Bang spiega, ma molto meglio, e inoltre molti più dati osservativi.

Per esempio, la teoria del Big Bang si basa sulla teoria della relatività generale. La relatività spiega i fatti dicendo che lo spazio è curvo; ma se lo spazio è il più puro essere vuoto, come si fa a deformarlo? Nel mio modello lo spazio non è curvo, è piatto.

Un altro esempio è la materia oscura; trovando che le curve di rotazione delle galassie non obbedivano a ciò che si aspettava, per ritrovare l'accordo fra dati sperimentali e teoria si è inventata la materia oscura ( e per materia oscura non intendo la polvere interstellare, ma quel quid che determina un accelerazione delle galassie attorno ad un determinato centro). Ma non è mai stata rivelata! E sono decenni che si sta cercando una conferma della sua reale esistenza, senza esserci andati neppure vicino: chiaramente lì non c'è.

O ancora, si prenda la relazione di Hubble, che è considerata uno dei capisaldi del Big Bang. Dopo molte osservazioni si è trovato che questa relazione non è lineare; inoltre, se si considera la relazione di Hubble per le galassie, si vede che alcune classi di galassie la seguono, mentre un piccolo gruppo non la segue, per esempio le galassie Seyfert, per cui il rapporto velocità - distanza ha un valore completamente diverso che non può essere spiegato. Per cercare di spiegarlo i cosmologi dicono semplicemente: queste galassie hanno una luminosità più alta.

Nella teoria del Big Bang c'è sempre una spiegazione del perché i punti sperimentali non stanno sulle curve teoriche!

Le recenti osservazioni di supernove sono in contraddizione di un buon 20% con le previsioni del Big Bang. Per spiegarle, i cosmologi sono costretti a reintrodurre la costante cosmologica di cui lo stesso Einstein (il primo a introdurla) negò l'esistenza. Così, ogni volta che un'osservazione è in contraddizione con le previsioni si introduce semplicemente un altro parametro per spiegarla!

Noi invece diciamo: possiamo spiegare tutte le osservazioni che il Big Bang spiega, anche meglio, più semplicemente e in modo più logico, e anche le osservazioni che il Big Bang non può spiegare e che gli scienziati del Big Bang non vogliono ammettere.

È una questione di buon senso: io non proporrò mai una teoria o un'interpretazione contraddetta da qualche osservazione!

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

http://forum.panorama.it/viewtopic.php?id=16244

 

Che cosa ne dici di questa..." Teoria " caro Willy ?

 

 

Ettore

Modificato da Ettore1
Link al commento
Condividi su altri siti

è un classico... se vivessimo 200 anni tutte queste teorie così azzardate le vedremmo tutte frantumate...

Non ti angosciar più per quello che hai commesso,le rose hanno spine e fango le argentee fonti;nuvole ed eclissi oscurano luna e sole e nel più bel germoglio s'asconde orrido verme.Ognuno di noi sbaglia ed anch'io m'inganno giustificando le tue offese con analogie,umiliando me stesso per mitigar le tue mancanze,scusando le tue colpe più di quanto sia l'offesa:poiché porto attenuanti ai peccati dei tuoi sensi,la tua parte avversa diventa tuo avvocato ed inizia contro me stesso un regolar processo:tale è la lotta fra il mio amore e l'odio,fatalmente anch'io mi devo render complice di quel caro ladro che inclemente mi deruba
Link al commento
Condividi su altri siti

E questa....?

 

http://forum.panorama.it/viewtopic.php?id=16481

 

----------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

niouri

Utente

Registrato: 10-11-2008

Messaggi: 129 Critiche alla teoria quantisticaHo inteso riportare la teoria quantistica come esposta da Tiziano Cantalupi, per la sua chiarezza ed essendo priva di formule matematiche che potrebbero risultare ostiche o incomprensibili alla maggior parte dei lettori.

 

Ma prima di tutto vorrei riportare la formula relativistica di Einstein, ed i presupposti della teoria di Marco Todeschini, che a differenza di Einstein prevede uno spazio dotato di una densità minima

 

Formula di Einstein: Velocità limite: E=mc²

Un oggetto provvisto di massa non può superare o eguagliare la velocità della luce, questo per il risultato dell'equazione E=mc² (E=Energia, m=massa, c=costante, o velocità della luce), che definisce l'uguaglianza tra massa ed energia.

 

Presupposto della teoria di Marco Todeschini: 1. Lo spazio universale non è vuoto, come riteneva Newton, bensì un’estensione tridimensionale sostanziata in ogni suo punto di una densità costante 9.20 elevato alla 20 potenza minore dell’acqua.

 

 

LA TEORIA QUANTISTICA :

UNA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E FILOSOFICA PASSATA SOTTO SILENZIO

 

di Tiziano Cantalupi

 

 

Le grandi rivoluzioni della scienza sono spesso seguite da sconvolgimenti in campo filosofico e sociale. Le tesi di Copernico, ad esempio, il quale sostenne che la Terra non occupava il centro dell’universo, innescarono un processo di sgretolamento di dogmi religiosi e filosofici che cambiarono profondamente la società europea degli inizi del Rinascimento. La teoria evoluzionistica di Darwin (secoli dopo), con la distruzione della credenza in uno stato biologico speciale degli esseri umani, produsse effetti simili. Le teorie di Einstein infine, con l’affermazione che "tutto è relativo", diedero una spallata definitiva ad un certo modo, "assolutistico", di intendere la scienza e la vita. Con questi presupposti, desta notevole stupore che la più grande rivoluzione scientifica di tutti i tempi sia passata per lo più inosservata agli occhi del grosso pubblico. E questo non già perché le sue implicazioni abbiano scarso interesse, ma perché queste implicazioni sono talmente sconvolgenti da risultare quasi incredibili persino per gli stessi scienziati che le concepirono. La rivoluzione di cui si sta parlando si è consumata, nella sua fase più "cruenta", durante i primi trenta anni del ventesimo secolo ed è conosciuta col nome di Teoria Quantistica o Meccanica Quantistica.

Nata come tentativo di spiegare la fisica delle particelle elementari, la Teoria Quantistica in seguito crebbe sino ad incorporare gran parte della microfisica e parte della macrofisica. Oggi fra alterne vicende può dirsi (nella sua versione ortodossa) universalmente accettata.

Sebbene attualmente nessuno dubiti della sua efficacia pratica ci sono ancora ampie schiere di studiosi che ne mettono in discussione le conseguenze, specie quando queste conseguenze vengono estese alla natura della realtà.

 

Fondamenti della meccanica quantistica :

 

- Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta creata dalle "osservazioni" dell’uomo.

 

Perfettamente in linea con quanto affermato da Marco Todeschini

 

- Le dinamiche fondamentali del micromondo sono caratterizzate dall'acausalità.

[/b]Perfettamente in disaccordo con quanto affermato da Marco Todeschini e dallo stesso Einstein “Dio non gioca a dadi”[/b]

 

- E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare a distanza" o possa "scaturire" dal nulla.

 

Perfettamente in accordo con quanto affermato dalla teoria spiritistica di Allan Kardek (ci si legga pure il libro degli spiriti)

 

- Lo stato oggettivo della materia, è caratterizzato da una sovrapposizione di più stati.

 

Come sopra[/]

 

La conclusione più sconvolgente che si può trarre da quanto sino ad ora affermato è senza dubbio quella che asserisce che la realtà è tale solo se è presente l’uomo con le sue "osservazioni" ; con i suoi esperimenti. A differenza delle precedenti rivoluzioni scientifiche, le quali avevano confinato l’umanità ai margini dell’universo, la Teoria Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena. Alcuni eminenti scienziati si sono spinti a ipotizzare che la Teoria dei Quanti abbia perfino risolto l’enigma del rapporto tra Mente e Materia, asserendo che l’introduzione nei processi di misura quantistica dell’osservazione umana è un passo fondamentale per il costruirsi della realtà.

 

Si avvicina moltissimo ad un concetto spiritistico filosofico; infatti il mondo esterno è costituito semplicemente da onde e corpuscoli che colpendo i nostri organi di senso evocano a livello del sistema nervoso una determinata immagine della realtà. Così si può dire che la realtà che io vedo non è quella che vede un gatto, o un cane[/]

 

UN GRANDE DIBATTITO

 

Seppur fortemente avversata sin dal suo apparire (Einstein per manifestare la sua contrarietà arrivò a coniare la frase "Dio non gioca a dadi") la Meccanica Quantistica, è oggi universalmente accettata. Essa, oltre spiegare processi a livello microscopico come la stabilità dell’atomo o processi macroscopici come la superconduttività, ha ottenuto recenti eclatanti conferme sperimentali : si pensi alla diseguaglianza di Bell.

 

L'articolo di Bell del 1965 era intitolato "Sul paradosso Einstein-Podolsky-Rosen". Il Paradosso Einstein-Podolsky-Rosen presume il realismo locale, ossia le nozioni intuitive che gli attributi delle particelle abbiano valori definiti indipendentemente dall'atto di osservazione, e che gli effetti fisici abbiano una velocità di propagazione finita. Bell ha dimostrato che il realismo locale impone delle restrizioni su certi fenomeni, che non sono richieste dalla meccanica quantistica. Queste restrizioni sono chiamate disuguaglianze di Bell.

 

Ciononostante il grado di diffidenza nei confronti di questa materia - sempre in bilico tra Fisica e Metafisica - è rimasto (come si diceva anche dianzi) alto. I suoi assunti, al limite dell’assurdo, mettono a dura prova le menti più aperte.

Anche nell’era dei computer superveloci, la Teoria Quantistica più che una scienza "accettata" si caratterizza per una scienza "subita". E sono soprattutto gli studiosi di microfisica, i quali ogni giorno hanno a che fare con i suoi assunti filosofici e con il suo formalismo matematico, che più soffrono questo stato di cose. Recentemente però, una agguerrita schiera di fisici, la cui punta di diamante è rappresentata dall’inglese S.Hawking, è riuscita a rovesciare la situazione, volgendo a loro favore proprio quelle "conseguenze" della Meccanica Quantistica che maggiormente rendevano perplessi i fisici atomici. In questo contesto Hawking crea una vera e propria disciplina scientifica ; la Cosmologia Quantistica, attraverso la quale molti misteri dell’universo trovano una razionale spiegazione. E questo, come detto, partendo proprio dagli assunti quantistici più "rivoluzionari". In questa nuova prospettiva trova coerente giustificazione la nascita della materia dal nulla.

 

La Fisica del Quanti, in effetti, prevede che in determinate condizioni la materia possa scaturire dal nulla.

 

Questa è una delle cose più paradossali della teoria quantistica. Che cosa potrebbe scaturire dal nulla? Una materia con una densità definita, o una forza priva di qualsiasi densità? Sembra che a questa domanda gli scienziati abbiano rinunciato a rispondere!

 

Questa non è fantascienza, ma scienza nel senso più alto del termine. E qui tornano alla mente le profetiche parole del grande W.Heisenberg quando affermava : "La più strana esperienza di quegli anni [1920 – 1930] fu che i paradossi della Teoria Quantistica non sparirono durante il processo di chiarificazione; al contrario, essi divennero ancora più marcati e più eccitanti ... ".

Sì, "eccitanti", è la parola giusta per definire il ventaglio di possibilità che allora si dischiudeva e che anche oggi può dischiudersi affrontando senza condizionamenti la Teoria dei Quanti.

 

Una nuova interpretazione del principio quantistico denominato "Probabilismo", ad esempio, deporrebbe a favore del libero arbitrio. Una lettura a trecentosessanta gradi della diseguaglianza di Bell (diseguaglianza che dimostra la possibilità di azioni a distanza) prova che l’universo non può più essere considerato una mera collezione di oggetti, ma una inseparabile rete di modelli di energia vibrante, nei quali nessun componente ha realtà indipendente dal tutto.

 

Questo concetto è antecedente alla teoria quantistica, e risale addirittura a Niuton, dal momento che se ammettiamo che qualsiasi corpo dell’universo esercita la sua forza gravitica in qualsiasi punto, anche a miliardi di anni luce, ricalchiamo in sostanza il concetto quantistico.

 

IL PROBABILISMO E L’ACAUSALITA’

 

All’inizio del ventesimo secolo, i fisici ritenevano che tutti i processi dell’universo fossero perfettamente calcolabili purché si avessero a disposizione dati di partenza sufficientemente precisi. Questa filosofia deterministica aveva preso le mosse due secoli prima quando Newton, con la sua legge di gravitazione universale, era riuscito a descrivere le orbite dei pianeti. In un sol colpo lo scienziato inglese aveva dimostrato che una mela che cade da un albero e un corpo celeste che si muove nello spazio, sono governati dalla stessa legge : l’universo ticchettava come un gigantesco orologio perfettamente regolato.

Ma in concomitanza con la fine dell’epoca vittoriana, quella presuntuosa sicurezza svanì ; avvenne nel momento in cui i fisici tentarono di applicare quelle leggi meccanicistiche al comportamento del mondo atomico. In quel minuscolo regno, gli eventi non fluiscono armonicamente e gradualmente con il tempo, ma si modificano in modo brusco e discontinuo. Gli atomi riescono ad assorbire o liberare energia solo in forma di pacchetti discreti chiamati Quanti (da qui il termine Meccanica Quantistica). A questo livello la natura non funziona più come una macchina, ma come un gioco di probabilità. Nei primi decenni del nostro secolo lo scienziato danese Niels Bohr scoprì che le particelle atomiche si comportavano in modo molto meno prevedibile che non gli oggetti ordinari come le matite o le palle da tennis. Le parole "sempre" e "mai", di cui si faceva largo uso per i processi del mondo macroscopico, dovettero essere rimpiazzate dai termini "spesso" e "raramente". Non si poteva dare più nulla per scontato.

 

Questo brano è completamente in disaccordo con il concetto casuale di Marco Todeschini che dirà: 11. L’affinità chimica che permette l’unione di atomi nella maniera più intima in modo da formare un composto (molecola) che ha caratteristiche proprie del tutto diverse dagli atomi componenti, se è una proprietà accertata sperimentalmente da più di un secolo, tuttavia è sempre restata un mistero, sia nella sua essenza, che nella sua meccanica.

Essa trova ora nella mia teoria che considera il sistema atomico un campo sferico di fluido centro-mosso, una chiara, esauriente e convincente spiegazione. Infatti se supponiamo che la molecola di un composto chimico sia costituita di due atomi che ruotano in senso contrario, come i loro campi fluidi concentrici, ciascuno di tali atomi essendo una massa ruotante in senso contrario, immersa nel campo dell’altro atomo ruotante nel senso opposto, risentirà per effetto Magnus una forza che lo spinge verso l’altro. Tale forza avente lo stesso ufficio di quella di affinità che attrae e lega gli atomi tra di loro, ci dice che anche la forza di attrazione tra gli atomi non è affatto di natura chimica, ma è di natura fluidodinamica e si effettua solamente tra atomi ruotanti in senso opposto. Ne consegue che anche la forza chimica di affinità non esiste, poichè essa ha per corrispondente solamente delle decelerazioni (degli urti) del fluido del campo atomico contro la massa, cioè l’urto tra queste due masse. Questa scoperta ha una formidabile portata, perché consente di chiarire che nessuna azione chimica si svolge nel corpo umano, ma esclusivamente avvengono successioni di urti tra atomi ed elettroni in corsa.

 

Elementi come le orbite percorse dagli elettroni attorno al nucleo, non potevano più essere definite con precisione. Anche il "quid" che ad un certo punto induceva l’atomo radioattivo alla disintegrazione doveva sottostare alle leggi della probabilità.

 

Il fisico italiano Franco Selleri nel suo libro "La Causalità Impossibile" spiega bene la situazione e le conseguenze delle idee introdotte dalla Teoria dei Quanti. Egli scrive :

"Il problema che risulta molto naturale porsi è quello di capire le cause che determinano le differenti vite individuali dei neutroni [liberi]. Lo stesso problema si pone per ogni tipo di sistema instabile come atomi eccitati [...]. L’interpretazione di Copenhagen [quella della Meccanica Quantistica ortodossa] della teoria dei quanti non solo non fornisce alcuna conoscenza di queste cause, ma accetta esplicitamente una filosofia acausale secondo la quale ogni processo di disintegrazione di un sistema instabile ha una natura assolutamente spontanea che non ammette una spiegazione in termini causali. Secondo tale linea di pensiero il problema delle diverse vite individuali dei sistemi instabili dovrebbe necessariamente restare privo di risposta e dovrebbe anzi essere considerato un problema non scientifico".

 

IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE E LE FLUTTUAZIONI NEL VUOTO

 

Nel 1927 il fisico tedesco Werner Heisenberg scoprì che la natura probabilistica delle leggi della Meccanica Quantistica poneva grossi limiti al nostro grado di conoscenza di un sistema atomico. Normalmente ci si aspetta che lo stato di una microparticella in movimento (consideriamo ad esempio un elettrone in rotazione attorno al nucleo) sia caratterizzata completamente ricorrendo a due parametri : velocità e posizione. Heisenberg postulò invece, che a un certo livello queste quantità sarebbero dovute rimanere sempre indefinite. Tale limitazione prese il nome di Principio di Indeterminazione. Questo principio afferma che maggiore è l’accuratezza nel determinare la posizione di un particella, minore è la precisione con la quale si può accertarne la velocità e viceversa. Quando si pensa all’apparecchiatura necessaria per eseguire le misurazioni, questa indeterminazione risulta intuitiva. I dispositivi di rilevazione sono così grandi rispetto alle dimensioni di una particella che la misurazione di un parametro come la posizione è destinato a modificare anche la velocità. Occorre sottolineare però che le limitazioni in parola, non derivano solo dalla interazione tra mondo microscopico e mondo macroscopico, ma sono proprietà intrinseche della materia. In nessun senso si può ritenere che una microparticella possieda in un dato istante una posizione e una velocità.

 

Questo è estremamente grave perché priva l’elettrone di qualsiasi traiettoria. In sostanza un elettrone può trovarsi contemporaneamente in qualsiasi punto del campo atomico. Ma in tal modo si rinuncia alla spiegazione del perché gli atomi stessi, nelle strutture cristalline e nelle molecole si posizionino secondo determinate traiettorie. Se accettassimo all’indeterminazione casuale dei quanti, dovremmo rinunciare alla spiegazione dei cristalli e delle molecole

 

Queste sono, seguendo Heisenberg, caratteristiche incompatibili; quale delle due si manifesti con maggior precisione dipende solo dal tipo di misurazione che lo sperimentatore ("l’osservatore") decide di effettuare. E qui ci si imbatte nella più straordinaria novità introdotta dalla Fisica Quantistica ; ovvero la dipendenza della realtà obiettiva del mondo atomico (mondo che, non dimentichiamolo, è alla base di ogni cosa nell’universo) rispetto alle "scelte" effettuate da colui che si trova davanti all’apparecchiatura di misura. Se lo sperimentatore decide di rilevare la posizione di una particella questa cesserà (letteralmente) di "esistere" nella dimensione "velocità" e viceversa.

 

Qui travalichiamo letteralmente nella metafisica. Si legga il libro degli Spiriti secondo Allan Kardek, per ritrovare simili concetti.

 

Per gli scienziati adusi a concepire l’universo oggettivo della materia indipendentemente dall’uomo, oppure abituati a calcolare contemporaneamente e con precisione millimetrica velocità e posizioni dei più disparati oggetti, queste nuove idee rappresentano una vera e propria rivoluzione.

Oltre alla posizione e alla velocità delle particelle, il Principio di Indeterminazione di Heisenberg pone limiti anche alla misura simultanea di parametri come l’energia e il tempo. Questo comporta che per periodi brevissimi la legge di conservazione dell’energia subisce una sospensione. Nel mondo di tutti i giorni, materia ed energia non si creano e non si distruggono cambiano solo di stato. La benzina non si materializza nei nostri serbatoi, e quando si brucia un litro di carburante si finisce per ottenere una quantità di "energia" e di scorie che equivalgono esattamente a un litro di benzina. Ma su scala atomica, le cose non vanno così. Il piccolissimo grado di indeterminazione esistente tra i vari livelli di energia e tempo, provoca (per intervalli brevissimi), fluttuazioni nell’energia del sistema. Per tempi che si aggirano intorno al miliardesimo di trilionesimo di secondo un elettrone ed il suo compagno di antimateria - il positrone - possono emergere improvvisamente dal nulla, congiungersi e quindi svanire. Questa è più di una semplice ipotesi; gli effetti di questi comportamenti spontanei di creazione e annullamento sono stati misurati in laboratorio in preciso accordo col Principio di Indeterminazione. E non si creda che la fugace vita di queste particelle non abbia senso o conduca a nulla. Durante la loro breve esistenza questi singolari enti possono compiere una bella dose di lavoro ; si pensi all’attrazione e alla repulsione elettrica, ai processi legati alle le varie forme di magnetismo, ecc.

 

Anche qui abbiamo particelle (consistenti o di semplice energia?) che si creano dal nulla al di la di qualsiasi logica. Ma se la materia può crearsi dal nulla, sia pure per brevissimi periodi di tempo, significa che la materia stessa è costituita di nulla.

Ma a questo punto possiamo anche presupporre che pure l’intero universo sia scaturito dal nulla, dal momento che il calcolo del tempo che sia di miliardesimi di secondo o di miliardi di anni diventa del tutto una considerazione soggettiva.

 

Questi inusuali eventi subatomici diedero ai fisici una nuova prospettiva per comprendere lo spazio vuoto. Per Heinz Pagels della Rockfeller University, il vuoto assomiglia alla superficie dell’oceano : "Immaginate di sorvolare l’oceano con un jet. Da quel punto di osservazione ottimale, la superficie sembra perfettamente uniforme e vuota. Ma voi sapete che se foste su una barca, vedreste enormi onde tutt’attorno. Così si comporta il vuoto. Su grandi distanze - ovvero le distanze che noi sperimentiamo come esseri umani - lo spazio ci appare completamente vuoto. Ma se potessimo analizzarlo da molto vicino vedremmo tutte le particelle quantistiche entrare e uscire dal nulla ".

 

Le particelle quantistiche escono ed entrano dal nulla. Anche questo è uno dei maggiori paradossi della fisica moderna, dal momento che quando si parla di nulla si presuppone un quid privo di qualsiasi attributo, ma soprattutto ci si pone necessariamente la domanda di cosa intenda la fisica quantistica per nulla. Dal momento che il nulla è in grado di creare delle particelle deve essere necessariamente un qualcosa. E non mi si venga a dire che sono concetti difficili, dal momento che sono accessibili anche ad un bambino delle elementari

 

I fisici chiamano queste particelle "fluttuazioni nel vuoto". Il concetto sembra sfidare il buonsenso ma è perfettamente valido nell’ambito della Meccanica Quantistica. "Non c’è punto più fondamentale di questo", ha scritto John Wheeler, "lo spazio vuoto non è vuoto. In realtà è la regione dove avvengono i fenomeni fisici più violenti".

 

Ma se lo spazio vuoto non è vuoto deve essere necessariamente un pieno. Si da pertanto necessariamente ragione a Marco Todeschini, solo che mentre quest’ultimo è riuscito a determinare con precisione la densità di questo vuoto, o meglio pieno, la fisica quantistica preferisce muoversi tuttora nella nebbia

 

LA DISEGUAGLIANZA DI BELL E LE "AZIONI A DISTANZA"

 

La diseguaglianza di Bell è una formulazione moderna di un famoso paradosso escogitato dai fisici Einstein-Podolsky-Rosen per dimostrare che la meccanica quantistica non poteva essere considerata una teoria esatta o quantomeno completa.

Sia il paradosso di Einstein e compagni (elaborato nel 1935) che la diseguaglianza di

Bell (formulata nel 1965), non poterono essere verificati sperimentalmente prima del 1982. Fu a partire da quell'anno infatti che Alain Aspect dell'Università di Parigi, approntò una serie di esperimenti i quali permisero di seguire l'evoluzione spazio-temporale di coppie di particelle emesse da un'unica sorgente e dirette verso rivelatori lontani.

 

Non è questa la sede per entrare in dettagli tecnici, qui basterà sottolineare che i risultati degli esperimenti del prof. Aspect provarono una notevolissima violazione della diseguaglianza di Bell e quindi indirettamente confermarono le tesi sostenute dai fisici quantistici.

Per spiegare la diseguaglianza di Bell occorre partire dalla definizione fisica di "localismo" o "realismo locale" ; è infatti sulla convinzione che il localismo non possa essere in alcun modo violato che, prima Einstein-Podolsky-Rosen, poi Bell, fondano i loro teoremi.

Si ha "localismo" quando due oggetti separati da grande distanza, esistono indipendentemente l'uno dall'altro, nel senso che l'azione compiuta su uno di essi non modifica in modo sensibile le proprietà oggettive dell'altro.

Ora, la fisica classica, così come la relatività einsteiniana, non contempla violazioni del "realismo locale" ; la meccanica quantistica invece, prevede ampie "deroghe" alla possibilità di influenze a distanza. Al riguardo leggiamo quanto scritto, mezzo secolo fa, da Niels Bohr :

"Tra due particelle [correlate] che si allontanano l'una all'altra nello spazio, esiste una forma di azione-comunicazione permanente. [...] Anche se due fotoni si trovassero su due diverse galassie continuerebbero pur sempre a rimanere un unico ente ..."

 

Anche qui si travalica nello spiritismo. Infatti su che base due particelle, che avevano precedentemente comunicato fra loro (e per comunicare intendo azioni di attrazione o repulsione), dovrebbero continuare a formare un ente unico anche se si trovano a grande distanza. Pare che i fisici abbiano rinunciato a dare spiegazioni esaurienti.

 

Questa "azione-comunicazione" permanente tra le due microparticelle faceva infuriare Einstein. Chi non ricorda come uno degli assunti fondamentali delle sue teorie, oltre al localismo, prevedesse l'impossibilità di viaggiare o comunicare a velocità superiore quella della luce. Nel caso della coppia di particelle emesse da un'unica sorgente dell'esperimento di Aspect, la comunicazione risultava addirittura istantanea.

Per le sue dirompenti conseguenze, la diseguaglianza di Bell, per giudizio unanime di fisici ed epistemologi, rappresenta una delle tappe più inquietanti nell'intera storia del pensiero scientifico.

Ci credo quando si travalica troppo nella filosofia

 

L'EFFETTO TUNNEL QUANTISTICO

Una interessante conseguenza del Principio di Indeterminazione di Heisenberg è il cosiddetto Effetto Tunnel.

Classicamente una particella può oltrepassare un ostacolo (o una barriera di potenziale) soltanto se possiede sufficiente energia. In campo umano una situazione simile può essere immaginata pensando ad un atleta impegnato in un salto in alto. Se dopo adeguata rincorsa, il nostro atleta sarà in grado di esprimere sufficiente energia, riuscirà ad oltrepassare l'asticella che fissa il limite superiore del salto, viceversa rovinerà contro di essa.

La situazione appena descritta non è vera in meccanica quantistica.

Il piccolissimo grado di indeterminazione esistente tra i vari livelli di energia e tempo, si traduce in rapidissime fluttuazioni dei sistemi microfisici. Per tempi che si aggirano intorno al miliardesimo di trilionesimo di secondo, un gruppo di elettroni può prendere a prestito dal "nulla" sufficiente energia il nulla qundi è pieno di energia e oltrepassare una barriera di potenziale altrimenti insuperabile. Il Principio di Indeterminazione vincola però la realizzazione di una tale transizione alla rapidissima restituzione dell'energia utilizzata nel prestito.

L'Effetto Tunnel quantistico ha validità universale ed è alla base di fenomeni quali il "tunneling elettronico" e la radioattività.

Il nucleo di un atomo è normalmente circondato da una "altissima barriera" che non permette ai neutroni e ai protoni di allontanarsi da esso. Nonostante ciò (specialmente nei minerali di Uranio e Radio) in seguito all'Effetto Tunnel, gli inquilini del nucleo, possono "scavarsi ampie gallerie" e lasciarsi alle spalle le barriere di potenziale rappresentate dall'attrazione nucleare, dando così vita al fenomeno della radioattività.

 

 

 

Einstein fu profondamente turbato da questo aspetto della nuova fisica. "Dio non gioca a dadi" disse una volta, e affermò che il Principio di Indeterminazione anche se utile nella pratica, non poteva rappresentare il rapporto fondamentale tra i livelli di conoscenza della realtà fisica.

Come scrisse al fisico Max Born : "Le teorie di Bohr sulla radiazione mi interessano moltissimo, tuttavia non vorrei essere costretto ad abbandonare la causalità stretta senza difenderla più tenacemente di quanto abbia fatto finora. Trovo assolutamente intollerabile l'idea che un elettrone esposto a radiazione scelga di sua spontanea volontà non soltanto il momento di "saltare", ma anche la direzione del "salto". In questo caso preferirei fare il croupier di casinò piuttosto che il fisico"

 

----------------------------------------------------------------------------------------

 

Altre..."chicche" le troverete qua !

 

http://forum.panorama.it/viewforum.php?id=9

 

 

Ciao a tutti da Ettore e BUONE FESTE !! - (...un po' anticipate ma fa lo stesso ! )

 

Modificato da Ettore1
Link al commento
Condividi su altri siti

chissirivede!

 

ciao Ettore, ora purtroppo sono sprovvisto di internet, in questo momento mi trovo in un internet point e non ho il tempo di leggere quanto hai riportato ne tantomeno di risponderti.

 

Ti dico solo che Halton Arp e' famoso per essere sostenitore della teoria dell'universo statico, quindi infinito e senza ne inizio ne fine, ha anche saputo proporre una spiegazione all'espansione dell'universo nonostante la sua visione stazionaria (cosa affatto facile).

 

Comunque tutte le sue teorie non sono supportate dalle osservazioni, soprattutto quella di cui sopra, ed e' per questo che la comunita' scentifica non lo tiene in grande considerazione e supporta la teoria del big bang che invece e' supportata da numerosissime osservazione ed e' stata in grado di spiegare tutte le osservazioni fatte fino ad allora ed addirittura a predire osservazione poi fatte in seguito come la scoperta della radiazione fossile.

 

va be, come ti dicevo ora non ho tempo, ti saluto e prometto di risponderti come si deve non appena mi metteranno sto cavolo di internet in casa.

 

Salu'!

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Costituzione della Repubblica italiana, Articolo 3

W LA COSTITUZIONE

Link al commento
Condividi su altri siti

dovendo scegliere anche io preferisco l'universo statico... il big bang mi ha semrpe fatto defecare... almeno lo avessero pensato al contrario... nel senso che il big bang è la fine e non l'inizio dell'universo... in questo senso noi stiamo andando indietro nel tempo e non avanti... in un futuro... fra infiniti anni... ci sarà il big bang che sarà la fine probabilemtne casuata dall'uomo stesso nel tentativo di studiare l'origine dell'universo... da questa fine c'è un nuovo inizio con un salto a ritroso nel tempo e il ripetersi della situazione iniziale...

Non ti angosciar più per quello che hai commesso,le rose hanno spine e fango le argentee fonti;nuvole ed eclissi oscurano luna e sole e nel più bel germoglio s'asconde orrido verme.Ognuno di noi sbaglia ed anch'io m'inganno giustificando le tue offese con analogie,umiliando me stesso per mitigar le tue mancanze,scusando le tue colpe più di quanto sia l'offesa:poiché porto attenuanti ai peccati dei tuoi sensi,la tua parte avversa diventa tuo avvocato ed inizia contro me stesso un regolar processo:tale è la lotta fra il mio amore e l'odio,fatalmente anch'io mi devo render complice di quel caro ladro che inclemente mi deruba
Link al commento
Condividi su altri siti

dovendo scegliere anche io preferisco l'universo statico... il big bang mi ha semrpe fatto defecare... almeno lo avessero pensato al contrario... nel senso che il big bang è la fine e non l'inizio dell'universo... in questo senso noi stiamo andando indietro nel tempo e non avanti... in un futuro... fra infiniti anni... ci sarà il big bang che sarà la fine probabilemtne casuata dall'uomo stesso nel tentativo di studiare l'origine dell'universo... da questa fine c'è un nuovo inizio con un salto a ritroso nel tempo e il ripetersi della situazione iniziale...

 

ti sbagli, l'espansione dell'universo da una direzione alla freccia del tempo, che proprio a causa dell'espansione va verso avanti, nel momento in cui l'universo comincerà a contrarsi la freccia invertirà direzione ;)

“Un uomo può essere felice con qualunque donna, a patto che non ne sia innamorato” O. Wilde
Link al commento
Condividi su altri siti

quando la lancetta dell'orologio supera mezzanotte va avanti o indietro? essa va verso il punto d'inizio o di fine che sia e ricomincia... non si può andare avanti verso un punto di inizio... si va indietro pur andando avanti... il big bang è nel futuro come fine... ma una volta raggiunto è un inizio... e le cose si ripeteranno... non saranno uguali... solo l'inizio e la fine sono uguali... tipo il pieneta delle scimmie... sembra futuro ed è passato... sembra passato ed è futuro... è l'eterno ritorno... questa visione è frutto dell'osservatore e cambia a seconda della prospettiva in cui crede di muoversi il soggetto... tutta la natura è basata sull'eterno ritorno... perchè non dovrebbe essere così il sistema universo? il big bang io lo immagno come l'incontro fra due sistemi universo che collimano entrambi si espandono in senso opposto nel punto di incontro si crea un nuovo inizio e questo movimento prende due direzioni opposte o anche infinite... solo all'interno dei sistemi ha senso alla lontana parlare di avanti o indietro... probabilmente ci sono centinaia di dimensioni tutte collegate, un mistero inestricabile visto da una prospettiva come la nostra... il mondo che viviamo secondo me è coerente perchè tenuto assieme da dinamiche incoerenti che rispondono a logiche di estremo adattamento al caos... tali dinamiche dimensionali devono rendere possibile l'impossibile...

Non ti angosciar più per quello che hai commesso,le rose hanno spine e fango le argentee fonti;nuvole ed eclissi oscurano luna e sole e nel più bel germoglio s'asconde orrido verme.Ognuno di noi sbaglia ed anch'io m'inganno giustificando le tue offese con analogie,umiliando me stesso per mitigar le tue mancanze,scusando le tue colpe più di quanto sia l'offesa:poiché porto attenuanti ai peccati dei tuoi sensi,la tua parte avversa diventa tuo avvocato ed inizia contro me stesso un regolar processo:tale è la lotta fra il mio amore e l'odio,fatalmente anch'io mi devo render complice di quel caro ladro che inclemente mi deruba
Link al commento
Condividi su altri siti

quando la lancetta dell'orologio supera mezzanotte va avanti o indietro?

 

si, ma non c'entra. Noi stiamo parlando della freccia del tempo che identifica se un evento è nel passato, nel presente o nel futuro. L'espansione dell'universo da un senso al trascorrere degli eventi.

 

Non lo dico io eh, ma scienziati di fama mondiale.

“Un uomo può essere felice con qualunque donna, a patto che non ne sia innamorato” O. Wilde
Link al commento
Condividi su altri siti

perchè dicono che il tempo si è formato dopo il big bang... la luce etc... invece magari c'era anche prima... tutto dipende da questo benedetto big bang... se metti in discussione quello si può mettere in discussione anche il resto... partire dal concetto che l'universo si espande per dire che c'è stato qualcosa che ha casuato questa espansione è una generalizzazione... non tutti gli scienziati lo diranno... una spiegazione bisogna darla... la teoria magari è buona e becca da qualche parte... è tutto l'impianto che puzza di religioso... sembra quasi la creazione divina... con l'ultimo anello della catena che siamo noi, la nostra nascita... e luce fu... al terzo giorno creò il tempo... al settimo si riposò...

Modificato da TEMPERATURA
Non ti angosciar più per quello che hai commesso,le rose hanno spine e fango le argentee fonti;nuvole ed eclissi oscurano luna e sole e nel più bel germoglio s'asconde orrido verme.Ognuno di noi sbaglia ed anch'io m'inganno giustificando le tue offese con analogie,umiliando me stesso per mitigar le tue mancanze,scusando le tue colpe più di quanto sia l'offesa:poiché porto attenuanti ai peccati dei tuoi sensi,la tua parte avversa diventa tuo avvocato ed inizia contro me stesso un regolar processo:tale è la lotta fra il mio amore e l'odio,fatalmente anch'io mi devo render complice di quel caro ladro che inclemente mi deruba
Link al commento
Condividi su altri siti

Partecipa alla conversazione

Puoi pubblicare ora e registrarti più tardi. Se hai un account, accedi ora per pubblicarlo con il tuo account.

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Sono consentiti solo 75 emoticon max.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Pulisci editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Crea Nuovo...