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Joe Bar - il punto di ritrovo dei centauri


Prog80

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Non è colpa mia! Le gomme tengono, la moto c'è, l'asfalto consente... e che dovrei fare io? :mrgreen:

 

Scherzi a parte, le pedane arretrate costringono le gambe a stare più rannicchiate, in una posizione tipica sulle carenate coi semimanubri. Queste pedane aumentano la luce a terra (ovvero la possibilità di scendere molto in piega senza grattare nulla) e rendono la guida più reattiva, grazie proprio alla posizione delle gambe che possono spingere meglio sulle pedane. Le voglio mettere per una questione di sicurezza però, non tanto per piegare di più. Inoltre, se dovessi rompere la leva del cambio per strada, come torno a casa? :whew:

http://img689.imageshack.us/img689/9674/redace21.jpg

 

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati - Bertolt Brecht

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Non è colpa mia! Le gomme tengono, la moto c'è, l'asfalto consente... e che dovrei fare io? :mrgreen:

 

Scherzi a parte, le pedane arretrate costringono le gambe a stare più rannicchiate, in una posizione tipica sulle carenate coi semimanubri. Queste pedane aumentano la luce a terra (ovvero la possibilità di scendere molto in piega senza grattare nulla) e rendono la guida più reattiva, grazie proprio alla posizione delle gambe che possono spingere meglio sulle pedane. Le voglio mettere per una questione di sicurezza però, non tanto per piegare di più. Inoltre, se dovessi rompere la leva del cambio per strada, come torno a casa? :whew:

Rimani con la stessa marcia fino a casa!!! :mrgreen:

E se sei in sesta.....bè affari tuoi! :lol: :prr:

Muse Rules

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Primo giretto dopo la due giorni ad Adria. Un disastro. L'anno scorso mi fece tanto bene un po' di pista, mi aiutò a sentirmi pià sicuro e fluido nei movimenti. Quest'anno, complice la maggior sicurezza e le gomme completamente diverse (slick e per di più di un'altra misura), mi sembrava di esser tornato neopatentato. Un disastro.

http://img689.imageshack.us/img689/9674/redace21.jpg

 

Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati - Bertolt Brecht

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Primo giretto dopo la due giorni ad Adria. Un disastro. L'anno scorso mi fece tanto bene un po' di pista, mi aiutò a sentirmi pià sicuro e fluido nei movimenti. Quest'anno, complice la maggior sicurezza e le gomme completamente diverse (slick e per di più di un'altra misura), mi sembrava di esser tornato neopatentato. Un disastro.

Cosa intendi per neopatentato??

Vuoldire che non sapevi come andare in moto? :shock:

Muse Rules

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In un certo senso sí. Sensazioni di scivolare continuamente, ma piú passa il tempo e piú penso che tutto sia dovuto alla differenza fra le gomme slick e quelle stradali, al fatto che quest'anno la pistata é stata molto piú sportiva, ecc... vedremo Domenica prossima.

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Domenica, tempo permettendo, mi aspetta un motogiro con quelli del Tingavert =) spero davvero che non siano dei montati che corrono, perché non ho intenzione di seguirli nelle loro scorribande... La mia bambina vorrà tirare ogni tanto, ma non fare le curve ai 120 km/h.

Sperem...

http://img845.imageshack.us/img845/1911/kawam.jpg
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Domenica, tempo permettendo, mi aspetta un motogiro con quelli del Tingavert =) spero davvero che non siano dei montati che corrono, perché non ho intenzione di seguirli nelle loro scorribande... La mia bambina vorrà tirare ogni tanto, ma non fare le curve ai 120 km/h.

Sperem...

 

Bravo Diablo! E' il tuo primo giro "di gruppo", vero? Se vuoi un consiglio, essendo la prima volta, lascia andare quelli che corrono, aggregati al gruppo di quelli piu' tranquilli. tanto solitamente in un gruppo grande finisce cosi', ci si divide ne il gruppo che "tira" e il gruppo che "viaggia"... io preferisco i secondi, non mi piace correre e rischiare troppo, non mi diverto. Preferisco andare tranquillo/allegro (cioe' non velocita' da ape cross ma tiracchiando un po'), facendo belle pieghe anche veloci, ma senza dover sempre pensare se le gomme tengono o se i freni mi rallenteranno al punto giusto, senza dover pensare "devoassolutamentestaredietroaglialtriaspettacheadessoacchiappoquestosidaisimistoinfilandolostoprendendolhopresoevvaiadessoilprossimovieniquichetisupero".

 

Premetto che dico queste cose perche' ci sono passato anche io. Quando avevo la gixxer, e giravo con il codino monoposto, ero uno di quelli che cercava sempre di arrivare davanti... dopo un paio di scivolate, e tante strisciate nelle mutande, ho cominciato a preferire il giro "godereccio" in moto.

Cosi' ho preso la versys. :mrgreen:

Modificato da gianky

"E detto questo mi chiudo alle spalle la porta per l'ultima volta, salto sulla moto e galoppo via verso il tramonto."

"Non correre mai più veloce di quanto possa volare il tuo angelo custode."

The past: Suzuki Gsx-r 600 K1 | Now: Kawasaki Versys 650

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Premetto che dico queste cose perche' ci sono passato anche io. Quando avevo la gixxer, e giravo con il codino monoposto, ero uno di quelli che cercava sempre di arrivare davanti... dopo un paio di scivolate, e tante strisciate nelle mutande, ho cominciato a preferire il giro "godereccio" in moto.

Cosi' ho preso la versys. :mrgreen:

 

Sei fortissimo! :mrgreen:

E capisco il tuo discorso, anche se sono un altro piano, ma parallelo al tuo: sto infatti pensando di vendere il Monster e di farmi un 749 senza assicurazione. È un processo lungo e molto delicato, staremo a vedere. Intanto, buon giro Diablo! :ok:

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E finalmente/purtroppo la vacanza è finita :( Ora sono a casa.

Dovevate vedere quante Harley e BMW c'erano in montagna! Ogni volta che ne vedevo una stavo male perchè avrei voluto avere con me la mia 883 :)

Carlos Hathcock: il VERO "one shot one kill"

Emma Watson è la mia DEA!! Fan di Jade Raymond

XBOX LIVE TAG: FHC Devoti PSN TAG: fabiodevoti

«Sicuramente non esiste nessuna caccia come la caccia all'uomo, quelli che hanno cacciato abbastanza a lungo un uomo armato e hanno apprezzato questa esperienza, non si interesseranno mai più veramente a niente» Ernest Hemingway

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Sei andato sul Conero Fabio?

Sono andato 5 giorni in Tretino :) Vacanza da ricordare, davvero un posto MAGNIFICO! L'anno prossimo se posso vedrò di andarci in moto perchè ne vale veramente la pena :ok:

Carlos Hathcock: il VERO "one shot one kill"

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Certo che c'ero venuto :) Però era a fine Agosto e purtroppo non sono riuscito a girare molto :)Giusto le campagne intorno a Loreto e Porto Sant'Epidio dove c'è stato un raduno

Carlos Hathcock: il VERO "one shot one kill"

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Ragazzi oggi Motogiro con il gruppo del Tingavert!!! Davvero straordinario! Siamo arrivati vicino a Genova e ritorno per Piana Crixia, decisamente suggestiva! E le curveee che robe! :lol: :lol: Sono ancora sovraeccitato! Ho fatto robe che non pensavo di saper fare! Cambi rapidi, discese, curve strette! I tornanti mi danno ancora qualche tormento perché ci arrivo troppo lungo e i miei freni sembrano non volerne sapere :ph34r: inoltre, avere una moto depotenziata mi distruggeva rispetto al gruppo, in cui figuravano per la maggior parte 750cc e 1000cc! :shock: quindi sono rimasto PIU' VOLTE indietro e per un gran bel pezzo me la sono fatta in solitaria... però è stato divertentissimo! Davvero, ho preso più feeling con la moto OGGI che in 6 mesi ormai che ce l'ho :wub:

Modificato da Diablo
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Guarda, a vedere la mappa effettivamente per Genova ancora ne mancava parecchio xD in ogni caso ignoravo del tutto fossi di quelle parti (più che altro perché non mi sono mai soffermato sul tuo profilo xD) peccato, prossimo giro ;)

 

Allora ci metto la foto di una bella ragazza cosi vi soffermate sul mio profilo... :mrgreen:

 

Direi che è giunta l'ora di cambiare le gomme alla mia Buell, il battistrada non è molto consumato ma l'inverno scorso la moto praticamente non l'ho usata e sulle spalle delle gomme, soprattutto sull'anteriore si sono formate tipo delle crepe, non so se mi sono spiegato, devo cambiarle giusto? Anche perchè mi sembra che tendano a scivolare in piega, magari è solo una sensazione dovuta alla preoccupazione per le "crepe".

In caso di sostituzione delle gomme di quali cifre parliamo a grandi linee? Io monterei di nuovo le pirelli diablo mi sono trovato bene con quelle non facendone un uso estremo ma facendo spesso il tragitto casa/ufficio.

II Dany82 II___Federazione Italiana CAll of duty
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Le misure sono 120/70 e 180/55 no? Se fai spesso un uso cittadino e qualche passeggiata, potrei consigliare le Metzeler M5 oppure proprio le Diablo Strada.

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati - Bertolt Brecht

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Un giro di caricabatterie per vedere se si è solo scaricata o se è proprio morta e alla peggio la sostituisci. Che moto hai che non lo ricordo più?

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Scusate se vado fuori dall'argomento batteria,ma la Ducati 848 non è uguale alla Ducati 1198??

A livello di estetica sono identiche, quello che cambia in pratica dovrebbe essere il motore che nella prima è di 848cc mentre nella seconda è di 1198cc

Carlos Hathcock: il VERO "one shot one kill"

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Spero che questa storia vi piaccia, come è piaciuta molto a me.

 

Euro41.

 

Il giorno in cui Luca uscì di prigione era un sabato. Nessuno ad attenderlo, solo il vento artificiale e la luce a 5600° K del mattino. Nella strada deserta, se non consideriamo i piccoli ologrammi tridimensionali delle tortore proiettati sugli alberi in alluminio finto-legno, non c’era altra forma di vita apparente che lui con in mano una busta di plastica e dentro i suoi effetti personali; busta biodegradabile con chip di riconoscimento nel caso qualcuno dovesse lasciarla incustodita o abbandonata. Vestito come un poveraccio, solo, reietto dalla società e dalle amicizie a causa della reclusione; ma ottimista.

Respira, Luca. Respira quella stessa aria origine della sua vacanza a spese dello Stato, impalpabile locus commissi delicti.

 

Facciamo un passo indietro di qualche mese: lavorando agli scavi per la realizzazione della centrale geotermica sotterranea Luca trova un arnese strano e affascinante ricoperto di terra, radici secche e lombrichi mummificati: tubi assemblati a foggia di traliccio, un monolite al centro, due cerchi rotanti alle estremità e poi fili, pulsanti. Luca è un uomo sveglio, altrochè: nella pancia gli si materializzano all’istante milioni di farfalle (mai vista una dal vero, ma non importa) e il sudore prende a colare dalla fronte; al solo pensiero che un collega possa vederlo toccare quell’oggetto antico e leggendario pensa tremante alle conseguenze che potrebbero prodursi se veramente quella fosse ciò che teme: una motocicletta. Ma perché temere? Qualcuno di noi ha mai veramente temuto il fascino di una tentazione proibita senza sentirsi in grado, illudendosi, di indirizzare innocuamente gli eventi verso la propria soddisfazione?

 

Nessuno dei suoi conoscenti ha mai visto un mezzo a motore, vietatissimo anche il solo parlarne, possibile causa di conseguenze nefaste e di ostracismo. Solo suo padre, nel pomeriggio di un Natale passato come al solito in famiglia a bere vino sintetico, fece vagamente cenno ad una fantomatica motocicletta del bisnonno; ma si riferiva a tanto tempo fa, poi venne il buco nell’ozonosfera sopra l’Italia, poi l’Euro 41 e, infine, la scomparsa delle specie animali e vegetali ad opera di un banale errore di calcolo nella progettazione di una centrale a fusione nucleare in Sicilia.

 

Roba passata, ora stanno tutti bene, tutto procede ordinatamente con solo qualche piccolo, opportuno aggiustamento alle regole sociali in qualche modo necessario quando vivi tre chilometri sotto terra a causa delle radiazioni, della percentuale di veleni nell’aria in superfice e dei raggi ultravioletti. Capita così che si diventi un po’ sensibili sul tema “inquinamento”, suscettibili e alquanto pretestuosi nel prevenire e reprimere ogni tipo di ammorbamento dell’ambiente e soprattutto dell’aria razionata e purificata a fatica da enormi macchinari IMOEB 9000. Da secoli, delle moto e dei mezzi a motore nessuno vuole, né può, più sentir parlare, come di ogni altra cosa capace di produrre il benché minimo insozzamento della scarsa aria a disposizione di tutti. E così, via alle delazioni a ruota libera: il tale che denunciò il vicino di aver acceso una sigaretta (tre mesi di carcere ad aria rarefatta), la fidanzata tradita che accusò l’ex di aver fatto la gara di rutti con gli amici (un mese), si videro persino neomamme esasperate denunciare il bebè di aver fatto ariette persistenti (per fortuna, ad oggi, pena sospesa in attesa della maggiore età).

 

Luca cede alla malìa della motocicletta. Nasconde il relitto e lo porta a casa in tempi opportuni per non essere notato da nessuno, tacendo tutto a tutti. Ogni volta che il sole artificiale viene spento e si diffonde un chiarore pallido ed etereo per dare l’effetto notte, Luca si documenta su libri e riviste vietate, consulta pubblicazioni ancora esistenti ma illegali, approfondendo la conoscenza di un mondo che non soltanto lo suggestiona ma lo affascina e rapisce. Diventa un drogato di motociclette, senza mai averne guidata una vuole sempre di più, non gli basta vedere immagini di moto e poterne accarezzare una celata nella propria casa ma vuole sentirne il suono e, inoltre, vuole guidarla.

 

Per necessità diventa in poco tempo amico dei peggiori ceffi delle vuote strade di una Milano Inferiore buia come in un noir, infrange la legge chiedendo roba pesante e vende tutto quello che ha per procurarsela. Impiega più di un anno per reperire materiale vecchio di almeno due secoli e diviene talvolta preda di truffatori che gli rifilano pezzi contraffatti, ma il senso di vittoria che lo pervade ogni volta che vede completarsi un passo alla volta la sua motocicletta lo rende insensibile alla pur minima prudenza.

Terminato l’assemblaggio rimane soltanto da interpretare la sbiadita scritta sul serbatoio e consulta l’ultimo discendente della nota famiglia di motoristi Gable al quale mostra le immagini del relitto: l’ormai ultracentenario Tullio Gable mormora flebilmente “…ota…”, strabuzza gli occhi e sussulta sulla sedia a rotelle. Il giorno seguente Luca fa realizzare degli splendidi adesivi CAROTA e li appiccica sul serbatoio, mentre Tullio Gable cede le armi e spira.

 

Ora ci vuole la benzina. Il reato di spaccio di benzina viene punito con vent’anni di reclusione, la ricettazione della stessa con l’ergastolo. Luca se ne frega e investe gli ultimi risparmi per sedurre il figlio gay di un distillatore di idrocarburi clandestino. La cosa è seccante e non indolore ma ne viene a capo, ottenendo cinque litri di introvabile “super”. Ne poteva anche nascere una bella storia ma Luca, intimamente etero, con la scusa che non vuole legarsi liquida il poveretto che si dispera per amore. Non si sente pronto.

 

Quel giorno mangia poco e male, nell’attesa che si faccia l’ora di accendere il motore per la prima volta; ha pure costruito una stanza insonorizzata per non lasciare che nulla trapeli all’esterno. Mentre versa la benzina nel serbatoio, l’odore lo eccita: capisce perché nelle foto d’epoca i motociclisti hanno tutti espressioni stravolte. Fatto. Luca mette i fili in contatto tra loro e sente la pompa del carburante mandare in pressione l’iniezione con un mitologico ronzio. Luce rossa e luce verde accese sul quadro strumenti. Non sa con quale dito premere “start”: indice o pollice? Sceglie il pollice perché alla fine di un vecchissimo filmato di prove di moto ha visto un uomo con la barba mostrare il pollice sorridendo, quindi preme il pulsante.

 

Il motore si avvia come se negli ultimi duecento anni non avesse aspettato altro, regalando a Luca un concerto sublime e odori intensi. Accelera, un poco soltanto perché sa che bisognerebbe aspettare qualche minuto, ma non ha tutto questo tempo: qualcuno sentendo le vibrazioni del terreno potrebbe insospettirsi e allora mette la faccia di fronte alla marmitta per gustare lo schiaffo delle calde esalazioni e mentre sorride, alle sue spalle, si apre la porta.

 

E’ il Reparto Anti Inquinamento della Pulizia di Stato. Tutto è perduto, pensa Luca, ma ne è valsa la pena. Ammanettato come un delinquente viene portato in prigione dove un giudice lo interroga secondo il codice di Giustizia Ambientale Sommaria e lo condanna per direttissima a sei mesi di reclusione per polluzioni moleste con l’attenuante di aver commesso il reato in ambiente stagno; sul resto il magistrato chiude un occhio. Tradotto in cella ne esce sei mesi dopo, di sabato.

 

Luca era ancora fuori dal carcere, la busta in mano mentre meditava sul da farsi. Dove andare? A casa non lo avrebbero accolto di sicuro e l’infamia gli aveva precluso ogni rapporto con gli amici. L’esperienza carceraria lo aveva maturato cementando in lui l’identità motociclistica e il gusto della diversità; essere una persona dispari non lo dispiaceva e sentiva in sé l’indole guerriera degli uomini giusti con alle spalle un passato avventuroso. Il trattamento ricevuto in prigione lo aveva indignato, però: oltre all’aria rarefatta, nessuna visita, nessun verbale del processo sommario. Non si era mai chiarito come avessero fatto a scoprirlo; comunque era acqua passata. Già. Rimaneva da capire cosa fare. Luca era assolutamente certo, e noi concordiamo con lui, che già adesso la sola scelta di andare a destra o a sinistra avrebbe avuto un peso enorme nell’influenzare gli eventi di tutta la sua vita successiva e, mentre rimugina, dal fondo della strada un risciò si avvicina e si ferma di fronte a lui; dalla cabina una voce:

- Sali?

Luca guarda dentro la cabina e alza un sopracciglio. Conta fino a due. Perché no?

- Dove mi porti?

- A casa.

 

In fondo se ha aspettato sei mesi era vero amore, pensa Luca.

- …Tuo padre?

- No, sono stato io. Mi hai spezzato il cuore, bastardo.

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati - Bertolt Brecht

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